Tasse, tasse e ancora tasse
La nota politica di Riccardo Memeo
martedì 15 ottobre 2013
A dispetto di chi ormai non ci sperava più, anche Barletta ha partorito il suo Bilancio di Previsione per quest'anno. Il bilancio, cioè, che dovrà prevedere le spese, gli investimenti e le nuove entrate per il 2013; sì, il 2013, proprio l'anno che sta praticamente per finire! Attenzione, però: non è che il Bilancio approvato in Giunta sia già legge: quella è una bozza, un indirizzo, che dovrà poi essere discusso ed approvato in Consiglio Comunale. Insomma, mai come quest'anno il Bilancio di "previsione" rischia di prevedere il passato, più che il futuro. E già questo la dice lunga sul grado di approssimazione (e di improvvisazione) con la quale si amministra una Città complessa come la nostra.
Per sintetizzare la bozza del Bilancio, così come l'ha fortemente voluta il Sindaco, nonostante le tante voci di dissenso nella sua Maggioranza, si potrebbe ricorrere ad uno slogan (un po' ritoccato) di un famoso manifesto elettorale del 2001: "Più tasse per tutti". È previsto infatti un corposo aumento delle imposte, prima tra tutte l'Irpef, che subisce rincari fino allo 0.8%; e questo va ad aggiungersi all'aumento dell'IMU (dello 0.10%) deliberato dal Commissario Prefettizio a Maggio. Senza contare poi che già l'anno scorso i barlettani si videro aumentare la tassa sui rifiuti, la TOSAP, il costo del parcheggio a pagamento sulle "strisce blu"… Insomma, una vera e propria mazzata, che cade per altro in uno dei momenti economicamente più difficili della nostra storia per le famiglie e le imprese. Certo, tutto questi "sacrifici" (come li ha chiamati Cascella) sarebbero giustificati, se servissero in qualche modo a migliorare la nostra condizione di cittadini: se le maggiori entrate, cioè, fossero usate per realizzare delle grandi opere (qualcuno si ricorda qual è stata l'ultima realizzata a Barletta?), progettare una città più confortevole, più verde, con meno traffico, più parcheggi. È vero, per esempio, che Andria ha un livello di tassazione locale superiore al nostro, ma lì hanno appena restituito alla città una splendida villa comunale, lì ormai la raccolta differenziata è una realtà acquisita, e la città è più pulita. Da noi, invece, da anni si vive letteralmente alla giornata, e l'unica costante che ci contraddistingue è la spesa corrente, che non solo non si riesce a tagliare, ma che aumenta sempre di più. Fa davvero impressione leggere l'impietosa relazione della Ragioneria Generale dello Stato, nella quale sono contenute le decine di irregolarità contabili e finanziare perpetrate negli anni dell'Amministrazione Maffei. Assunzioni improprie, pagamenti illegittimi ai dirigenti, mancata riduzione della spesa, in una parola: sperpero di denaro pubblico. Una condotta scellerata, che ha portato tra l'altro all'accumulo di un debito di 8 milioni di euro "fuori bilancio" (di cui il Comune si è accorto e ha ammesso l'esistenza solo ora, dopo anni). E' dopo la lettura di queste notizie che le tasse da pagare al Comune diventano ancora più odiose: in pratica, da un lato l'Amministrazione ci chiede di pagare sempre più soldi, dall'altro non solo non aumenta la quantità e la qualità di servizi erogati, ma nega in alcuni casi ai cittadini il riconoscimento di diritti elementari. A tal proposito, la vicenda dell'imprenditore Musti e di Via dei Muratori è emblematica: il fatto che ad un cittadino si neghi l'accesso alle tavole del Piano Regolatore Generale è da regime sudamericano degli anni '70!
E' così che le "tasse" appaiono sempre più come "balzelli", come un vero e proprio sopruso, perché l'impressione è che la gente paga sempre di più, affinché i politici che gestiscono il Comune possano continuare a spendere e spandere a loro piacimento e compiacimento, magari per alimentare il loro sistema clientelare. Va detto che la responsabilità di tutto questo, al netto di qualche lacrima di coccodrillo a cui assistiamo oggi, va ascritta a tutti coloro che, in qualità di consiglieri comunali di maggioranza, Assessori, Dirigenti, oltre all'ex-Sindaco stesso, hanno partecipato alle Amministrazioni Maffei I e II. A quel tempo Cascella non c'era ancora, e noi vogliamo credere alla favola per la quale, quando ha deciso di venire qui a candidarsi, nessuno gli abbia spiegato come funzionano le cose da queste parti. Tuttavia è suo preciso dovere dare una brusca sterzata a questo andazzo, altrimenti diventerà presto corresponsabile del modo scriteriato con cui sono stati gestiti i nostri soldi fin ora. E, di certo, la sterzata non può consistere nel dire alla città: "ho trovato un disastro finanziario, scusate, ma devo aumentare le tasse".
