TEDX Barletta Women: nove storie di vittoria

Un evento al femminile per incoraggiare con le testimonianze di ce l'ha fatta a credere in se stessi

giovedì 3 dicembre 2020
A cura di Francesca Pinto
Cast tutto al femminile quello che ha composto la prima edizione del Tedx Barletta Women, evento ideato ed organizzato dalla crew del Tedx Barletta, svoltosi domenica 29 novembre 2020 alle ore 18:00. Al fine di garantire la sicurezza di quanti volessero prender parte e in ottemperanza con le restrizioni previste dal nuovo DPCM in merito a eventi culturali, questa prima edizione si è svolta integralmente online.

Connesse, da diverse zone d'Italia, nove speaker d'eccezione i quali interventi sono stati presentati dall'attore e doppiatore Giacomo Gianquinto e intervallati dalla virtuale visita guidata ad alcune tele del pittore impressionista barlettano Giuseppe De Nittis condotta da Marco dei Free Walk Tour Barletta, entrambi immersi nella splendida cornice di Palazzo della Marra a Barletta. Tema dell'evento il "fearless", le storie di nove donne impavide le quali senza remore e con tenacia hanno combattuto per i propri ideali ed hanno, con sacrificio e dedizione, trasformato i loro sogni nella propria bellissima realtà.

La prima testimonianza è stata quella di Luisa Rizzitelli, giornalista, esperta di politica e attivista per i diritti delle donne che nel 2020 è stata inserita tra le donne di maggior successo per Forms Italia e che continua a battersi per i diritti delle comunità LGBT. Orgoglio barlettano, la Rizzitelli, ha cominciato la sua carriera sportiva proprio allenandosi al Circolo Tennis di Barletta, motivata dal desiderio di raggiungere i livelli delle sue muse ispiratrici Manuela Pirelli e Monica Bastiani. La sua carriera da atleta è durata per circa sedici anni, poi con la stessa caparbietà la Rizzitelli ha pensato di realizzare un altro dei suoi sogni cioè quello di organizzare eventi sportivi.

"Fu proprio a pranzo dopo un evento a Vietri sul Mare - racconta la Rizzitelli- che mi resi conto del fatto che tutte le atlete che erano sedute a quel tavolo con me avevano subito discriminazioni e ingiustizie da parte del sistema sportivo italiano. Ricordo che i giorni seguenti a quella scoperta furono giorni duri nei quali a stento chiusi occhio, poi mi resi conto che dovevo far qualcosa per cambiare questa situazione. Mi recai in varie città italiane in cerca di atlete che volessero con me denunciare questi problemi, ma trovai poche atlete disposte a supportarmi perché vent'anni fa le donne, pur consapevoli dei problemi, erano frenate dalla paura. Nonostante tutto decisi di portare avanti il mio progetto grazie al supporto di Patrizia Panico e Carolina Morace: creammo un'associazione e mandavamo dei fax in cui denunciavamo questi problemi a coloro i quali erano competenti senza,molto spesso, ricevere le risposte sperate.

La mia prima grande vittoria risale al 2007, quando finalmente siamo riuscite ad ottenere il riconoscimento della maternità alle atlete. Nel 2018, invece, ho ottenuto la mia più grande soddisfazione: io e il mio gruppo di amiche siamo state convocate dal ministero e siamo riuscite ad estendere la legge 91 del 1981 anche alle atlete per le quali, in passato, la professione non era riconosciuta come tale. Concludo dicendo che il mio obiettivo di oggi è quello di spingere le donne a credere più in se stesse, ad avere coraggio e a circondarsi di uomini che condividono le battaglie delle donne, non perché questo deve portare a una supremazia di genere bensì ad una parità fra i sessi."

A seguire l'intervento della giornalista di Sky Mariangela Pira, la quale ha specificato più volte l'importanza dell'istruzione, per noi occidentali ma soprattutto per coloro i quali vivono in paesi poveri come l'Africa della quale la stessa ha avuto esperienza lavorando ad un documentario.

