Spettacolare esplosione in mare, fatto brillare anche il secondo ordigno
La Marina militare aveva stimato la bomba in 1000 libbre. Stigmatizzato il falso avviso di annegamento
sabato 10 luglio 2010
Il Nucleo SDAI della Marina Militare, con l'ausilio della Guardia Costiera di Barletta e della motovedetta CP539 di Locamare Trani e del gommone GC138, ha fatto brillare anche la bomba d'aereo tipo G.P. da 1000 libre (circa 460 chili di tritolo) trovata lungo la condotta sottomarina del depuratore comunale di Barletta, sulla litoranea di ponente. La stessa bomba è risultata, una volta sollevata con i palloni dal fondo, di potenza doppia rispetto a quanto il giorno prima ipotizzato.
Questo ordigno è stato fatto esplodere in corrispondenza della spiaggia libera dopo i lidi "Massawa" e "Mennea" a quasi 2 chilometri dalla costa dopo che era stato controllato che nella zona di propagazione dell'esplosione, calcolata dai militari specialisti sulla base di precise tabelle, non ci fosse nessuno.
Il mare forza 3 ed il notevole vento hanno reso difficili le operazioni e solo la perizia marinaresca ed il coraggio dei subacquei che hanno partecipato all'operazione ha evitato il peggio ovvero che l'ordigno scoppiasse nel rimorchio.
Anche nella seconda giornata i 16 militari complessivamente impiegati sono stati coordinati dal Capo Nucleo SDAI della Marina Militare Capitano di Fregata Giambattista Acquatico e dal Capo del Circondario Marittimo Tenente di Vascello Giuseppe Stola. Gli ordigni rinvenuti, come certificato dagli specialisti, erano pericolosi per la pubblica incolumità.
L'attività di bonifica, che non ha provocato alcun danno a persone e/o cose, è stata disturbata in mattinata da una segnalazione anonima al 115 dei Vigili del Fuoco, poi risultata infondata, circa la presenza di una persona dispersa sulla litoranea di ponente tra i lidi "I Ribelli" e "Kalos". In merito a quest'ultimo episodio la Guardia Costiera di Barletta ha avviato, con i Vigili del Fuoco, accertamenti per denunciare alla Procura della Repubblica per procurato allarme chi ha fatto la segnalazione ed invita a non adoperare i numeri di pubblica utilità, compreso il Numero Blu 1530, se non per segnalare emergenze effettivamente in atto. Nella foto allegate si può notare la differenza in altezza tra il gommone GC138 ed il monte d'acqua formatosi a seguito dell'esplosione.
Questo ordigno è stato fatto esplodere in corrispondenza della spiaggia libera dopo i lidi "Massawa" e "Mennea" a quasi 2 chilometri dalla costa dopo che era stato controllato che nella zona di propagazione dell'esplosione, calcolata dai militari specialisti sulla base di precise tabelle, non ci fosse nessuno.
Il mare forza 3 ed il notevole vento hanno reso difficili le operazioni e solo la perizia marinaresca ed il coraggio dei subacquei che hanno partecipato all'operazione ha evitato il peggio ovvero che l'ordigno scoppiasse nel rimorchio.
Anche nella seconda giornata i 16 militari complessivamente impiegati sono stati coordinati dal Capo Nucleo SDAI della Marina Militare Capitano di Fregata Giambattista Acquatico e dal Capo del Circondario Marittimo Tenente di Vascello Giuseppe Stola. Gli ordigni rinvenuti, come certificato dagli specialisti, erano pericolosi per la pubblica incolumità.
L'attività di bonifica, che non ha provocato alcun danno a persone e/o cose, è stata disturbata in mattinata da una segnalazione anonima al 115 dei Vigili del Fuoco, poi risultata infondata, circa la presenza di una persona dispersa sulla litoranea di ponente tra i lidi "I Ribelli" e "Kalos". In merito a quest'ultimo episodio la Guardia Costiera di Barletta ha avviato, con i Vigili del Fuoco, accertamenti per denunciare alla Procura della Repubblica per procurato allarme chi ha fatto la segnalazione ed invita a non adoperare i numeri di pubblica utilità, compreso il Numero Blu 1530, se non per segnalare emergenze effettivamente in atto. Nella foto allegate si può notare la differenza in altezza tra il gommone GC138 ed il monte d'acqua formatosi a seguito dell'esplosione.