Solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria
Messaggio della commissione diocesana della Trani-Barletta-Bisceglie. Una lezione sull'umiltà della Vergine
lunedì 15 agosto 2011
La celebrazione dell'Assunta è giorno di gioia: è la festa della grandezza di Dio e della grandezza dell'uomo in Lui. Oggi risuona festoso il Magnificat, questa straordinaria poesia emersa dal Cuore immacolato di Maria e fiorita sulle sue labbra. Il cantico evangelico è un ritratto della Madonna, nel quale possiamo vederla così come Ella è. Esso inizia con l'acclamazione: «L'anima mia magnifica il Signore», cioè "proclama grande" il Signore. Maria desidera che Dio sia grande nel mondo e nella sua vita personale. Ella non teme che il Signore possa essere un concorrente: non ha timore che Lui, con la sua grandezza, possa togliere qualcosa alla libertà umana o sottrarle alcunché del suo spazio vitale. Ella ben sa che, se Dio è grande, allora anche noi siamo grandi. La nostra vita non viene impoverita, piuttosto viene elevata, allargata e arricchita dalla grandezza di Dio: proprio allora diventa grande nello splendore del Signore.
Nel fatto che i nostri progenitori pensassero il contrario, cogliamo precisamente il nucleo del peccato originale. Temevano che, se Dio fosse stato troppo grande, avrebbe tolto qualcosa alla loro vita; ritenevano di doverlo accantonare per avere più spazio per loro stessi. Questa è anche la grande tentazione di ogni uomo! Questa è anche la grande tentazione di ogni ideologia; questa è anche la grande tentazione secolarizzante ed alienante. Ma dove scompare Dio, l'uomo non diventa più grande; perde anzi la dignità divina, perde lo splendore del cielo sul suo volto. Solo se Dio è grande, anche l'uomo è grande.
L'umiltà gioiosa di Maria ci invita a capire che è così. Dobbiamo guardarci dall'allontanarci da Dio; dobbiamo piuttosto riconoscere che noi siamo grandi alla Sua presenza; per questo dobbiamo far sì che Egli sia grande nella nostra vita: tutto lo splendore della dignità divina è allora nostro! E' importante, pertanto, che Dio sia grande tra di noi, nella vita personale e nella vita pubblica. Come Maria, occorre fare spazio ogni giorno al Signore nella nostra vita, cominciando proprio dalla preghiera, donando tempo a Dio. Non perdiamo il nostro tempo se lo offriamo a Lui. Se il Signore entra nel "nostro" tempo, tutto il tempo diventa più ampio e più ricco. Il nostro povero tempo diviene tempo di Dio, tocca l'eternità!
La Solennità odierna dischiude per noi, nel segno della grandezza del Signore, cantata dalla Vergine, l'orizzonte del cielo; col termine "cielo", non ci si riferisce esclusivamente ad un "luogo" fisico al di sopra di noi, ma piuttosto ad una realtà straordinaria che ci tocca fin d'ora da vicino.
S'intende affermare che Dio, in Cristo, ha definitivamente superato e vinto il tempo e lo spazio per l'uomo, introducendolo nella Sua eternità. Il Signore non tramonta mai e noi tutti esistiamo perché Egli ci ama, perché ci ha pensati creativamente, così che noi siamo. La "nostra eternità" non è ontologica, ma si fonda sul suo amore misericordioso. Chi è amato da Dio, ed accoglie il suo amore, non morirà mai. In Lui, nel suo pensiero e nel suo amore, noi stessi siamo per sempre custoditi e perciò stesso resi immortali, in tutto il nostro essere personale. Quest'amore è apportatore dell'immortalità che noi chiamiamo "cielo": Dio è così grande da aver posto anche per noi. Questo intende l'espressione dogmatica dell'«Assunzione corporale nella gloria celeste» della Beata Vergine Maria.
La fede non promette solo la salvezza dell'anima in un impreciso al di là, nel quale tutto ciò che in questo mondo è stato prezioso e caro sparirebbe, ma annuncia il valore eterno di ciò che è avvenuto su questa terra. Niente di ciò che è prezioso e caro andrà in rovina: «Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati» (Mt 10,30).
Il mondo definitivo sarà il compimento anche di questa terra e della nostra storia personale. Il Signore conosce ed ama tutto l'uomo, ciò che noi adesso concretamente siamo. La totalità integrale della persona viene come "presa" da Dio, Egli ci attira a sé e noi abbiamo così eternità in Dio stesso. Questa la verità che oggi ci pervade di gioia profonda; con la sua assunzione al cielo, Maria Santissima testimonia il significato autentico della nostra umana esistenza. In Lei scopriamo che la nostra vita porta in sé la profondità, l'altezza ed i tratti del cielo ed è chiamata fin d'ora a parlare, come sempre fa il cielo, di Dio.
Dio ha assunto nella gloria celeste Colei che il Figlio ci ha donato dalla Croce come Madre; ora nel Cuore stesso di Dio, c'è spazio per la maternità di Maria e per le sue premurose attenzioni. Essendo in Dio e con Dio, la Vergine Maria è vicina ad ognuno di noi, conosce il nostro cuore, ascolta le nostre preghiere, ci è sempre accanto nelle necessità e negli affanni, e ci sorregge con la sua bontà materna.
