Una lezione di sacrificio nell'anniversario della morte di Ruggiero Stella
Sergente e orgoglio barlettano, morì a 27 anni nel 1941
sabato 21 novembre 2015
10.02
Il suo nome racconta una storia di sacrificio e di spirito militare che rende onore all'intera città di Barletta. Ruggiero Stella nacque nel 1914, fu sergente maggiore del X "Reggimento Genio". Nel 1941 fu chiamato al servizio di leva e inviato in Abissina, dove fu assegnato al caposaldo di Culqualber. Ruggiero, geniere militare, si occupava della posa di campi minati. Oggi, nell'anniversario della sua morte, riproponiamo la sua storia, come importante riferimento dell'onore barlettano nel quadro globale della seconda guerra mondiale.
La notte del 12 novembre inizia la battaglia che avrebbe dovuto permettere di forzare il valico di Culqualber e che invece si concluse, la sera del 13 novembre, con la vittoria difensiva dei carabinieri. All'attacco partecipano le "Bande Uollo" (mercenari al soldo degli inglesi) e i carabinieri reagiscono all'arma bianca. Nei giorni successivi, le truppe inglesi sferrano rabbiosi attacchi, eliminati con tempestivi contrattacchi, con la lotta corpo a corpo e tiri di artiglieria. Entrano in scena carri armati ed autoblindo inglesi, fermati dallo scoppio di mine azionate a comando dai posti d'osservazione.Ormai, i difensori italiani, in preda alla sete e alla fame, vivono nei camminamenti ed in trincea, da cui escono solo per i contrattacchi.
Nonostante il caposaldo sia accerchiato dalle truppe inglesi, Ruggiero continua a sparare con la sua mitragliatrice, in una disperata difesa. Ad un tratto, una scarica a bruciapelo, colpisce a morte Ruggiero, che cade riverso sulla mitragliatrice. Intorno a lui, le truppe inglesi dilagano e la difesa italiana non dispone di uomini, per sostituire i caduti. I difensori italiani sono ridotti ad gruppo di superstiti. A battaglia conclusa, le truppe inglesi renderanno l'onore delle armi ai superstiti e ai deceduti.
Ruggiero Stella aveva 27 anni e fu decorato con la Medaglia d'Oro al Valore Militare alla memoria, la sua salma non è mai tornata in Italia, i suoi resti sono dispersi. La caserma di Barletta, sede del 82° Reggimento Fanteria Torino, è intitolata a Ruggiero Stella.
L'assedio di Culqualber - Gondar (Abissinia)
La battaglia di Culqualber - Gondar è stata combattuta in Abissinia (l'attuale Etiopia) dal 6 agosto al 21 novembre 1941, tra truppe italiane e britanniche. Dopo la caduta di Cheren e dell'Amba Alagi, le operazioni militari vennero ad accentrarsi nell'Amhara, ove il generale Guglielmo Nasi si era arroccato nel sistema difensivo costituito dal ridotto centrale di Gondar e da una serie di capisaldi: Culqualber, Blagir, Tucul e Ualag. Il caposaldo Gondar è difeso da 13 battaglioni nazionali, 15 battaglioni coloniali e pochi squadroni di cavalleria indigena. All'incirca 40.000 uomini, tra cui Ruggiero Stella.La difesa di Gondar, resistenza del caposaldo di Culqualber
Le truppe inglesi dovevano transitare da Culqualber per avanzare su Gondar con i reparti corazzati e le artiglierie. Il terreno della difesa era costituito da una serie di alture e profondi burroni. Nei giorni successivi, affluirono reparti corazzati e rinforzi, con decine di migliaia di irregolari al comando di ufficiali britannici. Le truppe inglesi lanciano di manifestini e le intimazioni di resa, con l'invio al caposaldo italiano di sacerdoti copti, nella speranza di convincere i soldati italiani alla resa. I sacerdoti furono rinviati al mittente. Il 21 ottobre, le truppe inglesi iniziano l'offensiva. Notte e giorno, l' aviazione inglese bombarda le postazioni italiane, che rispondono abbattendo alcuni velivoli.La notte del 12 novembre inizia la battaglia che avrebbe dovuto permettere di forzare il valico di Culqualber e che invece si concluse, la sera del 13 novembre, con la vittoria difensiva dei carabinieri. All'attacco partecipano le "Bande Uollo" (mercenari al soldo degli inglesi) e i carabinieri reagiscono all'arma bianca. Nei giorni successivi, le truppe inglesi sferrano rabbiosi attacchi, eliminati con tempestivi contrattacchi, con la lotta corpo a corpo e tiri di artiglieria. Entrano in scena carri armati ed autoblindo inglesi, fermati dallo scoppio di mine azionate a comando dai posti d'osservazione.Ormai, i difensori italiani, in preda alla sete e alla fame, vivono nei camminamenti ed in trincea, da cui escono solo per i contrattacchi.