"In Africa- racconta Mariangela Pira- le ragazze che si trovano nei pressi di una scuola vengono linciate o minacciate di morte con l'acido. Ho conosciuto una ragazza che ha imparato brillantemente l'inglese da autodidatta ed una che percorreva 22km a piedi per andare e tornare da scuola. Noi occidentali siamo molto fortunati, nessuno ci vieta di istruirci, tuttavia siamo gli ultimi per alfabetismo funzionale. Invito tutti a cogliere questa possibilità e a guardare all'istruzione come un'arma potentissima in grado di cambiare se stessi e il mondo".

Il terzo speach si è aperto con la voce soave della bellissima Erica Mou, classe 1990 la quale si è classificata seconda nella categoria giovani del festival di Sanremo. Una forte passione per la scrittura e l'ha portata a parlare di se non solo attraverso i testi delle sue canzoni, ma anche attraverso la scrittura: per l'occasione l'artista, dopo una performance canora, ha letto un passo del suo romanzo d'esordio "Nel mare c'è la sete" da cui è emersa la volontà di inculcare in sua figlia la libertà e non renderla vittima di un destino preconfezionato.

È stata poi la volta di Luciana delle Donne, la cui vita è stata, a detta sua, mosaico di tante esistenze. "Mi sono occupata, nella mia prima vita di PIL (prodotto interno lordo), infatti per 22 anni sono stata una top manager ed ho creato, affiancata da un team di 250 persone la prima banca online multicanale. Attualmente mi occupo di innovazione sociale: ho dato vita ad un progetto di realizzazione di gadget personalizzati in cui ho coinvolto i detenuti e le detenute. Il mio intento è mostrare quanto il lavoro nelle carceri abbatta la recidiva dell'80% , per questo ho scelto di coinvolgere nel mio progetto le donne alle quali ho dato la possibilità di vivere nelle carceri nella bellezza, nell'eleganza, donne che spingo ad acculturarsi, a leggere e studiare per poter crescere per non cascare più negli stessi errori."

Dal mondo dell'economia a quello dell'arte: è stata poi la volta di Santa Nastro, critica d'arte affascinata da questo mondo fin dalla più tenera età. Diplomata al Liceo Artistico e in seguito laureta in Storia dell'arte, Santa muove i suoi primi passi in questo ambiente lavorativo a partire dal 2005 "ho subito costatato - spiega la Nastro - che anche in questo mondo vigeva il precariato e il classismo, tuttavia nulla mi ha scoraggiata e nel 2006 ho cominciato a lavorare per una società di Bologna ad un festival di arte contemporanea ed è proprio qui che ho notato che la mera organizzazione degli eventi era riservata a giovani donne alle quali, però, non erano ben riconosciuti i propri meriti. In un mio recente articolo sul giornale per cui lavoro, ho denunciato la condizione di queste artiste che lamentano uno scarso riconoscimento del proprio lavoro rispetto ai colleghi uomini. Consiglio ai giovani artisti e artiste di sfuggire ai dicta e ai dogma e di non aver paura perché ogni forma d'arte sarà sempre una necessità per tutti e in quanto tale non morirà mai".

Alle parole di Santa Nastro è seguita la performance canora di H.E.R., diplomata al conservatorio di Benevento in violino che, con la sua determinazione e talento, vanta nel suo curriculum di cantante collaborazioni con alcuni dei miti della musica italiana fra i quali Battiato e Dalla. Settima ospite di questa prima edizione la dirigente medico Cinzia Conteduca, vincitrice del premio CONCER CANCER FONDATION MERIT ADWARD per 3 volte di fila.

