Tredici anni dal crollo di via Roma, il ricordo della città

Cerimonia di commemorazione alla presenza delle autorità del territorio, il sindaco «Sarà difficile creare un'area della memoria in questa zona»

giovedì 3 ottobre 2024 13.33
A cura di Adriano Antonucci
Una ferita ancora aperta nel cuore di tutti i barlettani, alle 12.21 del 3 ottobre 2011 un palazzo si accasciò su se stesso in via Roma provocando la morte di 5 donne. Antonella Zaza, Matilde Doronzo, Tina Ceci, Giovanna Sardaro e la 14enne Maria Cinquepalmi persero la vita in modo tragico e straziante a causa della malaedilizia. Questa mattina alla presenza di tutte le massime istituzioni del territorio è stata deposta simbolicamente una corona di fiori sul luogo della disgrazia. Alle 12,21 si è tenuto un minuto di silenzio in ricordo delle sfortunate vittime.

«È una ferita che è aperta e rimarrà sempre aperta - ha affermato il sindaco Cosimo Cannito - perché appartiene alla storia della città di Barletta e l'Amministrazione comunale ha l'obbligo di richiamare alla memoria questa tragedia che si ricollega agli altri episodi di malaedilizia che tanti lutti e tanto dolore hanno causato. La mia viva speranza è che la città abbia imparato da questi tristi episodi e che si comporti di conseguenza nel migliorare la qualità dell'abitare assicurando la sicurezza di tutti».

A proposito di memoria, a margine della commemorazione il primo cittadino ha ammesso le difficoltà in essere sulla strada della possibile creazione di un'area dedicata alla memoria di tutte le vittime dei crolli avvenuti a Barletta (via Magenta e via Canosa quelli precedenti ndr) proprio in via Roma «Purtroppo - ha sottolineato il sindaco - la proprietà è costituzionalmente garantita. Noi avevamo preso un impegno in consiglio comunale sulla verifica di possibili volumetrie da utilizzare e ad ora non ne abbiamo. Inoltre va detto che i costi di esproprio ed acquisizione di questo suolo sono altissimi e i proprietari hanno anche usufruito di fondi piano casa che non potremmo coprire quindi, non solo si sta procedendo alla costruzione qui accanto al suolo del crollo, ma credo che si procederà all'abbattimento della stecca esistente e ci sono rumor che mi lasciano pensare che i proprietari abbiano intenzione di costruire proprio sul suolo dove sorgeva il palazzo crollato e che ora è stato dissequestrato. Queste sono le leggi dello stato e noi dobbiamo rispettarle, noi avremmo voluto far sorgere qui un monumento alla memoria e vorremmo ancora farlo ma questo terreno, lo ripeto, è proprietà privata. Noi stiamo pagando con fondi comunali il ristoro alle famiglie che hanno subito questo oltraggio umano e poi siamo costretti a rivalerci su chi ha determinato questo scempio. Lo ribadisco, avremmo voluto dedicare quest'area alla memoria delle vittime della malaedilizia, ma è davvero difficile, non serve demagogia».

Dalle parole di Lucia Zaza, sorella di Antonella, il dolore e la rabbia per una memoria e una giustizia che tardano ad arrivare. «Ricordare è importante, ma servono segnali tangibili. Siamo qui da 12 anni ormai, ma siamo a un punto zero. Ma queste ragazze meritano ben altro ricordo e le famiglie meritano ristori che non sono mai arrivati, la sofferenza non si paga certo ma il sostegno è dovuto. Chiediamo che ci sia almeno una targa, un ricordo, un giardino, una statua e chiediamo maggiore considerazione per le famiglie».
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