Termina il Mese Mariano, Barletta saluta Maria Santissima dello Sterpeto
L'icona della patrona della città è rientrata al Santuario: il bilancio di questo mese nelle parole di don Dario Dicorato
venerdì 2 giugno 2023
9.29
È fonte di conforto e di affetto la presenza - nel corso del mese di maggio, come ogni anno - dell'icona di Maria Santissima dello Sterpeto, santa patrona della città di Barletta, nei confini cittadini. In Cattedrale ha potuto incontrare tantissimi fedeli barlettani nel corso di queste settimane, ascoltando le loro preghiere come una "mamma".
Si è concluso il Mese Mariano a Barletta, sulla scorta del tema "Maria, madre e modello della Chiesa sinodale". All'arrivo della Madonna a inizio mese, sotto una pioggia talmente fitta che fu indispensabile adoperare un furgoncino per il trasferimento del quadro, fa da contraltare la soleggiata processione che ha accompagnato l'icona nel tragitto dalla Cattedrale al suo Santuario nella mattinata di oggi.
In Piazza Castello ha avuto luogo una conclusiva benedizione per i devoti presenti e il passaggio del quadro nelle mani dei padri giuseppini, prendendo poi la strada per il Santuario.
Per l'occasione abbiamo voluto tracciare un bilancio di questo mese così speciale per la comunità barlettana, intervistando don Dario Dicorato, da ieri viceparroco nella parrocchia del Santissimo Crocifisso di Barletta, che ha svolto il ruolo di confessore in questo mese dedicato a Maria Santissima dello Sterpeto.
Come è andata a livello di partecipazione?
«A conclusione di quella è stata la mia esperienza da sacerdote posso testimoniare che la partecipazione alle celebrazioni è stata molto elevata. Un tempo, quello del "mese di maggio", che i barlettani hanno percepito particolarmente propizio – nonostante le incombenze e le giornate lavorative – per elevare lo sguardo e prendersi cura di sé, della propria vita interiore, della propria anima».
I barlettani hanno partecipato alle celebrazioni?
«I barlettani hanno partecipato alle celebrazioni elevando i loro sguardi alla Vergine dello Sterpeto chiedendo con insistenza una preghiera dell'adagio mariano che recita così: « […] Volgi i tuoi occhi misericordiosi su noi, miseri figli tuoi». Con gli occhi di Maria i fedeli hanno riconosciuto e accolto i segni della grazia per arginare quel logorio etico-spirituale che gli affanni del quotidiano alimentano e dilatano».
Cosa chiedono più spesso alla Madonna dello Sterpeto?
«Chiedono di accogliere nella fede la lieta notizia del pro nobis di Dio, di sintonizzare a esso con tutto loro stessi (intelligenza, volontà e affetti) e di "conservare nelle loro famiglie la fede, la tranquillità, la pace e l'amore", così che trovare buona, vera e bella la loro vita, nonché felice nella beatitudine evangelica. Hanno chiesto con e da Lei una fede provata e magnificata come "esultanza in Dio mio Salvatore" e che tutte le generazioni chiamano "beata" (cfr. Lc 1,47-48)».
Cosa ci insegna Maria Santissima in tempi come questi?
«Maria Santissima ci insegna che il vangelo non mira a rendere irreprensibile e corretto l'uomo agli occhi di Dio ma a renderlo buono. La prima finalità è quella della legge, la cui espressione estrema è l'etica farisaica. Questa è un'etica legalista e formale, che degenera facilmente nella finzione, appunto farisaica, dall'adeguazione puramente esteriore e perciò di una correttezza di facciata, senza coinvolgimento del cuore. Gesù la denuncia apertamente come ipocrisia. Come lo rende buono? Santificandolo e chiamandolo a un vissuto di santità (cfr. 1Cor 1,2). Questo dice di una chiamata – la vocazione – che è iniziativa della grazia che suscita, muove e dispone alla risposta fedele, professione attestatrice – come Maria, la Madre del Signore – delle «grandi cose compiute in me dall'Onnipotente» (Lc 1,49). È la testimonianza del Magnificat, adempiuta come fedeltà e celebrata come lode».
Quali valori e quali consigli?
«Tra i valori e i consigli è da annoverare quello della testimonianza della grazia che in questo mese i barlettani coscientizzano. La fedeltà-risposta-obbedienza-conversione, in cui prende forma il vissuto della fede, è una testimonianza: attestazione con tutta la propria vita della verità liberante del vangelo. Tale carattere attestativo dà impulso operativo e relazionale alla vita credente. Si comunicano, infatti, quelle verità-virtù-valori, quel senso della vita, quella fede e speranza non conseguibili per acquisizione ma per partecipazione. Donde la responsabilità che la testimonianza comporta. Essa è un compito etico che concerne e coinvolge tutti e in particolar modo i barlettani a conclusione del "mese di maggio". Ognuno risponde della testimonianza che è chiamato a offrire nella specificità della sua condizione situazionale e della sua scelta vocazionale e professionale. È il dovere dell'esempio della vita, o buon esempio: il compito dell'«edificazione vicendevole», cui esorta l'Apostolo (cfr. Rm 4,19)».
