“Tu sei mio Figlio”: il giorno del battesimo di Gesù
La riflessione di don Vito Carpentiere
domenica 12 gennaio 2014
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Questa domenica segna il passaggio tra il tempo di Natale, quale suo compimento, e il tempo Ordinario, quale suo principio. Come mai è appena nato ed oggi ce lo ritroviamo già adulto ricevere il battesimo da Giovanni? Il Battesimo di Gesù è considerato il secondo di tre manifestazioni (in greco epifania) al mondo: la prima è quella propriamente detta Epifania, all'arrivo dei Magi; la seconda è la festività odierna, quando si aprono i cieli e si ode la voce del Padre; la terza avviene al momento delle nozze di Cana, quando trasforma l'acqua in vino per manifestare il sopraggiungi mento dei tempi messianici.
Gesù si fa battezzare, nonostante non ne avesse assoluto bisogno, per adempiere la giustizia di Dio, ciò per cui Dio rende giusto l'uomo, ossia annullando le distanze tra Lui e ciascuno di noi.
"Tu sei mio Figlio": queste parole udite quel giorno rivelano l'identità e il rapporto speciale di Gesù con Dio che è Padre e ricordano la nostra identità: io sono figlio di Dio.
"Tu sei amato": questo è il mio nome per Dio. La prima realtà della nostra fede. L'amore di Dio viene prima. Poi viene il nostro amore verso di Lui. Solo dopo questo amore fontale.
"In te ho posto il mio compiacimento": Dio mi pensa ed è compiaciuto, mi pensa e gioisce. Come quando pensa al Figlio, così accade quando pensa a me.
Toniamo alla porta della nostra fede, troveremo un Dio che è Padre, che mi chiama Figlio amato e che, compiacendosi di me, mi apre a nuovi orizzonti della mia esistenza umana e cristiana.
[don Vito]