Anziché lasciarsi andare ad aggressioni verbali in pubblico nei confronti di qualche consigliere di minoranza, prenda coraggio e avvii una serie azione di risanamento, economico, finanziario, e prima ancora morale, della città.
[Riccardo Memeo]
Per sintetizzare la bozza del Bilancio, così come l'ha fortemente voluta il Sindaco, nonostante le tante voci di dissenso nella sua Maggioranza, si potrebbe ricorrere ad uno slogan (un po' ritoccato) di un famoso manifesto elettorale del 2001: "Più tasse per tutti". È previsto infatti un corposo aumento delle imposte, prima tra tutte l'Irpef, che subisce rincari fino allo 0.8%; e questo va ad aggiungersi all'aumento dell'IMU (dello 0.10%) deliberato dal Commissario Prefettizio a Maggio. Senza contare poi che già l'anno scorso i barlettani si videro aumentare la tassa sui rifiuti, la TOSAP, il costo del parcheggio a pagamento sulle "strisce blu"… Insomma, una vera e propria mazzata, che cade per altro in uno dei momenti economicamente più difficili della nostra storia per le famiglie e le imprese. Certo, tutto questi "sacrifici" (come li ha chiamati Cascella) sarebbero giustificati, se servissero in qualche modo a migliorare la nostra condizione di cittadini: se le maggiori entrate, cioè, fossero usate per realizzare delle grandi opere (qualcuno si ricorda qual è stata l'ultima realizzata a Barletta?), progettare una città più confortevole, più verde, con meno traffico, più parcheggi. È vero, per esempio, che Andria ha un livello di tassazione locale superiore al nostro, ma lì hanno appena restituito alla città una splendida villa comunale, lì ormai la raccolta differenziata è una realtà acquisita, e la città è più pulita. Da noi, invece, da anni si vive letteralmente alla giornata, e l'unica costante che ci contraddistingue è la spesa corrente, che non solo non si riesce a tagliare, ma che aumenta sempre di più. Fa davvero impressione leggere l'impietosa relazione della Ragioneria Generale dello Stato, nella quale sono contenute le decine di irregolarità contabili e finanziare perpetrate negli anni dell'Amministrazione Maffei. Assunzioni improprie, pagamenti illegittimi ai dirigenti, mancata riduzione della spesa, in una parola: sperpero di denaro pubblico. Una condotta scellerata, che ha portato tra l'altro all'accumulo di un debito di 8 milioni di euro "fuori bilancio" (di cui il Comune si è accorto e ha ammesso l'esistenza solo ora, dopo anni). E' dopo la lettura di queste notizie che le tasse da pagare al Comune diventano ancora più odiose: in pratica, da un lato l'Amministrazione ci chiede di pagare sempre più soldi, dall'altro non solo non aumenta la quantità e la qualità di servizi erogati, ma nega in alcuni casi ai cittadini il riconoscimento di diritti elementari. A tal proposito, la vicenda dell'imprenditore Musti e di Via dei Muratori è emblematica: il fatto che ad un cittadino si neghi l'accesso alle tavole del Piano Regolatore Generale è da regime sudamericano degli anni '70!
E' così che le "tasse" appaiono sempre più come "balzelli", come un vero e proprio sopruso, perché l'impressione è che la gente paga sempre di più, affinché i politici che gestiscono il Comune possano continuare a spendere e spandere a loro piacimento e compiacimento, magari per alimentare il loro sistema clientelare. Va detto che la responsabilità di tutto questo, al netto di qualche lacrima di coccodrillo a cui assistiamo oggi, va ascritta a tutti coloro che, in qualità di consiglieri comunali di maggioranza, Assessori, Dirigenti, oltre all'ex-Sindaco stesso, hanno partecipato alle Amministrazioni Maffei I e II. A quel tempo Cascella non c'era ancora, e noi vogliamo credere alla favola per la quale, quando ha deciso di venire qui a candidarsi, nessuno gli abbia spiegato come funzionano le cose da queste parti. Tuttavia è suo preciso dovere dare una brusca sterzata a questo andazzo, altrimenti diventerà presto corresponsabile del modo scriteriato con cui sono stati gestiti i nostri soldi fin ora. E, di certo, la sterzata non può consistere nel dire alla città: "ho trovato un disastro finanziario, scusate, ma devo aumentare le tasse".
Anziché lasciarsi andare ad aggressioni verbali in pubblico nei confronti di qualche consigliere di minoranza, prenda coraggio e avvii una serie azione di risanamento, economico, finanziario, e prima ancora morale, della città.
[Riccardo Memeo]