Spaccio di cocaina, i Carabinieri di Barletta in azione a Corato

Fermato un gruppo di pusher, tra cui anche due donne

mercoledì 9 marzo 2016 11.29
Alle prime ore del mattino, i Carabinieri della Stazione di Corato coadiuvati da quelli della Compagnia di Trani e di Barletta, hanno arrestato sette persone, accusate di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal GIP del Tribunale di Trani, su richiesta della locale Procura della Repubblica, dopo una prolungata attività d'indagine, già avviata nel dicembre 2014 e perdurata per larga parte dello scorso anno.

Tutto ha avuto inizio dall'analisi delle relazioni di un pregiudicato, detenuto agli arresti domiciliari, principale indagato nell'ambito del presente procedimento penale e già noto alle forze dell'ordine per una serie di reati della stessa natura. Il frequente via vai di persone nei pressi dell'abitazione, molte di queste in atteggiamento di palese attesa e gli spostamenti sospetti dei familiari, hanno consentito di stabilire come la droga, detenuta e spacciata presso le abitazioni dell'arrestato domiciliare o di insospettabili fiancheggiatori, fosse ceduta con frequenza alternata, normalmente correlata al grado di timore dei correi di essere tratti in arresto, avvalendosi sempre e comunque anche della collaborazione di alcune donne. Emblematica l'astuzia di una di queste, capace di far svanire più volte un ovulo contenente stupefacente, occultandolo ora nelle cavità corporee, ora all'interno della propria borsa, proprio mentre era in corso un accertamento sanitario richiesto dai Carabinieri per verificare lo spaccio di stupefacenti.

Incuranti dei frequenti controlli e degli arresti effettuati dai Carabinieri nella fase investigativa, i componenti del gruppo riuscivano comunque a guadagnare illecitamente anche 400 euro al giorno. I destinatari delle odierne misure, cinque uomini, di età compresa fra i 21 e 41 anni, due dei quali già reclusi per altre motivazioni e due donne, di 31 e 34 anni, , sono stati condotti tutti presso le case circondariali maschile e femminile di Trani, fatta eccezione per uno di essi, nei confronti dei quali è stata disposta l'applicazione della misura degli arresti domiciliari.