Si è concluso il Mese Mariano a Barletta, sulla scorta del tema "Maria, madre e modello della Chiesa sinodale". All'arrivo della Madonna a inizio mese, sotto una pioggia talmente fitta che fu indispensabile adoperare un furgoncino per il trasferimento del quadro, fa da contraltare la soleggiata processione che ha accompagnato l'icona nel tragitto dalla Cattedrale al suo Santuario nella mattinata di oggi.
In Piazza Castello ha avuto luogo una conclusiva benedizione per i devoti presenti e il passaggio del quadro nelle mani dei padri giuseppini, prendendo poi la strada per il Santuario.
Per l'occasione abbiamo voluto tracciare un bilancio di questo mese così speciale per la comunità barlettana, intervistando don Dario Dicorato, da ieri viceparroco nella parrocchia del Santissimo Crocifisso di Barletta, che ha svolto il ruolo di confessore in questo mese dedicato a Maria Santissima dello Sterpeto.
Come è andata a livello di partecipazione?
«A conclusione di quella è stata la mia esperienza da sacerdote posso testimoniare che la partecipazione alle celebrazioni è stata molto elevata. Un tempo, quello del "mese di maggio", che i barlettani hanno percepito particolarmente propizio – nonostante le incombenze e le giornate lavorative – per elevare lo sguardo e prendersi cura di sé, della propria vita interiore, della propria anima».
I barlettani hanno partecipato alle celebrazioni?
«I barlettani hanno partecipato alle celebrazioni elevando i loro sguardi alla Vergine dello Sterpeto chiedendo con insistenza una preghiera dell'adagio mariano che recita così: « […] Volgi i tuoi occhi misericordiosi su noi, miseri figli tuoi». Con gli occhi di Maria i fedeli hanno riconosciuto e accolto i segni della grazia per arginare quel logorio etico-spirituale che gli affanni del quotidiano alimentano e dilatano».
Cosa chiedono più spesso alla Madonna dello Sterpeto?
«Chiedono di accogliere nella fede la lieta notizia del pro nobis di Dio, di sintonizzare a esso con tutto loro stessi (intelligenza, volontà e affetti) e di "conservare nelle loro famiglie la fede, la tranquillità, la pace e l'amore", così che trovare buona, vera e bella la loro vita, nonché felice nella beatitudine evangelica. Hanno chiesto con e da Lei una fede provata e magnificata come "esultanza in Dio mio Salvatore" e che tutte le generazioni chiamano "beata" (cfr. Lc 1,47-48)».
Cosa ci insegna Maria Santissima in tempi come questi?
«Maria Santissima ci insegna che il vangelo non mira a rendere irreprensibile e corretto l'uomo agli occhi di Dio ma a renderlo buono. La prima finalità è quella della legge, la cui espressione estrema è l'etica farisaica. Questa è un'etica legalista e formale, che degenera facilmente nella finzione, appunto farisaica, dall'adeguazione puramente esteriore e perciò di una correttezza di facciata, senza coinvolgimento del cuore. Gesù la denuncia apertamente come ipocrisia. Come lo rende buono? Santificandolo e chiamandolo a un vissuto di santità (cfr. 1Cor 1,2). Questo dice di una chiamata – la vocazione – che è iniziativa della grazia che suscita, muove e dispone alla risposta fedele, professione attestatrice – come Maria, la Madre del Signore – delle «grandi cose compiute in me dall'Onnipotente» (Lc 1,49). È la testimonianza del Magnificat, adempiuta come fedeltà e celebrata come lode».
Quali valori e quali consigli?
«Tra i valori e i consigli è da annoverare quello della testimonianza della grazia che in questo mese i barlettani coscientizzano. La fedeltà-risposta-obbedienza-conversione, in cui prende forma il vissuto della fede, è una testimonianza: attestazione con tutta la propria vita della verità liberante del vangelo. Tale carattere attestativo dà impulso operativo e relazionale alla vita credente. Si comunicano, infatti, quelle verità-virtù-valori, quel senso della vita, quella fede e speranza non conseguibili per acquisizione ma per partecipazione. Donde la responsabilità che la testimonianza comporta. Essa è un compito etico che concerne e coinvolge tutti e in particolar modo i barlettani a conclusione del "mese di maggio". Ognuno risponde della testimonianza che è chiamato a offrire nella specificità della sua condizione situazionale e della sua scelta vocazionale e professionale. È il dovere dell'esempio della vita, o buon esempio: il compito dell'«edificazione vicendevole», cui esorta l'Apostolo (cfr. Rm 4,19)».