Tolleranza zero sulla pesca, in azione la Guardia Costiera di Barletta
Sanzioni per due venditori ambulanti di ricci di mare
mercoledì 25 giugno 2014
13.56
Anche nella giornata odierna di condizioni meteo marine proibitive, notevole l'impegno degli uomini della Capitaneria di porto di Barletta volto a scoraggiare e contrastare la commissione di illeciti nel settore della pesca marittima. "Tolleranza zero" alle frodi alimentari sul pescato: questo è il senso dei controlli, effettuati in questi giorni dal personale della Guardia Costiera di Barletta, mirati essenzialmente a bloccare la commercializzazione di prodotti ittici di cui ne è vietata la cattura.
È stato verificato il rispetto delle normative nazionali ed europee in materia di cattura, commercializzazione, somministrazione e detenzione dei prodotti della pesca. In particolare, nella fitta "rete" degli accertamenti sono finiti due venditori ambulanti intenti a vendere, sul ciglio strada, esposti agli agenti atmosferici ed allo smog, ricci di mare (di cui, in questo periodo, ne è vietata la cattura) ed altri prodotti ittici, in spregio alle norme in materia igienico-sanitaria. I militari della Capitaneria di porto di Barletta hanno, pertanto, in un caso contestato l'illecito amministrativo della "detenzione, ai fini della vendita di prodotto ittico di cui ne è vietata cattura" elevando una sanzione amministrativa pecuniaria pari a € 4.000, procedendo, nel secondo caso, a deferire alla competente Autorità Giudiziaria, il venditore ambulante per il reato di "vendita di prodotto ittico in cattivo stato di conservazione".
La Capitaneria di porto di Barletta rammenta che è iniziato il 1° maggio e terminerà il 30 giugno il periodo di divieto della raccolta del riccio di mare, così come previsto dalla legge nazionale. La norma serve a garantire il ripopolamento della specie in questo periodo di fermo biologico; è infatti in questi due mesi che il riccio di mare si riproduce andando a fecondare le uova depositate da esemplari femmina che in questi due mesi si trasformano in esemplari di maschio proprio perché trattasi di specie ermafrodita che si riproduce grazie alla fecondazione di cellule prodotte da soggetti diversi. La grande quantità di uova fecondate ed in seguito liberate da ogni singolo esemplare che assomma a diverse migliaia, consente la perpetuazione della specie che, come noto, nonostante il massiccio prelievo, riesce in qualche modo a sopravvivere con una certa abbondanza nel nostro mare. Si comprende pertanto la gravità dell'illecita commercializzazione del riccio nel pieno del suo periodo riproduttivo.
La Guardia Costiera rammenta che oltre al suddetto divieto, resta la limitazione valida durante il restante periodo dell'anno compreso fra il 1° luglio al 30 aprile riguardante il quantitativo di esemplari che possono essere prelevati. Nello specifico la normativa stabilisce che la pesca del riccio di mare è consentita a pescatori subacquei professionisti e sportivi, che possono effettuarla solo in immersione e manualmente, utilizzando attrezzi da raccolta limitati all'asta a specchio e al rastrello. Il pescatore professionista non può catturare giornalmente più di 1000 esemplari; al contrario il limite giornaliero per il pescatore sportivo è fissato in 50 ricci. Infine la normativa fissa la taglia minima di cattura che deve essere non inferiore a 7 cm di diametro totale compresi gli aculei. In questo periodo si invita, pertanto, chiunque ne venga a conoscenza, a segnalare la raccolta e la vendita del riccio di mare al numero 08835310, utenza telefonica della Capitaneria di porto di Barletta.
È stato verificato il rispetto delle normative nazionali ed europee in materia di cattura, commercializzazione, somministrazione e detenzione dei prodotti della pesca. In particolare, nella fitta "rete" degli accertamenti sono finiti due venditori ambulanti intenti a vendere, sul ciglio strada, esposti agli agenti atmosferici ed allo smog, ricci di mare (di cui, in questo periodo, ne è vietata la cattura) ed altri prodotti ittici, in spregio alle norme in materia igienico-sanitaria. I militari della Capitaneria di porto di Barletta hanno, pertanto, in un caso contestato l'illecito amministrativo della "detenzione, ai fini della vendita di prodotto ittico di cui ne è vietata cattura" elevando una sanzione amministrativa pecuniaria pari a € 4.000, procedendo, nel secondo caso, a deferire alla competente Autorità Giudiziaria, il venditore ambulante per il reato di "vendita di prodotto ittico in cattivo stato di conservazione".
La Capitaneria di porto di Barletta rammenta che è iniziato il 1° maggio e terminerà il 30 giugno il periodo di divieto della raccolta del riccio di mare, così come previsto dalla legge nazionale. La norma serve a garantire il ripopolamento della specie in questo periodo di fermo biologico; è infatti in questi due mesi che il riccio di mare si riproduce andando a fecondare le uova depositate da esemplari femmina che in questi due mesi si trasformano in esemplari di maschio proprio perché trattasi di specie ermafrodita che si riproduce grazie alla fecondazione di cellule prodotte da soggetti diversi. La grande quantità di uova fecondate ed in seguito liberate da ogni singolo esemplare che assomma a diverse migliaia, consente la perpetuazione della specie che, come noto, nonostante il massiccio prelievo, riesce in qualche modo a sopravvivere con una certa abbondanza nel nostro mare. Si comprende pertanto la gravità dell'illecita commercializzazione del riccio nel pieno del suo periodo riproduttivo.
La Guardia Costiera rammenta che oltre al suddetto divieto, resta la limitazione valida durante il restante periodo dell'anno compreso fra il 1° luglio al 30 aprile riguardante il quantitativo di esemplari che possono essere prelevati. Nello specifico la normativa stabilisce che la pesca del riccio di mare è consentita a pescatori subacquei professionisti e sportivi, che possono effettuarla solo in immersione e manualmente, utilizzando attrezzi da raccolta limitati all'asta a specchio e al rastrello. Il pescatore professionista non può catturare giornalmente più di 1000 esemplari; al contrario il limite giornaliero per il pescatore sportivo è fissato in 50 ricci. Infine la normativa fissa la taglia minima di cattura che deve essere non inferiore a 7 cm di diametro totale compresi gli aculei. In questo periodo si invita, pertanto, chiunque ne venga a conoscenza, a segnalare la raccolta e la vendita del riccio di mare al numero 08835310, utenza telefonica della Capitaneria di porto di Barletta.