Suor Maria Celestina è tornata alla casa del Padre

Era la "mamma dei seminaristi", oggi i funerali nella Chiesa di San Ruggero

mercoledì 2 dicembre 2015
Nella giornata di ieri ha chiuso la sua esistenza terrena suor Maria Celestina, al secolo Piazzolla Gaetana, nata a Barletta il 25 novembre e dichiarata all'anagrafe il l dicembre 1919. I funerali si terranno oggi a Barletta, nella Chiesa di San Ruggero, alle ore 17.15 e saranno presieduti dall'Arcivescovo Mons. Giovan Battista Pichierri. Di seguito si porge un ritratto della consacrata a cura di Don Sabino Lattanzio, Parroco di San Giacomo in Barletta e suo ultimo confessore.

«Proveniente da una famiglia contadina benestante di profonde radici religiose, fin da adolescente ha frequentato la parrocchia di San Giacomo Maggiore, dove entrò a far parte dell' Associazione laicale delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù. La sua vera fortuna, oltre al calore affettivo e religioso della sua famiglia, è stata l'incontro con il Servo di Dio don Ruggero Caputo, suo padre spirituale. Così lei afferma del Servo di Dio: "Egli era tutto fuoco, lo Spirito Santo bruciava nel suo cuore e ce lo comunicava attraverso le sue parole ... Amava molto Gesù Sacramentato ... I misteri che ci rivelano la santissima umanità di Gesù erano sempre oggetto delle sue contemplazioni".

Sotto la sua guida, unitamente a un'altra sorella, questa giovane maturò la chiamata alla vita contemplativa, entrando il 20 settembre 1945 tra le Benedettine Celestine del monastero di San Ruggero. Vestì l'abito religioso il 24 ottobre 1946 insieme a suor Maria Placida Sfregola e suor Maria Michelina Piazzolla, anch'esse figlie spirituali del servo di Dio don Caputo. Professò i voti semplici il 24 ottobre 1947 e quelli solenni il I0 febbraio 1951. Fin dal primo giorno in Monastero, suor Maria Celestina si è sentita a casa sua e non si è risparmiata nelle fatiche che ha affrontato con generosità. Al di là degli uffici affidatele dall'obbedienza - quali quello di sacrestana, infermiera, aiuto economa -, la sua presenza era attiva ovunque c'era da dare una mano.

La sua è stata una vocazione veramente realizzata. Ogni qual volta don Ruggero Caputo aveva modo di incontrarla, alla richiesta di come si trovasse in monastero la risposta era: "Ogni giorno per me è sempre Pasqua perché sono nella casa del Signore! ". E questa gioia di essere alla sequela dello Sposo Divino, suor M. Celestina l'ha saputa irradiare dappertutto e a chiunque. Lei, infatti, ha svolto un fecondo apostolato attraverso le grate della clausura e, approfittando della sua competenza nel cucito e, soprattutto, nell' arte del rammendo, alle tante persone che avvicinava, ha saputo comunicare l'amore per Gesù Cristo. In questo è stata facilitata anche dal suo carattere espansivo ed affettuoso.

Ma la caratteristica peculiare della nostra religiosa è stata l'amore che ha portato verso i sacerdoti e particolarmente verso i seminaristi. Quanto ha pregato per molti di noi, quanto si è sacrificata pur di venirci incontro; ma soprattutto quanto si è spesa con le sue continue esortazioni. Per questo la possiamo veramente ritenere: "Mamma dei Seminaristi". Specialmente in passato si era più attenti ad affidare i chiamati al sacerdozio alla preghiera delle claustrali: questo faceva molto bene sia ai seminaristi che alle stesse religiose, le quali, oltre a maturare quella maternità spirituale che le contraddistingue in quanto donne, si sentivano maggiormente motivate nel progressivo cammino personale di ascesi e di santità. Penso, a riguardo, alla nostra concittadina clarissa, la venerabile suor Maria Chiara Damato e alla santa francese Teresa di Gesù Bambino. A quest'ultima claustrale, la priora del monastero di Lisieux nel 1885 affidò come ''fratello spirituale" un seminarista che si era rivolto a quel Carmelo per chiedere l'aiuto spirituale di una monaca. Teresa compose per questo giovane una preghiera che metto sulle labbra della nostra cara suor M. Celestina, in quanto, penso, interpreti quella che è stata la sua stessa principale aspirazione di vita: vedere i sacerdoti santi! Ecco la parte centrale del testo: "Tu sai, Signore, che la mia unica ambizione è di farti conoscere e amare. Ora il mio desiderio sarà realizzato. Non posso che pregare e soffrire, ma l'anima alla quale ti degni di unirmi, con i dolci vincoli della carità, andrà a combattere nella pianura per guadagnare i cuori, mentre io sulla montagna del Carmelo ti supplico di dargli vittoria ". Suor Maria Celestina Piazzolla, come tante altre sante religiose disseminate nei numerosi monasteri del mondo, consapevole che percorrere la strada che conduce al sacramento dell' Ordine non è mai stata una passeggiata, continua a dirci con la sua vita che, senza una solida vita spirituale e ascetica, la perseveranza alla fedeltà a Cristo è praticamente impossibile.

Negli ultimi giorni della sua esistenza terrena il suo colloquio con Dio si era intensificato. A chi l'avvicinava diceva: "Mi sento già in cielo ... non ho bisogno di altro: mi basta la Sua grazia!". Ora lei che è andata incontro allo Sposo per contemplarLo faccia a faccia, continui a sostenerci con la sua preghiera di intercessione. Amen».