Possiamo sempre affidare l'intera nostra vita a questa dolce Madre, che non è lontana da alcuno; anzi, in Lei, la nostra vita presente è sin d'ora in Dio. Ringraziamo il Signore per il dono del Suo capolavoro, della Madre Celeste assunta nella gloria e preghiamo perché la Chiesa, mostrando la bellezza di Maria, aiuti gli uomini a riconoscere la propria inaudita dignità che è riflesso della grandezza di Dio.
Sì oggi, guardando l'Assunta, comprendiamo che è festa dell'umanesimo plenario!
Nel fatto che i nostri progenitori pensassero il contrario, cogliamo precisamente il nucleo del peccato originale. Temevano che, se Dio fosse stato troppo grande, avrebbe tolto qualcosa alla loro vita; ritenevano di doverlo accantonare per avere più spazio per loro stessi. Questa è anche la grande tentazione di ogni uomo! Questa è anche la grande tentazione di ogni ideologia; questa è anche la grande tentazione secolarizzante ed alienante. Ma dove scompare Dio, l'uomo non diventa più grande; perde anzi la dignità divina, perde lo splendore del cielo sul suo volto. Solo se Dio è grande, anche l'uomo è grande.
L'umiltà gioiosa di Maria ci invita a capire che è così. Dobbiamo guardarci dall'allontanarci da Dio; dobbiamo piuttosto riconoscere che noi siamo grandi alla Sua presenza; per questo dobbiamo far sì che Egli sia grande nella nostra vita: tutto lo splendore della dignità divina è allora nostro! E' importante, pertanto, che Dio sia grande tra di noi, nella vita personale e nella vita pubblica. Come Maria, occorre fare spazio ogni giorno al Signore nella nostra vita, cominciando proprio dalla preghiera, donando tempo a Dio. Non perdiamo il nostro tempo se lo offriamo a Lui. Se il Signore entra nel "nostro" tempo, tutto il tempo diventa più ampio e più ricco. Il nostro povero tempo diviene tempo di Dio, tocca l'eternità!
La Solennità odierna dischiude per noi, nel segno della grandezza del Signore, cantata dalla Vergine, l'orizzonte del cielo; col termine "cielo", non ci si riferisce esclusivamente ad un "luogo" fisico al di sopra di noi, ma piuttosto ad una realtà straordinaria che ci tocca fin d'ora da vicino.
S'intende affermare che Dio, in Cristo, ha definitivamente superato e vinto il tempo e lo spazio per l'uomo, introducendolo nella Sua eternità. Il Signore non tramonta mai e noi tutti esistiamo perché Egli ci ama, perché ci ha pensati creativamente, così che noi siamo. La "nostra eternità" non è ontologica, ma si fonda sul suo amore misericordioso. Chi è amato da Dio, ed accoglie il suo amore, non morirà mai. In Lui, nel suo pensiero e nel suo amore, noi stessi siamo per sempre custoditi e perciò stesso resi immortali, in tutto il nostro essere personale. Quest'amore è apportatore dell'immortalità che noi chiamiamo "cielo": Dio è così grande da aver posto anche per noi. Questo intende l'espressione dogmatica dell'«Assunzione corporale nella gloria celeste» della Beata Vergine Maria.
La fede non promette solo la salvezza dell'anima in un impreciso al di là, nel quale tutto ciò che in questo mondo è stato prezioso e caro sparirebbe, ma annuncia il valore eterno di ciò che è avvenuto su questa terra. Niente di ciò che è prezioso e caro andrà in rovina: «Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati» (Mt 10,30).
Il mondo definitivo sarà il compimento anche di questa terra e della nostra storia personale. Il Signore conosce ed ama tutto l'uomo, ciò che noi adesso concretamente siamo. La totalità integrale della persona viene come "presa" da Dio, Egli ci attira a sé e noi abbiamo così eternità in Dio stesso. Questa la verità che oggi ci pervade di gioia profonda; con la sua assunzione al cielo, Maria Santissima testimonia il significato autentico della nostra umana esistenza. In Lei scopriamo che la nostra vita porta in sé la profondità, l'altezza ed i tratti del cielo ed è chiamata fin d'ora a parlare, come sempre fa il cielo, di Dio.
Dio ha assunto nella gloria celeste Colei che il Figlio ci ha donato dalla Croce come Madre; ora nel Cuore stesso di Dio, c'è spazio per la maternità di Maria e per le sue premurose attenzioni. Essendo in Dio e con Dio, la Vergine Maria è vicina ad ognuno di noi, conosce il nostro cuore, ascolta le nostre preghiere, ci è sempre accanto nelle necessità e negli affanni, e ci sorregge con la sua bontà materna.
Possiamo sempre affidare l'intera nostra vita a questa dolce Madre, che non è lontana da alcuno; anzi, in Lei, la nostra vita presente è sin d'ora in Dio. Ringraziamo il Signore per il dono del Suo capolavoro, della Madre Celeste assunta nella gloria e preghiamo perché la Chiesa, mostrando la bellezza di Maria, aiuti gli uomini a riconoscere la propria inaudita dignità che è riflesso della grandezza di Dio.
Sì oggi, guardando l'Assunta, comprendiamo che è festa dell'umanesimo plenario!