«Tutto quello che avete fatto a uno dei miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me»
Nel giorno della festa di Cristo Re, le parole di don Vito Carpentiere
domenica 23 novembre 2014
11.44
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi". Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?". E il re risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato". Anch'essi allora risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?". Allora egli risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me".E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Tutte le volte che mi fermo a riflettere su questo brano di Vangelo sono felicissimo. E sapete perché? Perché non mi sono mai fermato a considerare l'aspetto del Giudizio Universale, ma mi sono sempre posto dinanzi a questa vivace immagine a tu per tu col Cristo, che anzitutto nella mia vita mi chiede di accoglierlo, di lasciarmi amare da Lui così come sono e di riconoscerlo nei volti e nelle storie delle persone dietro cui si nasconde. Ci sarà, poi!, il momento del giudizio. Ma non è da temere da parte di chi, qui sulla terra, ha conosciuto Gesù come l'avvocato difensore e lo riconoscerà un giorno come giudice.
In questa domenica in cui la Chiesa celebra la festa di Cristo Re viene proclamato il brano del giudizio presente nel Vangelo di Matteo. Ma ciò che mi piace sottolineare è che questo re-giudice si presenta come un pastore (era quello, d'altronde, il titolo più gratificante che potesse ricevere un re d'Israele), immagine sempre affascinante perché nella tradizione biblica Dio come pastore è colui che si prende cura delle pecore facendole riposare, cercando quella perduta, riconducendo quella smarrita, fasciando quella ferita, curando quella malata (I lettura), portando gli agnellini sul petto, guidando pian piano le pecore madri. E se ci poniamo in questa prospettiva, le parole del giudizio si fanno certamente pesanti per i capi e per quanti hanno una responsabilità nella Chiesa e nella società. Ma per il popolo queste parole suonano dolci. Chi si pone in serio atteggiamento di ricerca della volontà di Dio, non si spaventa se il Signore vuole bruciare non noi, ma in noi quella parte di insensibilità, indifferenza, incapacità ad amare, potenziando le nostre capacità a scorgere e compiere il bene.
Come il mio desiderio è, principalmente, quello di essere amato e raggiunto dagli altri nel mio bisogno, così facendo del bene al prossimo faccio del bene a me stesso: se so amare veramente me stesso, so amare veramente gli altri! Che in questa domenica, leggendo con calma questo Vangelo, possiamo rimuovere da noi il timore del giudizio e chiedere la grazia di saper riconoscere la sua presenza nascosta nel fratello e nella sorella che aspettano che io mi accorga di loro.
Buona Domenica a tutti!
[don Vito]