Tre anni fa scompariva l'ex sindaco Ciccio Salerno

Il ricordo di Ventola, Gammarota, Alfarano e Palombella. «Ha lottato per la dignità di un territorio ricco di storia»

martedì 10 settembre 2013 11.00
A tre anni dalla prematura scomparsa dell'ex sindaco di Barletta, giungono alla redazione di Barlettalife, pensieri di ricordo, provenienti dal mondo politico e delle istituzioni della città della Disfida, nei confronti del compianto "Ciccio" Salerno.

«Ho avuto il privilegio di lavorare con lui - così il presidente della provincia Barletta-Andria-Trani, Francesco Ventola - Attaccatissimo a Barletta ed ai Barlettani, non gli ha fatto difetto una visione d'insieme di tutto il nostro territorio. Per questo, dopo aver guidato con sentimenti che posso definire viscerali la sua amata Città, si candidò alla guida della nostra neonata Provincia di Barletta Andria Trani. A tre anni dalla scomparsa di Ciccio Salerno, il modo migliore per ricordarlo è quello di farne rivivere lo spirito che lo ha sempre contraddistinto.

E' luogo comune parlare male della politica e di chi la interpreta facendo di tutt'erba un fascio. Giusto o sbagliato che sia, l'amico Ciccio non sarebbe mai rientrato nella schiera dell'accezione negativa di un certo modo di fare politica - continua Ventola - La sua passione, la sua tenacia e la sua lealtà nei confronti di tutti - del suo elettorato come degli avversari politici - lo ponevano su un altro piano: quello della politica tra la gente, con la gente e per la gente. Nella sua visione, forte era il bisogno di autonomia, di autodeterminazione di una Comunità. In questo, dopo aver lavorato tanto per la Città di Barletta, molto prezioso era il suo ruolo all'interno della nostra Provincia nell'affermare la dignità di un territorio ricco di storia e di grandi potenzialità, umani ed ambientali. Per queste e per ragioni affettive personali, Ciccio ci manca. Il ricordarlo, alimentando il messaggio di vita e l'esempio di coerenza, è certamente un modo utile per rendergli merito ed onore.

Programmato grazie all'iniziativa del movimento "La Buona Politica", venerdì 18 settembre prossimo con molti altri pubblici amministratori terremo una giornata di riflessioni e proposte prendendo a spunto il Decreto del fare - conclude Ventola - Se ci faremo guidare dalla concretezza che caratterizzava Ciccio Salerno, sarà un appuntamento valido ed una opportunità per ricordalo fuori dagli schemi autocelebrativi come a lui sarebbe piaciuto. Ai suoi amici più stretti ed alla famiglia, soprattutto, rinnovo i miei sentimenti di vicinanza e riconoscenza».

«Quando il Presidente del Consiglio Enrico Letta, presentò il "Decreto del Fare", Decreto che dava o avrebbe dovuto dare anche agli Amministratori locali gli strumenti per operare attivamente per la propria comunità, mi è venuto in mente un episodio capitato il primo giorno della prima elezione a Sindaco di Francesco Salerno - così ricorda l'ex sindaco, Giuseppe Gammarota, del movimento la Buona Politica - Egli disse: bene, abbiamo vinto, ora abbiamo un impegno, ora dobbiamo "fare". È stato Sindaco di Barletta dal 1998 al 2006. Mai avrebbe pensato che un giorno si potesse varare una sorta di licenza per operare fattivamente. Salerno, non attese Decreti o licenze, Salerno studiò la situazione, analizzò i fattori esogeni ed endogeni, e comincio ad operare subito in maniera determinata e decisa. Oggi a tre anni dalla sua scomparsa, ci piace ricordare a chi lo ha dimenticato, a chi cerca di dimenticarlo, ai giovani elettori che non lo hanno vissuto quegli anni "straordinari", quello che ha realizzato.

Uno dei primi provvedimenti fu quello di scardinare quei gruppi di potere interni al "palazzo" che ormai condizionavano fortemente la vita amministrativa. Per fare ciò, avviò corsi di formazione continua per tutto il personale, nessuno escluso. La parola d'ordine fu quella di considerare i cittadini non come "sudditi" ma sono depositari di una sovranità popolare che dovrà giudicare su quello che si fa o non si fa. Volle tener fede allo slogan : "Il Sindaco Della Gente". In poco tempo divenne il Sindaco delle Riscossa, uno dei più grandi Sindaci della nostra città (definizione di Roberto Straniero in un suo pezzo giornalistico all'indomani della sua scomparsa).

