Teatro e cultura a Barletta, Diviccaro: «Occorre investire tutto l’anno sul patrimonio culturale barlettano»
La consigliera propone la creazione di una fondazione legata al teatro, per accedere al Fondo Unico per lo Spettacolo
mercoledì 7 febbraio 2024
È stato reso noto il verbale della commissione consiliare "Cultura, Pubblica Istruzione" che a dicembre scorso si è riunita per valutare alcuni aspetti legati al nostro teatro comunale "Giuseppe Curci".
Oltre alle osservazioni emerse dal punto di vista strutturale, con alcune criticità legate alla mancata manutenzione dal 1980, è intervenuta in quel consesso la consigliera Michela Diviccaro che ha chiesto - come riportato nel verbale - "visto che il Curci è uno dei massimi teatri di Puglia e del Mezzogiorno, per capienza/abbonamenti/sbigliettatamento da stagione teatrale, perché non farlo diventare - oltre che bellissima scatola con stagioni, qualitativamente, alterne - anche centro di produzione e formazione oltre che programmazione".
La proposta della consigliera verte sulla possibilità che dando vita a un ente (o uno stabile o una fondazione, come avviene in altri rinomati teatri d'Italia), ci sarebbe per il "Curci" la possibilità di candidarsi al FUS triennale (Fondo Unico per lo Spettacolo) che "oltre a garantire più lavoro e attività stabili per tutto il comparto, impegnerebbe il Comune solo come quota parte/cofinanziamento e non come unico investitore, il tutto con notevole risparmio sulle casse comunali e maggiori attività artistiche/culturali per un Teatro realmente aperto e vivo più giorni a settimana e mesi all' anno", senza compromettere la presenza nella rete del Teatro Pubblico Pugliese.
Abbiamo chiesto un approfondimento sul tema alla consigliera Diviccaro, che così ribadisce ai nostri microfoni: «La cultura a Barletta non può ridursi solo ai grandi eventi. I grandi eventi servono e fanno da bandiera per la nostra città, anche fuori dal territorio comunale e regionale. Però c'è un aspetto che resta critico: quello della programmazione.
Una programmazione ragionata, non solo sul singolo evento, ma a 360 gradi, che investa anche e meglio in comunicazione verso la città e verso l'esterno, in un'ottica di vero e proprio marketing territoriale, coinvolgendo anche i media nazionali. Il dibattito è stato più volte affrontato in sede di commissione consiliare.
Occorre investire tutto l'anno sul patrimonio culturale barlettano, quello immateriale e anche quello fisico degli spazi. In questo senso è di grande attualità il tema dell'abbattimento delle barriere sensoriali e architettoniche per i diversamente abili, partendo dagli spazi presenti nel nostro Castello.
Guardando al teatro, oltre alla programmazione della stagione teatrale, bisogna iniziare a pensare al teatro come luogo di crescita per i talenti della città, di formazione e di sviluppo dell'intera filiera legata alla cultura a Barletta».
Diviccaro infine ha suggerito, in sede di commissione, anche la promozione di un convegno aperto a lavoratori dello spettacolo, direttori artistici ed esperti del tema per analizzare la questione a più voci.
Oltre alle osservazioni emerse dal punto di vista strutturale, con alcune criticità legate alla mancata manutenzione dal 1980, è intervenuta in quel consesso la consigliera Michela Diviccaro che ha chiesto - come riportato nel verbale - "visto che il Curci è uno dei massimi teatri di Puglia e del Mezzogiorno, per capienza/abbonamenti/sbigliettatamento da stagione teatrale, perché non farlo diventare - oltre che bellissima scatola con stagioni, qualitativamente, alterne - anche centro di produzione e formazione oltre che programmazione".
La proposta della consigliera verte sulla possibilità che dando vita a un ente (o uno stabile o una fondazione, come avviene in altri rinomati teatri d'Italia), ci sarebbe per il "Curci" la possibilità di candidarsi al FUS triennale (Fondo Unico per lo Spettacolo) che "oltre a garantire più lavoro e attività stabili per tutto il comparto, impegnerebbe il Comune solo come quota parte/cofinanziamento e non come unico investitore, il tutto con notevole risparmio sulle casse comunali e maggiori attività artistiche/culturali per un Teatro realmente aperto e vivo più giorni a settimana e mesi all' anno", senza compromettere la presenza nella rete del Teatro Pubblico Pugliese.
Abbiamo chiesto un approfondimento sul tema alla consigliera Diviccaro, che così ribadisce ai nostri microfoni: «La cultura a Barletta non può ridursi solo ai grandi eventi. I grandi eventi servono e fanno da bandiera per la nostra città, anche fuori dal territorio comunale e regionale. Però c'è un aspetto che resta critico: quello della programmazione.
Una programmazione ragionata, non solo sul singolo evento, ma a 360 gradi, che investa anche e meglio in comunicazione verso la città e verso l'esterno, in un'ottica di vero e proprio marketing territoriale, coinvolgendo anche i media nazionali. Il dibattito è stato più volte affrontato in sede di commissione consiliare.
Occorre investire tutto l'anno sul patrimonio culturale barlettano, quello immateriale e anche quello fisico degli spazi. In questo senso è di grande attualità il tema dell'abbattimento delle barriere sensoriali e architettoniche per i diversamente abili, partendo dagli spazi presenti nel nostro Castello.
Guardando al teatro, oltre alla programmazione della stagione teatrale, bisogna iniziare a pensare al teatro come luogo di crescita per i talenti della città, di formazione e di sviluppo dell'intera filiera legata alla cultura a Barletta».
Diviccaro infine ha suggerito, in sede di commissione, anche la promozione di un convegno aperto a lavoratori dello spettacolo, direttori artistici ed esperti del tema per analizzare la questione a più voci.