"Punta sempre alla luna male che vada avrai camminato tra le stelle" Questa è la massima che mi ha sempre accompagnata nella mia vita. Dopo essermi laureata avevo il desiderio di fare ricerca in ambito oncologico all'estero, nonostante non conoscessi approfonditamente la lingua inglese. Dopo aver fatto domanda fui selezionata tra i meritevoli e partì per Londra mossa dalla voglia di trovare il biomarcatore che consentisse di personalizzare quanto più possibile la terapia per i pazienti oncologici. Il mio fu definito un crazy progect, nonostante tutto ho creduto in me e ben presto ottenni il mio primo Merit Aadward. Successivamente approdai a New York per continuare a far ricerca e qualche anno più tardi sono tornata in Italia. Spero che la mia esperienza possa essere d'esempio per i giovani ricercatori e ricercatrici, spero che a guidarli sia sempre la tenacia e invito gli organi competenti ad incentivare la ricerca fornendo più borse di studio ai giovani ricercatori".

Penultima protagonista Flavia Pennetta, tennista italiana che ha scelto di raccontare la sua storia attraverso diverse fotografie con le quali ha tradotto in immagini le sue parole. "La prima fotografia che vi mostro è quella in cui siamo ritratti io e la mia famiglia in un campo da tennis: questo sport è sempre stato la mia passione, ho sempre sognato di diventare come la Capriati e la Seles. Per questo, ancora adolescente, ho scelto con i miei genitori di andare a vivere da sola a Roma ed è stato proprio in questa città che ha avuto inizio la mia carriera fatta di alti e bassi in cui ad un certo punto, ho sentito di non aver più niente da dare. A 30 anni, dopo aver partecipato alle Olimpiadi di Londra, ho dovuto subire un'operazione molto importante e dolorosa dovuta alla rottura del tendine e del polso destro. Dopo l'operazione, con molta forza di volontà, ho deciso di mettermi nuovamente in gioco grazie al mio allenatore storico e al mio fisioterapista. Dopo esser stata sul tetto del mondo per aver vinto gli UIS OPEN, ho deciso di abbandonare la carriera sportiva e di seguire il sogno di formare una famiglia tutta mia. Vi invito a non aver paura, a credere in voi stesse e a spingervi oltre la vostra comfort zone."

Ultima protagonista Aurora Ramazzotti, figlia d'arte che nonostante la sua giovane età si è trovata ad affrontare una grande sfida e attimi di paura acuta. "Ritengo che lo status di fearless sia conseguente a quello di fearfull, perché è solo dopo aver vissuto la paura che possiamo trasformarla in forza. Tutti si aspettano che io sia più fortunata degli altri miei coetanei essendo figlia d'arte, in realtà non è cosi: a diciotto anni desideravo la tanto bramata libertà per questo feci domanda ad un'università londinese. Putroppo non sono stata ammessa e questo generò in me tanta tristezza, una tristezza che fu alleviata dalla sorpresa di aver passato le selezioni come conduttrice della fascia pomeridiana di X-Factor. Ero molto felice di questa nuova vita, ma non tardarono arrivare insulti come "raccomandata" ai quali non ero per niente preparata e che, per altro non corrispondevano al vero, in quanto mio padre non aveva mai intercesso per me dato che immaginava un futuro del tutto diverso per sua figlia. Nonostante le critiche proseguì dritta per la mia strada e in una soleggiata mattina di marzo ricevetti una chiamata da mia madre che, in un attimo, stravolse la mia vita. Mia madre mi invitava a tornare a casa subito perché aveva ricevuto una lettera anonima con una minaccia di morte nei mie confronti. In un attimo persi ciò che avevo tanto bramato, la mia libertà infatti giravo sempre scortata dal mio bodyguard. Ad alleviare la sofferenza per questa situazione è stato lo sport, la mia luce infondo al tunnel".

Un evento, il Tedx Barletta Women, con il quale i fautori tentano di incoraggiare, con testimonianze di personaggi noti, i giovani e le giovanissime a credere in sé e nelle proprie potenzialità e ad usare la cultura come unico mezzo per cambiare se stessi e il mondo.