Ora proviamo ad elencare una serie di interventi, certi che a questi se ne potrebbero aggiungere molti altri:
. La rivoluzione comincia dai giardini del castello , un polmone verde a disposizione della comunità' che subito si animo di giovani, di famiglie, di anziani. Oggi purtroppo la loro situazione di degrado è il segno di quello che è accaduto dopo di lui.
. Il fossato del Castello, recuperato e reso disponibile per importanti concerti e attività culturali, compreso un grande parcheggio. Come si fa a non ricordare, Renzo Arbore, Francesco Degregori, Dalla, i Phoo, ecc……, i programmi dell'"estate barlettana" sono stati sempre molto partecipati non solo da nostri concittadini ma soprattutto da gente che veniva dai Comuni limitrofi e non solo;
. Furono illuminati meglio i Corsi principali;
. Si realizzarono subito i tronchi di fognatura in zona Patalini e vecchia 167;
. Si sistemarono tutti i marciapiedi;
. Si riasfaltarono le strade;
. Si recuperò e si rifece il basolato del centro storico compreso le 7 rue;
. Molta attenzione fu dedicata ai giardini di viale Leonardo da vinci. Finalmente anche quel quartiere "periferico" aveva il suo verde attrezzato;
. Furono sistemate le piazze del circolo Unione, Aldo moro, Federico di Svevia, Principe Umberto, Manfredi e piazzetta di via Roma;
. Riprese vita la fontana della stazione;
. Fu consegnato il palazzetto dello sport;
. Si intervenne sulla ristrutturazione di quasi tutte le chiese;
. Si comincio ad avviare incontri e confronti tra le comunità Cristiani e le comunità Mussulmane;
. Si acquisto il palazzo della banca d'Italia, del palazzo Bonelli;
. Si recuperò il Palazzo della Guardia di Finanza che fino ad allora era un ricettacolo di rifiuti ed altro;
. Si mise fine ad un procedimento che andava avanti da moltissimi anni riuscendo ad iscrivere nel patrimonio comunale il Palazzo INA- UPIM;
. Acquistò della ex distilleria sottraendola ad una avanzata speculazione edilizia;
. Fu portato a conclusione il restauro del palazzo della Marra;
. Il Centro Storico, quartiere a lui molto caro, fino ad allora abbandonato nel suo degrado, oggi è il cuore pulsante della città.
. Inventa la Barsa (Barletta Servizi Aziendali), anche se oggi molte finalità sono state tradite e mortificate, per non abbandonare 150 famiglie al loro destino e per offrire a Barletta un degno servizio di raccolta rifiuti;
. Il suo capolavoro fu Il grande rilancio della Disfida di Barletta, assente da oltre trent'anni e fatta diventare in po' ho tempo una delle tre manifestazioni più importanti di Puglia insieme a il Teatro di Martina Franca nella Valle d'Itria e alla notte della Taranta. Il 500mo anniversario coinvolse l'intera Nazione e l'Ambasciata di Spagna. A Barletta ci fu un grande appuntamento con tutti i Sindaci dei Comuni che diedero i natali ai Cavalieri della Disfida, si creò un circuito e nacquero moltissime cooperative e attività che ancora oggi sono chiamate nei Comuni dove si rievoca la Disfida ( Troia, Capua, Gennazzano, Sutera, Lodi, ecc…). non solo certame, che comunque veniva organizzato nei minimi particolari e che accoglieva migliaia di spettatori, ma anche eventi collaterali che davano notorietà a Barletta e facevano ricadere sul nostro territorio i vantaggi di azioni di questo genere.
. Il Parco letterario fu approvato e finanziato dall'Unione Europea. Con quei fondi furono recuperate e fu realizzata una esposizione delle marionette Immesi, furono creati preziosi abiti cinquecenteschi che indossati da nostri concittadini facevano bella mostra nelle sfilate storiche. (sarebbe importante conoscere il loro stato di conservazione e l'eventuale riutilizzo). Si ristrutturò la Cantina della Disfida, furono fatti anche dei lavori nei Comuni limitrofi, ecc...
. Creazione del l'archivio della memoria, rendendo giustizia a chi è' morto per la libertà. Barletta fu meritoria di ricever con Salerno Sindaco Due medaglie d'oro, una consegnata dal Presidente Giorgio Napolitano l'altra dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi;
. Si diede una prima ubicazione alla biblioteca comunale e si diede avvio alla ricerca di una ubicazione più idonea in locali pubblici (ancora oggi si attende di conoscere una sede davvero idonea in grado di rispondere alle tante richieste da parte di giovani studenti).
. Si esposero i quadri del De Nittis, della collezione Ricci, Gabbiani e di altri pittori dell800 di scuola napoletana;
. Le Stagioni teatrali furono sempre all'insegna della sobrietà e del buongusto;
. Riportò il Cinema d'Estate nella suggestiva arena del Castello;
. Partì il piano spiagge sulla litoranea di Ponente. Oggi è uno dei luoghi più frequentati nel periodo estivo;
. Fece realizzare il bando della nuova 167 che si spera possa al più presto offrire residenze alle moltissime famiglie in cerca di casa;
. Non abbasso mai la guardia nei confronti della delinquenza e per questo subì alcune vili azioni criminali. Salerno aveva una visione ampia del territorio pur essendo un barlettano verace, questo gli consenti di realizzare un sogno"impossibile": la sesta Provincia Pugliese. Ci riuscì perchè furono superati tutti i campanilismi attraverso l'intuizione della Provincia policentrica;
. Con il Patto Territoriale Nord Barese Ofantino di cui fu Presidente, fece avviare moltissime imprese che ancora oggi continuano la loro attività.

