Terre senza promesse per i viaggi della speranza degli immigrati

Meeting delle testate giornalistiche per riflettere con l’Arcivescovo di Lampedusa

sabato 10 maggio 2014 11.30
A cura di Paolo Doronzo
Ieri 9 maggio si è festeggiata la festa dell'Europa, ma cosa deve rappresentare prima di tutto l'Europa se non unione di tanti popoli diversi, con storie, lingue e culture diverse, ma tutti accumunati dallo stare tutti al mondo e come diceva Einstein "L'unica razza che conosco è quella umana".

L'Unione Europea ha donato il più longevo periodo di pace fra gli Stati che si spera duri a lungo, terrificati dalla situazione ucraina in queste ore. Ma questi accadimenti ci devono far riflettere sulle motivazioni serie e angoscianti che spingono gli immigrati a quel 'viaggio della speranza', che spesso annienta ogni speranza incontrando la realtà.

Riflettendo su tali temi, si è svolto ieri sera l'ultimo incontro di "Terre senza promesse. Storie di emigrazione": un progetto, in via di svolgimento in tutta Italia, promosso dal 'Progetto culturale della Chiesa Italiana, dal 'Servizio promozione sostegno economico della Chiesa Cattolica'. Per Barletta, la "Sala della Comunità S. Antonio" ha organizzato l'incontro nella sala della parrocchia "SS. Crocifisso" L'occasione era quella dell'ormai consueto Meeting delle Testate giornalistiche, organizzata dal periodico "La Stadera".

Cercando di abbattere quella cultura dell'indifferenza che ci acceca, non facendoci cogliere l'enorme ricchezza umana e culturale che la 'diversità' può donarci, è intervenuto Mons, Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento e presidente della Fondazione Migrantes, che svolge dunque il suo operato pastorale anche sulla critica realtà di Lampedusa, la quale sicuramente merita riconoscenza e vicinanza da parte di tutti gli italiani. L'invito è a interrogarci sulle cause di tale indifferenza: don Franco ci suggerisce che il problema possa essere la povertà e non il colore della pelle. Bisogna smettere di parlare degli immigrati come una categoria, composta invece di un'incredibile varietà di singole storie di umanità vera.

Proviamo a guardare gli stranieri anche come valore aggiunto al nostro Paese, come garanzia per il futuro anche dell'Italia, perché lo sappiamo che loro svolgono importanti lavori che gli italiani non vogliono svolgere, come l'assistenza ai nostri anziani. Lo ha ricordato Badr Fakhouri, mediatore culturale e coordinatore Associazione Home & Homme che gestisce lo sportello immigrati del Comune di Barletta. Gli immigrati che a Barletta sono solo il 2,2% della popolazione, molto al disotto della media nazionale, in Italia versano tasse per l'11% del nostro PIL; Fakhouri ha ricordato il suo arrivo a Barletta 22 anni fa quando non c'erano molte strutture di accoglienza o per integrarsi con il territorio come corsi di lingua italiana.

All'incontro ha preso parte anche Ibrahim El Sheik El Rashid della Caritas diocesana di Trani-Barletta-Bisceglie illustrando i dati del XIII Rapporto sull'immigrazione, riferendo di una presenza in Itali di oltre 4 milioni di stranieri regolari, circa il 7% della popolazione e la comunità che registra il maggior numero di presenze è quella rumena; in Puglia sono poco più di 90 mila, con la comunità più presente che è quella albanese. Certo è che molti immigrati sono qui solo di passaggio per raggiungere altri paesi europei.

A conclusione della serata è stata consegnata a Mons. Montenegro la "Cattedra degli Anàrgiri", un'importante onorificenza richiamante i Santi Medici, che hanno offerto le proprie capacità, la propria persona per servire il prossimo.