«Svuotata società di trattamento rifiuti», la Finanza sequestra 500mila euro
L'inchiesta della Procura di Trani a Barletta avviata dai finanzieri di Molfetta. Due indagati per bancarotta fraudolenta per distrazione
venerdì 20 settembre 2024
22.52
«Contratti artificiosi» e cessioni di rami di azienda «a prezzi irrisori» tra due società che però avevano lo stesso settore di competenza, la gestione dei rifiuti solidi urbani, e la stessa sede, estesa tra capannone e aree per circa 4.300 metri quadrati, a Barletta. Una delle due però risultava liquidata, l'altra sostituta dalla prima.
È quanto hanno portato alla luce i finanzieri della Compagnia di Molfetta che, oggi, hanno sequestrato impresa, terreni, automezzi, impianti, macchinari, arredi di uffici, autorizzazioni provinciali e iscrizioni all'Albo dei Gestori Ambientali per un valore pari a oltre 500mila euro. Il decreto di sequestro finalizzato alla confisca è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante, su richiesta della Procura della Repubblica che ha diretto le indagini.
Due gli indagati: si tratta dei rappresentanti legali delle due società finite nel mirino degli investigatori e che sono accusati, in concorso, di bancarotta fraudolenta per distrazione. I due, secondo le indagini, durate 6 anni, dal 2017 al 2023, e coordinate dal pubblico ministero Giuseppe Francesco Aiello, avrebbero «trasferito un intero ramo d'azienda con gli asset della società ormai decotta a favore della newco», il tutto as «un prezzo vile e senza accollo dei cospicui debiti pendenti».
La società destinataria del decreto di sequestro, inoltre, avrebbe beneficiato «di ingenti distrazioni patrimoniali a danno di una società preesistente, poi dichiarata liquidata giudizialmente, e attiva nello stesso settore e negli stessi locali». Trasferimenti che sarebbero stati possibili con «artificiosi contratti e a prezzi irrisori».
È quanto hanno portato alla luce i finanzieri della Compagnia di Molfetta che, oggi, hanno sequestrato impresa, terreni, automezzi, impianti, macchinari, arredi di uffici, autorizzazioni provinciali e iscrizioni all'Albo dei Gestori Ambientali per un valore pari a oltre 500mila euro. Il decreto di sequestro finalizzato alla confisca è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante, su richiesta della Procura della Repubblica che ha diretto le indagini.
Due gli indagati: si tratta dei rappresentanti legali delle due società finite nel mirino degli investigatori e che sono accusati, in concorso, di bancarotta fraudolenta per distrazione. I due, secondo le indagini, durate 6 anni, dal 2017 al 2023, e coordinate dal pubblico ministero Giuseppe Francesco Aiello, avrebbero «trasferito un intero ramo d'azienda con gli asset della società ormai decotta a favore della newco», il tutto as «un prezzo vile e senza accollo dei cospicui debiti pendenti».
La società destinataria del decreto di sequestro, inoltre, avrebbe beneficiato «di ingenti distrazioni patrimoniali a danno di una società preesistente, poi dichiarata liquidata giudizialmente, e attiva nello stesso settore e negli stessi locali». Trasferimenti che sarebbero stati possibili con «artificiosi contratti e a prezzi irrisori».