Sicuramente potremmo continuare nella elencazione delle cose fatte e/o avviate. Salerno, ne siamo certi, ancora oggi è nel cuore di molti nostri concittadini ed è per questo che noi sosteniamo e siamo al fianco di Sabrina e Paolo Salerno i quali hanno già fatto richiesta, in un incontro avuto con l'Assessore Rizzi, affinchè i giardini del Castello (luogo da cui partì la sua "rivoluzione") siano intitolati al loro padre».

«Un esempio di buona politica per tutti - così Giovanni Alfarano, consigliere regionale e comunale Pdl - Seppur di parte politica opposta, ho sempre apprezzato il modo di fare di Ciccio. Ricordo bene la sua indole da leader, la sua grande intelligenza politica, il suo forte fiuto amministrativo, le sue idee geniali, la sua spiccata capacità nella risoluzione dei problemi. Ciccio era instancabile e per qualsiasi forza politica d'opposizione risultava spesso inattaccabile. In molte occasioni, ti capitava di osservarlo e di apprendere dai suoi sguardi, dai suoi gesti ed in un secondo luogo dalle sue parole, qualcosa di nuovo, di inaspettato. Il suo impegno per la città è sotto gli occhi di tutti. Tante, difatti, nella città di Barletta, sono le opere che portano il suo nome. Un uomo che ha fatto tanto non solo per la sua città ma anche per il territorio. Se oggi Ciccio è così amato ed apprezzato è perché è stato grande e dalla politica avrebbe meritato sicuramente di più».

«I semi che vengono piantati danno buoni frutti. Magari dopo anni - così scrive Marta Palombella, già portavoce dell'ex sindaco Salerno - Alcuni di essi vivono sotto traccia una vita propria, senza veder la luce mai. Poi, una mattina allunghi la mano sulla zolla di terreno e ti accorgi che quel seme dimenticato ha cominciato a germogliare con una, due, tre piccole gemme. Ho preso a prestito una metafora "verde" per ricordare il lascito di Francesco Salerno, sindaco della città di Barletta che ci ha lasciati tre anni or sono. Un lascito valoriale e progettuale. Un lascito di realizzazioni delle quali i cittadini barlettani e non, beneficiano.

Dopo l'improvvisa scomparsa di Francesco Salerno, la città ha attraversato un tunnel fatto di politica politicante. Quella, per intenderci, odiata dai cittadini perché distante dalle loro vite, bisogni, aspettative. Barletta, la Barletta politico-amministrativa sembrava essersi incartata nei giochi più beceri, dimenticando il profilo, alto, l'orizzonte, aperto, lo stile produttivo e instancabile del sindaco che l'aveva ben governata per circa un decennio. Ancora oggi, e non sembri strano, incontro persone, in altre città, che ricordano e rimpiangono l'operato di un uomo che aveva riportato la sua amata città a guidare processi oltre cortina, ispirando e coniugando tutto al tempo futuro. Un uomo, un sindaco che aveva sviluppato, antesignano come sempre, buone pratiche di democrazia partecipata, con il Piano strategico, aveva parlato di buona politica anticipando il sentire dei suoi concittadini, degli elettori del centrosinistra che mostravano malessere nei confronti dei loro referenti.

Francesco Salerno ha seminato. E seminato bene. I semi migliori si erano riparati, in attesa di spuntare con nuova linfa. E la linfa è giunta da lontano. Forse solo con occhi nuovi ma nostrani, distacco e vicinanza allo stesso tempo, era possibile ridare la speranza ad una città bella e importante come Barletta. Io, che barlettana lo sono per affezione, guardo con fiducia e anche trepidazione e credo che buone cose possano essere fatte per una città che le merita tutte. So di spingermi troppo avanti ma sento che un nuovo inizio è alle porte. I semi, il lascito di Francesco hanno incontrato un buon coltivatore. Spero diano buoni frutti. Per i barlettani, per il territorio. E per rendere omaggio e affetto al grande sindaco che per primo ha nutrito la sua terra con vigore, tenacia e lungimiranza».