Un appello per salvare Canne della Battaglia
Per oltre un decennio sono mancati interventi di restauro. Bisognerebbe costituire un tavolo interistituzionale
sabato 23 aprile 2011
18.19
2003: crollo di un tratto della fortificazione lungo il versante occidentale della cittadella di Canne della Battaglia. 2011: le istituzioni ancora tacciono. Per oltre un decennio il pregevole sito archeologico è finito nel dimenticatoio, senza alcun intervento di consolidamento e restauro. E' quanto denunciato in una lettera della Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia a nome del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in seguito ad un esposto del Comitato di Lotta Barletta Provincia relativo al crollo del 2003, e indirizzata a tutte le istituzioni che hanno, in misura più o meno preminente, autorità di intervento sul sito: dalla provincia di Barletta-Andria-Trani all'assessorato regionale alla qualità del territorio, dal sindaco di Barletta alla Soprintendenza per i beni archeologici. In particolar modo la Soprintendenza viene spronata ad un immediato intervento, essendo essa impegnata nell'azione diretta di tutela, gestione e valorizzazione del Parco di Canne della Battaglia sulla base di un protocollo d'intesa stipulato nel 1999 con il Comune di Barletta, in qualità di ente proprietario della collina occupata dalla cittadella.
«I contenuti di tale accordo – si legge nella lettera - individuano, prioritariamente, per il personale dipendente della Soprintendenza, compiti che attengono alla direzione scientifica, alla sorveglianza delle aree archeologiche, alla fruizione dell'antiquarium, comprese le relative spese di funzionamento; a carico del Comune ricadono gli interventi di manutenzione ordinaria del verde, la cui esecuzione occasionale peraltro è legata alla contingenza delle disponibilità economiche, oltre che la collaborazione nelle iniziative promozionali».
«Lo stato di precarietà conservativa dell'area archeologica di Canne e le crescenti difficoltà gestionali, dovute in primo luogo alla progressiva riduzione dei finanziamenti sui bilanci ordinari della Soprintendenza (complessivi euro 75.000 per il triennio 2009-2011) rappresentano, dunque, un dato di fatto indiscutibile con le sue problematiche, cui non hanno fornito risoluzioni adeguate i pur cospicui e recenti finanziamenti regionali, destinati esclusivamente alla realizzazione di volumetrie aggiuntive all'esistente antiquarium, opere peraltro mai approvate dalla competente Soprintendenza territoriale per i beni architettonici e per il paesaggio».
«La mancata attuazione da oltre un decennio di significativi interventi di consolidamento e restauro dei resti antichi non ha inciso, tuttavia, sul regolare svolgimento da parte della Soprintendenza per i beni archeologici delle attività di manutenzione ordinaria e di rilevamento dei punti di vulnerabilità e di pericolosità che connotano, in particolare, quelle emergenza monumentali relative all'abitato medievale fortificato».
Si necessita a questo punto l'avvio di un processo di concertazione con tutti gli enti territoriali, a vario titolo competenti in materia di beni culturali, attraverso la costituzione di un tavolo interistituzionale da cui possano emergere con chiarezza gli elementi di criticità, le priorità di intervento e le auspicabili soluzioni operative in merito alla situazione critica del sito archeologico di Canne della Battaglia, uno dei luoghi «di più intensa suggestione storico-archeologica e paesaggistica non solo della provincia Barletta-Andria-Trani ma dell'intero ambito regionale e nazionale».
«I contenuti di tale accordo – si legge nella lettera - individuano, prioritariamente, per il personale dipendente della Soprintendenza, compiti che attengono alla direzione scientifica, alla sorveglianza delle aree archeologiche, alla fruizione dell'antiquarium, comprese le relative spese di funzionamento; a carico del Comune ricadono gli interventi di manutenzione ordinaria del verde, la cui esecuzione occasionale peraltro è legata alla contingenza delle disponibilità economiche, oltre che la collaborazione nelle iniziative promozionali».
«Lo stato di precarietà conservativa dell'area archeologica di Canne e le crescenti difficoltà gestionali, dovute in primo luogo alla progressiva riduzione dei finanziamenti sui bilanci ordinari della Soprintendenza (complessivi euro 75.000 per il triennio 2009-2011) rappresentano, dunque, un dato di fatto indiscutibile con le sue problematiche, cui non hanno fornito risoluzioni adeguate i pur cospicui e recenti finanziamenti regionali, destinati esclusivamente alla realizzazione di volumetrie aggiuntive all'esistente antiquarium, opere peraltro mai approvate dalla competente Soprintendenza territoriale per i beni architettonici e per il paesaggio».
«La mancata attuazione da oltre un decennio di significativi interventi di consolidamento e restauro dei resti antichi non ha inciso, tuttavia, sul regolare svolgimento da parte della Soprintendenza per i beni archeologici delle attività di manutenzione ordinaria e di rilevamento dei punti di vulnerabilità e di pericolosità che connotano, in particolare, quelle emergenza monumentali relative all'abitato medievale fortificato».
Si necessita a questo punto l'avvio di un processo di concertazione con tutti gli enti territoriali, a vario titolo competenti in materia di beni culturali, attraverso la costituzione di un tavolo interistituzionale da cui possano emergere con chiarezza gli elementi di criticità, le priorità di intervento e le auspicabili soluzioni operative in merito alla situazione critica del sito archeologico di Canne della Battaglia, uno dei luoghi «di più intensa suggestione storico-archeologica e paesaggistica non solo della provincia Barletta-Andria-Trani ma dell'intero ambito regionale e nazionale».