Tamponi gratis, l'accordo tra Regione e farmacie è un flop: «Non siamo stati pagati»
Il dottor Cannone di Barletta: «Molti non si faranno più il tampone e questo potrebbe causare un aumento dei contagi»
venerdì 29 luglio 2022
È una ribellione neanche tanto silenziosa quella delle farmacie contro la Regione Puglia. Trovarne una che continui a eseguire i tamponi gratuitamente è un'impresa pressoché impossibile. Da mesi, infatti, le farmacie pugliesi attendono di essere rimborsate dalla Regione per tutti i tamponi eseguiti gratuitamente o a prezzi calmierati, ma fino ad ora non è stato liquidato nulla.
«Noi li abbiamo sempre fatti, ma adesso ci siamo fermati come i nostri colleghi», racconta il dottor Domenico Cannone, titolare dell'omonima farmacia a Barletta. «Si tratta di migliaia di tamponi - spiega Cannone - per i quali le farmacie hanno affrontato, in buona fede, spese importanti convinte che sarebbero state rimborsate dalla Regione. Noi, per esempio - aggiunge - abbiamo allestito un apposito spazio per l'esecuzione dei test».
Per essere chiari, alle farmacie non è stata rimborsata né la somma differenziale dei tamponi a costo calmierato (come quelli per i minorenni con almeno 12 anni per i quali il costo del test era fissato a 8 euro, mentre i restanti 7 euro erano a carico della Regione), né quella dei tamponi gratuiti per le persone esenti da vaccinazione. Per non parlare dei tamponi eseguiti nell'ambito scolastico per sorvegliare l'andamento dei contagi nelle classi in cui si erano verificati dei casi di positività. Inoltre, a gennaio 2022, è stato sottoscritto un accordo tra Regione Puglia, Federfarma Puglia e Assofarm per l'esecuzione dei test rapidi antigenici, con oneri a carico della Regione tramite farmacie convenzionate pubbliche e private, ai fini dell'accertamento della guarigione da Covid-19 con riammissione in comunità per gli assistiti residenti.
Nella nota diffusa dal Dipartimento Promozione della Salute regionale, il direttore Vito Montanaro evidenziava che "l'accordo riconferma il ruolo fondamentale che le farmacie di comunità esercitano nell'ambito del Servizio Sanitario Regionale mediante attività di screening e monitoraggio dello stato di salute della popolazione. La partecipazione delle farmacie a tale attività - si leggeva ancora - sarà su base volontaria e i test rapidi saranno eseguiti con oneri a carico della Regione al prezzo calmierato di 15 euro, previa prescrizione su modulistica regionale dematerializzata da parte dei Medici di Medicina Generale/Pediatri di Libera scelta".
Insomma, da inizio anno è stato possibile eseguire gratuitamente il tampone di controllo se prescritto dal medico di base. Ma adesso anche questo è tornato ad essere a pagamento perché le farmacie (che non erano vincolate ad aderire all'accordo) sono tornate a far pagare i propri clienti per non subire ulteriori perdite economiche.
«Federfarma Puglia - spiega il dottor Cannone - ha più volte inviato una richiesta di incontro alla Regione, l'ultima risale a circa 10 giorni fa, ma non ha ricevuto nessuna risposta. In tutto questo, il danno economico più grande - aggiunge Cannone - è per i cittadini. Alcuni, specie i più anziani, se non si negativizzano dopo sette giorni dal primo tampone sono costretti a spendere 45 euro in poche settimane. Questa situazione - conclude - comporterà che molti non si faranno più il tampone e questo potrebbe causare un aumento importante dei contagi».
«Noi li abbiamo sempre fatti, ma adesso ci siamo fermati come i nostri colleghi», racconta il dottor Domenico Cannone, titolare dell'omonima farmacia a Barletta. «Si tratta di migliaia di tamponi - spiega Cannone - per i quali le farmacie hanno affrontato, in buona fede, spese importanti convinte che sarebbero state rimborsate dalla Regione. Noi, per esempio - aggiunge - abbiamo allestito un apposito spazio per l'esecuzione dei test».
Per essere chiari, alle farmacie non è stata rimborsata né la somma differenziale dei tamponi a costo calmierato (come quelli per i minorenni con almeno 12 anni per i quali il costo del test era fissato a 8 euro, mentre i restanti 7 euro erano a carico della Regione), né quella dei tamponi gratuiti per le persone esenti da vaccinazione. Per non parlare dei tamponi eseguiti nell'ambito scolastico per sorvegliare l'andamento dei contagi nelle classi in cui si erano verificati dei casi di positività. Inoltre, a gennaio 2022, è stato sottoscritto un accordo tra Regione Puglia, Federfarma Puglia e Assofarm per l'esecuzione dei test rapidi antigenici, con oneri a carico della Regione tramite farmacie convenzionate pubbliche e private, ai fini dell'accertamento della guarigione da Covid-19 con riammissione in comunità per gli assistiti residenti.
Nella nota diffusa dal Dipartimento Promozione della Salute regionale, il direttore Vito Montanaro evidenziava che "l'accordo riconferma il ruolo fondamentale che le farmacie di comunità esercitano nell'ambito del Servizio Sanitario Regionale mediante attività di screening e monitoraggio dello stato di salute della popolazione. La partecipazione delle farmacie a tale attività - si leggeva ancora - sarà su base volontaria e i test rapidi saranno eseguiti con oneri a carico della Regione al prezzo calmierato di 15 euro, previa prescrizione su modulistica regionale dematerializzata da parte dei Medici di Medicina Generale/Pediatri di Libera scelta".
Insomma, da inizio anno è stato possibile eseguire gratuitamente il tampone di controllo se prescritto dal medico di base. Ma adesso anche questo è tornato ad essere a pagamento perché le farmacie (che non erano vincolate ad aderire all'accordo) sono tornate a far pagare i propri clienti per non subire ulteriori perdite economiche.
«Federfarma Puglia - spiega il dottor Cannone - ha più volte inviato una richiesta di incontro alla Regione, l'ultima risale a circa 10 giorni fa, ma non ha ricevuto nessuna risposta. In tutto questo, il danno economico più grande - aggiunge Cannone - è per i cittadini. Alcuni, specie i più anziani, se non si negativizzano dopo sette giorni dal primo tampone sono costretti a spendere 45 euro in poche settimane. Questa situazione - conclude - comporterà che molti non si faranno più il tampone e questo potrebbe causare un aumento importante dei contagi».