Strage ferroviaria, indagini concluse e avvisi di garanzia per 19 persone
Tra gli indagati anche un dirigente del Ministero
lunedì 11 dicembre 2017
17.42
Si sono concluse le indagini sul disastro ferroviario del 12 luglio 2016 sulla tratta Andria - Corato nel quale persero la vita 23 persone e ne rimasero ferite 50. La Procura di Trani ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini a 19 persone. Tra gli indagati ci sono: Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, i capistazione delle stazioni di Corato e di Andria, il capotreno Nicola Lorizzo, e il dcc Francesco Pistolato.
Inoltre, nell'elenco ci sono anche due dirigenti del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti poiché non adottarono "provvedimenti urgenti" perché la rete venisse adeguata. Tra i 19 indagati ci sono dirigenti e amministratori di Ferrotramviaria, tra i quali il conte Enrico Maria Pasquini, sua sorella Gloria Pasquini, il direttore generale Massimo Nitti e il direttore di esercizio Michele Ronchi; 3 sono funzionari dell'Ustif, l'ente del ministero dei Trasporti che fino al settembre 2016 ha vigilato sulla sicurezza dei treni delle reti locali; e poi Virginio Di Giambattista ed Elena Molinaro: il primo a capo della Direzione Generale per i Sistemi di Trasporto ad Impianti Fissi e il Trasporto Pubblico Locale, la seconda altra dirigente ministeriale.
Il pool di magistrati che hanno condotto le indagini, guidate dal Procuratore Antonino Di Maio e affidata al pool di sostituti Michele Ruggiero, Alessandro Donato Pesce e Marcello Catalano, hanno contestato a vario titolo agli indagati i reati di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose. Le indagini non hanno riguardato soltanto soltanto gli errori effettuati dal personale in servizio, ma anche responsabilità a livello superiore come il mancato impiego da parte di Ferrotramviaria di fondi per l'installazione del blocco conta assi, un sistema di sicurezza in grado di ridurre i rischi di incidente .
Inoltre, stando a quanto contestato dalla Procura, non sarebbero state rispettate le direttive sulla sicurezza del lavoro e non sarebbero stati comunicati alla DIGIFEMA (Direzione generale del ministero per le investigazioni ferroviarie e marittime) una serie di incidenti mancati tra il 2012 e il 2016.
Inoltre, nell'elenco ci sono anche due dirigenti del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti poiché non adottarono "provvedimenti urgenti" perché la rete venisse adeguata. Tra i 19 indagati ci sono dirigenti e amministratori di Ferrotramviaria, tra i quali il conte Enrico Maria Pasquini, sua sorella Gloria Pasquini, il direttore generale Massimo Nitti e il direttore di esercizio Michele Ronchi; 3 sono funzionari dell'Ustif, l'ente del ministero dei Trasporti che fino al settembre 2016 ha vigilato sulla sicurezza dei treni delle reti locali; e poi Virginio Di Giambattista ed Elena Molinaro: il primo a capo della Direzione Generale per i Sistemi di Trasporto ad Impianti Fissi e il Trasporto Pubblico Locale, la seconda altra dirigente ministeriale.
Il pool di magistrati che hanno condotto le indagini, guidate dal Procuratore Antonino Di Maio e affidata al pool di sostituti Michele Ruggiero, Alessandro Donato Pesce e Marcello Catalano, hanno contestato a vario titolo agli indagati i reati di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose. Le indagini non hanno riguardato soltanto soltanto gli errori effettuati dal personale in servizio, ma anche responsabilità a livello superiore come il mancato impiego da parte di Ferrotramviaria di fondi per l'installazione del blocco conta assi, un sistema di sicurezza in grado di ridurre i rischi di incidente .
Inoltre, stando a quanto contestato dalla Procura, non sarebbero state rispettate le direttive sulla sicurezza del lavoro e non sarebbero stati comunicati alla DIGIFEMA (Direzione generale del ministero per le investigazioni ferroviarie e marittime) una serie di incidenti mancati tra il 2012 e il 2016.