"Spacchettamento" o «suddivisione» che sia, qual è il futuro di Bar.S.A.?

Al di là di giochi di parole, serve chiarezza

sabato 19 ottobre 2013 01.00
A cura di Edoardo Centonze
Il destino della Bar.S.A., di cui si è tornati a parlare nelle ultime settimane, necessita di dosi di chiarezza, che non sono mai eccessive. "Spacchettamento" o «suddivisione in due società» (come la definisce il sindaco Cascella) che dir si voglia, occorre sapere come ciò concretamente avverrà, e quale sarà realmente il ruolo del pubblico e del privato nel nuovo scenario. Ripercorriamo di seguito, le dichiarazioni di Cascella sul tema (replica ai sindacati e precisazione al nostro articolo del 17 ottobre), per poi porci alcune domande.

Dalla replica ai sindacati del sindaco Cascella:

«Nel programma (elettorale ndr) avevo indicato un intervento strutturale sull'attuale assetto della società Barsa con la suddivisione in due società: una società, appunto, interamente pubblica, in house come suol dirsi, per la raccolta dei rifiuti (tenendo anche conto delle scadenze organizzative da osservare per non far gravare sui contribuenti le penalizzazioni sancite dalla legge per il mancato rispetto dei parametri della raccolta differenziata), e l'altra società per i servizi e gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio pubblico, in cui riversare interamente l'attuale partecipazione del socio privato, con una operazione vincolata all'evidenza pubblica, anche per la restante parte della quota del Comune al capitale di un'azienda che sia in grado di operare, questo sì, sul mercato ed essere competitiva sul più vasto territorio».

Dal nostro articolo del 17 ottobre (all'interno del quale si cita anche la suddetta risposta di Cascella ai sindacati):

"La prospettiva che sarebbe emersa - nella riunione di martedì scorso, del sindaco Cascella con i capogruppo di maggioranza - confermerebbe la direzione verso uno "spacchettamento" della municipalizzata in due aziende: una che dovrà occuparsi della nettezza urbana, totalmente in mano pubblica; l'altra invece a cui saranno affidati i servizi di Global Service, da destinare al mercato, e quindi alla gestione di privati. La scelta di quello che dovrebbe essere presumibilmente l'amministratore unico dell'azienda pubblica, passerebbe ora nelle mani dei consiglieri comunali di maggioranza".

La replica di Cascella all'articolo:

«Vorrei precisare che nell'incontro con i capigruppo della maggioranza sull'assetto della Barsa non ho in nessun modo sostenuto che la scelta dell'Amministrazione sarebbe per "lo 'spacchettamento' in due società: una pubblica, l'altra privata", come invece si legge nel titolo del suo articolo, e nemmeno che i servizi di Global Service sarebbero "da destinare al mercato, e quindi alla gestione di privati", ma ho riproposto esattamente le posizioni già rese pubbliche e che lei stesso nell'articolo poi richiama (quelle con cui ha risposto ai sindacati ndr) e ora, confermo».

Le domande, al di là di giochi di parole, sono tante. Quale sarà la governance della società interamente pubblica? E il peso della politica in essa? «Riversare interamente l'attuale partecipazione del socio privato»: come dovrà avvenire ciò nell'altra società? «Con una operazione vincolata all'evidenza pubblica»: in quali modalità e in che tempi ciò dovrà avvenire? Come si delineerà «la restante parte della quota del Comune al capitale» di tale società? «Un'azienda che sia in grado di operare sul mercato»: che società dunque sarà? Pubblica, privata o semi-pubblica? Questioni che devono essere approfondite, affinché si faccia chiarezza. Domande che attendono risposta.