Una mostra sui lavori antichi al Circolo Unione di Barletta
Realizzata dal fotografo Vito Rizzi, l'esposizione ha l'obiettivo di portare a riscoprire i nuovi mestieri
sabato 21 luglio 2018
11.20
Una mostra fotografica sui lavori antichi, quella in esposizione presso il "Circolo Unione" sino a domenica 22 luglio, ad opera del fotografo barlettano Vito Rizzi che attraverso il sapiente utilizzo della macchina fotografica è riuscito a catturare i gesti appartenenti a quelle professioni che, purtroppo, stanno scomparendo. Un progetto fotografico che nasce dai suoni e dai ricordi dell'Italia del secondo dopoguerra e che si pone come monito per le generazioni future, spingendole a riscoprire la genuinità e l'abilità del lavoro artigianale che, proprio in quegli anni, era riconosciuto a livello nazionale e mondiale come unico nel suo genere. Difatti ogni creazione aveva l'essenza dell'opera d'arte, unica nel suo genere seppur simile alle altre già confezionate.
In esclusiva, ai nostri microfoni, Vito Rizzi ha spiegato il tema della mostra in bianco e nero.
Da cosa nasce l'idea di organizzare questa mostra?
«Nasce da una mia osservazione sul lavoro di uno scalpellino, fatta tempo fa che mi ha permesso di notare con quanta maestria, con la mente e con il cuore, si potesse lavorare un materiale grezzo dandogli una forma propria. Ho subito collegato questo lavoro all'Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale e non ho potuto far a meno di pensare che il vero "Made in Italy" fosse nato proprio in quegli anni in cui, dopo la grave crisi post bellica, bisognava reinventarsi personalmente e professionalmente. Le mie immagini vogliono essere esempio per le nuove generazioni affinché non lascino che l'arte di queste professioni vada perduta per sempre».
Nell'era dei social media, quant'è importante tornare alle origini attraverso questi lavori?
«Il ritorno alle origini è importante con la volontà di un ragazzo di creare con le proprie mani, in maniera ambiziosa, un'opera unica nel suo genere andando anche contro le dinamiche della produzione in serie che ormai è consolidata nella società consumistica».
Interessante e non da sottovalutare il tentativo del fotografo di riportare alla mente ricordi che, se tramandati sapientemente ai più giovani, riuscirebbero a vivere per sempre come baluardo di difesa contro quell'industrializzazione quasi forzata che annichilisce ogni giorno di più la creatività e l'operosità di ognuno. Torna qui allora una citazione del grande Dante Alighieri: «Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza».
In esclusiva, ai nostri microfoni, Vito Rizzi ha spiegato il tema della mostra in bianco e nero.
Da cosa nasce l'idea di organizzare questa mostra?
«Nasce da una mia osservazione sul lavoro di uno scalpellino, fatta tempo fa che mi ha permesso di notare con quanta maestria, con la mente e con il cuore, si potesse lavorare un materiale grezzo dandogli una forma propria. Ho subito collegato questo lavoro all'Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale e non ho potuto far a meno di pensare che il vero "Made in Italy" fosse nato proprio in quegli anni in cui, dopo la grave crisi post bellica, bisognava reinventarsi personalmente e professionalmente. Le mie immagini vogliono essere esempio per le nuove generazioni affinché non lascino che l'arte di queste professioni vada perduta per sempre».
Nell'era dei social media, quant'è importante tornare alle origini attraverso questi lavori?
«Il ritorno alle origini è importante con la volontà di un ragazzo di creare con le proprie mani, in maniera ambiziosa, un'opera unica nel suo genere andando anche contro le dinamiche della produzione in serie che ormai è consolidata nella società consumistica».
Interessante e non da sottovalutare il tentativo del fotografo di riportare alla mente ricordi che, se tramandati sapientemente ai più giovani, riuscirebbero a vivere per sempre come baluardo di difesa contro quell'industrializzazione quasi forzata che annichilisce ogni giorno di più la creatività e l'operosità di ognuno. Torna qui allora una citazione del grande Dante Alighieri: «Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza».