Timac, Forum Salute e Ambiente: «Amministrazione fa finta di nulla»
«Vogliamo un Consiglio comunale monotematico, la cittadinanza lo chiede»
mercoledì 15 giugno 2016
10.19
«Nella mattinata di ieri i Carabinieri di Barletta hanno disposto il sequestro giudiziario preventivo dello stabilimento Timac Agro Spa, sito in via Trani. Siamo dinanzi ad una situazione di urgenza, nel corso di indagini preliminari, che porterà il pubblico ministero, entro 48 ore dalla ricezione del verbale del luogo in cui il sequestro è stato eseguito e se non dispone la restituzione delle cose sequestrate, a richiede al giudice la convalida e l'emissione del decreto motivato». Così interviene Sandra Parente del Forum Salute e Ambiente in merito all'attività dei Carabinieri, quasi un fulmine a ciel sereno, a ridosso del perimetro della nota azienda chimica.
«Come per la Buzzi Unicem è la magistratura a procedere per verificare la correlazione fra inquinamento ambientale ed aziende insalubri al fine di individuare i responsabili ed applicare il principio "chi inquina paga" - conferma Parente - e questo accade in una città che vede la classe politico-amministrativa trincerarsi dinanzi ad un protocollo sul monitoraggio ambientale generico volto unicamente a valutare la presenza e la consistenza di alcuni dei numerosi veleni sprigionati da attività insalubri non solo nelle matrici ambientali ma anche in quelli umani ed animali, senza che questi vengano legati alle industrie presenti sul territorio. Già dallo scorso agosto le comunicazioni dei funzionari degli enti competenti per la tutela dell'ambiente e della salute contenevano una fotografia del sito in cui si producono fertilizzanti chimici che avrebbe dovuto far scattare innumerevoli campanelli d'allarme, evidenziando le stesse che "il sito Timac del Comune di Barletta in data 15 dicembre 2008 è stato posto sotto l'attenzione delle amministrazioni pubbliche, in quanto l'Agenzia regionale per l'ambiente della Puglia ha accertato che nel sito in oggetto i livelli di contaminazione da piombo, rame e zinco del sottosuolo e da cromo esavalente, floruri, solfati e tricloroetano delle acque sotterranee sono superiori ai valori di soglia di contaminazione".
Nonostante ciò, in un susseguirsi di rimpalli su cause e responsabilità, il sindaco Cascella con l'intera maggioranza ritenne necessario chiedere ai competenti organi della Regione Puglia un annullamento parziale o quantomeno una sospensiva del provvedimento di Messa in Sicurezza Operativa. A Barletta il prossimo consiglio comunale è stato convocato per venerdì 17 giugno alle ore 17,30 per l'approvazione del Rendiconto di gestione esercizio 2015. Nessuna traccia, dunque, della proposta di deliberazione di iniziativa popolare "monitoraggio ambientale legato alle aziende insalubri" che, in occasione del consiglio comunale dello scorso 18 marzo, dinanzi alla certezza di essere approvata con modifiche mirate a trasformarla in una mera dichiarazione favorevole ad un generico monitoraggio ambientale, fu rinviata in extremis grazie alla pressione dei rappresentanti del Forum Salute e Ambiente di Barletta presenti in aula. Fu dunque deciso dall'amministrazione comunale di rinviare a data da destinarsi la discussione sul monitoraggio ambientale con il proposito di avviare un percorso di partecipazione con le associazioni e i comitati ambientalisti. Era palese che tale mossa era solo un maldestro tentativo da parte della maggioranza di prendere tempo e cercare di affrontare il più tardi possibile la discussione su uno dei nodi principali che affliggono la nostra città e cioè la presenza di siti industriali che inquinano.
Dal consiglio comunale sulle due deliberazioni di iniziativa popolare dello scorso 18 marzo abbiamo denunciato più volte l'indecente comportamento dell'intera amministrazione Cascella. Un'amministrazione che fa finta di nulla e non ritiene doveroso diffondere i primi dati allarmanti che provengono dal monitoraggio ambientale promosso con Regione Puglia ed altri enti non rendendoli fruibili alla cittadinanza. Atteggiamento dal quale si evince quello che da anni ormai affermiamo e cioè la presenza di una grave crisi ecologica e, dunque, sanitaria. Anche in questa occasione ascolteremo le solite frasi di rito da parte del Sindaco Cascella e dell'intera classe politica, trincerandosi dietro le indagini della magistratura senza proporre uno straccio di proposta politica che getti le basi per cercare di invertire la rotta. Per questo come Forum abbiamo promosso un percorso autonomo che ci ha portato alla presentazione della delibera di iniziativa popolare sul monitoraggio legato alle aziende insalubri, sottoscritta da 1200 cittadini, che, come previsto dallo Statuto comunale, pretendiamo sia portata in consiglio comunale per la sua discussione e approvazione senza stravolgimenti, come da volontà popolare. Il Consiglio Comunale monotematico potrebbe essere l'occasione per aprire una discussione che coinvolga i cittadini sul disastro ambientale in cui è sprofondata la nostra città.
Ma siamo consapevoli che ci troviamo a dover fronteggiare un muro sollevato da una classe politica non disposta ad ascoltare le istanze che provengono dai settori sociali della città e che è nostro compito continuare a portare avanti questa battaglia fin dentro i luoghi del potere».
«Come per la Buzzi Unicem è la magistratura a procedere per verificare la correlazione fra inquinamento ambientale ed aziende insalubri al fine di individuare i responsabili ed applicare il principio "chi inquina paga" - conferma Parente - e questo accade in una città che vede la classe politico-amministrativa trincerarsi dinanzi ad un protocollo sul monitoraggio ambientale generico volto unicamente a valutare la presenza e la consistenza di alcuni dei numerosi veleni sprigionati da attività insalubri non solo nelle matrici ambientali ma anche in quelli umani ed animali, senza che questi vengano legati alle industrie presenti sul territorio. Già dallo scorso agosto le comunicazioni dei funzionari degli enti competenti per la tutela dell'ambiente e della salute contenevano una fotografia del sito in cui si producono fertilizzanti chimici che avrebbe dovuto far scattare innumerevoli campanelli d'allarme, evidenziando le stesse che "il sito Timac del Comune di Barletta in data 15 dicembre 2008 è stato posto sotto l'attenzione delle amministrazioni pubbliche, in quanto l'Agenzia regionale per l'ambiente della Puglia ha accertato che nel sito in oggetto i livelli di contaminazione da piombo, rame e zinco del sottosuolo e da cromo esavalente, floruri, solfati e tricloroetano delle acque sotterranee sono superiori ai valori di soglia di contaminazione".
Nonostante ciò, in un susseguirsi di rimpalli su cause e responsabilità, il sindaco Cascella con l'intera maggioranza ritenne necessario chiedere ai competenti organi della Regione Puglia un annullamento parziale o quantomeno una sospensiva del provvedimento di Messa in Sicurezza Operativa. A Barletta il prossimo consiglio comunale è stato convocato per venerdì 17 giugno alle ore 17,30 per l'approvazione del Rendiconto di gestione esercizio 2015. Nessuna traccia, dunque, della proposta di deliberazione di iniziativa popolare "monitoraggio ambientale legato alle aziende insalubri" che, in occasione del consiglio comunale dello scorso 18 marzo, dinanzi alla certezza di essere approvata con modifiche mirate a trasformarla in una mera dichiarazione favorevole ad un generico monitoraggio ambientale, fu rinviata in extremis grazie alla pressione dei rappresentanti del Forum Salute e Ambiente di Barletta presenti in aula. Fu dunque deciso dall'amministrazione comunale di rinviare a data da destinarsi la discussione sul monitoraggio ambientale con il proposito di avviare un percorso di partecipazione con le associazioni e i comitati ambientalisti. Era palese che tale mossa era solo un maldestro tentativo da parte della maggioranza di prendere tempo e cercare di affrontare il più tardi possibile la discussione su uno dei nodi principali che affliggono la nostra città e cioè la presenza di siti industriali che inquinano.
Dal consiglio comunale sulle due deliberazioni di iniziativa popolare dello scorso 18 marzo abbiamo denunciato più volte l'indecente comportamento dell'intera amministrazione Cascella. Un'amministrazione che fa finta di nulla e non ritiene doveroso diffondere i primi dati allarmanti che provengono dal monitoraggio ambientale promosso con Regione Puglia ed altri enti non rendendoli fruibili alla cittadinanza. Atteggiamento dal quale si evince quello che da anni ormai affermiamo e cioè la presenza di una grave crisi ecologica e, dunque, sanitaria. Anche in questa occasione ascolteremo le solite frasi di rito da parte del Sindaco Cascella e dell'intera classe politica, trincerandosi dietro le indagini della magistratura senza proporre uno straccio di proposta politica che getti le basi per cercare di invertire la rotta. Per questo come Forum abbiamo promosso un percorso autonomo che ci ha portato alla presentazione della delibera di iniziativa popolare sul monitoraggio legato alle aziende insalubri, sottoscritta da 1200 cittadini, che, come previsto dallo Statuto comunale, pretendiamo sia portata in consiglio comunale per la sua discussione e approvazione senza stravolgimenti, come da volontà popolare. Il Consiglio Comunale monotematico potrebbe essere l'occasione per aprire una discussione che coinvolga i cittadini sul disastro ambientale in cui è sprofondata la nostra città.
Ma siamo consapevoli che ci troviamo a dover fronteggiare un muro sollevato da una classe politica non disposta ad ascoltare le istanze che provengono dai settori sociali della città e che è nostro compito continuare a portare avanti questa battaglia fin dentro i luoghi del potere».