21 novembre, la caduta del caposaldo italiano
Il 20 novembre, 57 aerei inglesi bombardano le difese del caposaldo. Alle 3 di notte del 21 novembre, il caposaldo italiano è attaccato da 20 mila soldati inglesi, delle più svariate unità. I Carabinieri della 1a Compagnia non abbandonano le postazioni, sebbene scarseggino munizioni, si difendono con furiosi corpo a corpo, bombe a mano e colpi di baionetta, ma quasi tutti perdono la vita. Ruggiero, ferito da una baionetta, a seguito di uno scontro corpo a corpo, ottiene di sostituire alla postazione di mitragliatrice un ufficiale dei carabinieri deceduto, mentre alcuni testimoni lo sentono esclamare:«Quando il Genio non lavora, combatte!».Nonostante il caposaldo sia accerchiato dalle truppe inglesi, Ruggiero continua a sparare con la sua mitragliatrice, in una disperata difesa. Ad un tratto, una scarica a bruciapelo, colpisce a morte Ruggiero, che cade riverso sulla mitragliatrice. Intorno a lui, le truppe inglesi dilagano e la difesa italiana non dispone di uomini, per sostituire i caduti. I difensori italiani sono ridotti ad gruppo di superstiti. A battaglia conclusa, le truppe inglesi renderanno l'onore delle armi ai superstiti e ai deceduti.
Ruggiero Stella aveva 27 anni e fu decorato con la Medaglia d'Oro al Valore Militare alla memoria, la sua salma non è mai tornata in Italia, i suoi resti sono dispersi. La caserma di Barletta, sede del 82° Reggimento Fanteria Torino, è intitolata a Ruggiero Stella.
Si ringrazia per la collaborazione Ruggiero Graziano, presidente dell'ANMIG (Associazione Nazionale Mutilati Invalidi di Guerra) - sezione Barletta (via Capua, 28). La redazione di BarlettaViva invita i discendenti di Ruggiero Stella a contattare la redazione per approfondire la conoscenza del loro illustre parente, magari inviando una mail al nostro indirizzo di riferimento.
La guerra d'Etiopia o seconda guerra italo-etiopica (talvolta nota anche come guerra d'Abissinia ocampagna d'Etiopia) fu condotta dal Regno d'Italia contro l'Impero d'Etiopia, a partire dal 3 ottobre 1935.
La guerra si concluse, dopo sette mesi di combattimenti caratterizzati anche dall'impiego massiccio di armi chimiche da parte italiana, con l'invasione totale del territorio etiope e con l'assunzione della corona imperiale da parte di Vittorio Emanuele III (cosiddetta "Proclamazione dell'Impero"), il 9 maggio 1936. Peraltro le ostilità non cessarono con la fine delle operazioni di guerra convenzionali ma si prolungarono con la crescente attività dellaguerriglia etiope dei cosiddetti arbegnuoc ("patrioti") e con le dure misure repressive attuate dall'Italia.
L'aggressione dell'Italia contro l'impero d'Etiopia, all'epoca uno dei due soli stati (assieme alla Liberia) indipendenti dell'Africa, ebbe delle conseguenze anche da parte della comunità internazionale che si espresse con delle sanzioni economiche all'Italia fascista.
Con l'inizio della seconda guerra mondiale l'esercito britannico nel 1941, in pochi mesi e con la collaborazione della resistenza etiopica, liberò il territorio dopo 5 anni di occupazione, determinando il crollo del dominio fascista sull'Etiopia.
Fonte Wikipedia
La guerra d'Etiopia o seconda guerra italo-etiopica (talvolta nota anche come guerra d'Abissinia ocampagna d'Etiopia) fu condotta dal Regno d'Italia contro l'Impero d'Etiopia, a partire dal 3 ottobre 1935.
La guerra si concluse, dopo sette mesi di combattimenti caratterizzati anche dall'impiego massiccio di armi chimiche da parte italiana, con l'invasione totale del territorio etiope e con l'assunzione della corona imperiale da parte di Vittorio Emanuele III (cosiddetta "Proclamazione dell'Impero"), il 9 maggio 1936. Peraltro le ostilità non cessarono con la fine delle operazioni di guerra convenzionali ma si prolungarono con la crescente attività dellaguerriglia etiope dei cosiddetti arbegnuoc ("patrioti") e con le dure misure repressive attuate dall'Italia.
L'aggressione dell'Italia contro l'impero d'Etiopia, all'epoca uno dei due soli stati (assieme alla Liberia) indipendenti dell'Africa, ebbe delle conseguenze anche da parte della comunità internazionale che si espresse con delle sanzioni economiche all'Italia fascista.
Con l'inizio della seconda guerra mondiale l'esercito britannico nel 1941, in pochi mesi e con la collaborazione della resistenza etiopica, liberò il territorio dopo 5 anni di occupazione, determinando il crollo del dominio fascista sull'Etiopia.
Fonte Wikipedia