Sinistri "tarocchi": cadevano durante il calcetto e chiedevano rimborsi alle assicurazioni

Un praticante avvocato barlettano sarebbe l'architetto di tali pratiche. Il magistrato tranese potrebbe trasmettere gli atti d'indagine alla Corte dei Conti

mercoledì 17 ottobre 2012
L'importante era esser caduti ed essersi fatti male. Dove e come poco importava: non era difficile trovare un marciapiede sconnesso che potesse giustificare un piede in fallo. Falsi presupposti su cui, secondo la Guardia di Finanza ed il pubblico ministero Michele Ruggiero, sarebbero stati denunciati e liquidati almeno un paio di sinistri. Cadute avvenute in un campo di calcetto che sarebbero state mascherate in lesioni da insidie stradali. Architetto delle pratiche risarcitorie, di cui avrebbe conosciuto i reali retroscena, sarebbe stato il trentanovenne praticante avvocato barlettano Giuseppe Doronzo, non nuovo a contestazioni di truffa.

Appena tredici mesi fa era stato arrestato, assieme a 2 avvocati barlettani, per presunti raggiri ai danni di compagnie d'assicurazione per incidenti stradali ritenuti fasulli, perlomeno nelle modalità denunciate. Insomma lì dove non c'era una colpa ed un responsabile, non si sarebbe fatta fatica a trovarlo per chiedere ed ottenere risarcimenti. Da stamattina il legale barlettano è finito nuovamente sotto misura cautelare: agli arresti domiciliari ordinati dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Trani Roberto Oliveri Del Castillo. Il filone d'inchiesta è stato denominato "Point Break 3" perché segue ad una prima tranche, che nel luglio 2011 portò all'arresto di due avvocati andriesi, ed alla seconda fase che a settembre dello scorso anno portò, per l'appunto, in manette Doronzo ed altri due avvocati barlettani. Il gip ha, inoltre, sottoposto ad obbligo di dimora: Marcello Lagrasta, 39 anni, Emanuele Cascella, 41 anni, Nicola Distaso, 49 anni, Saverio Francesco Lemma, 50 anni, Mario Piciaccia, 33 anni, tutti di Barletta.

Due i sinistri ritenuti falsi, ciascuno dei quali liquidato per 3.500 euro dall'Ina Assitalia, che garantiva il Comune di Barletta. Presunte parti lese dei due distinti episodi Lagrasta e Di Staso: entrambi, secondo quanto ricostruito, anche in base ad alcune ammissioni, si sarebbero fatti male giocando a calcetto e non per le insidie stradali. Doronzo sarebbe stato al corrente di ciò ma avrebbe comunque perorato le rispettive istanze risarcitorie, corredandole di dichiarazioni testimoniali: nel primo caso del sedicente teste Cascella, nel secondo caso dal "collega" Lemma. Dal suo canto Piciaccia avrebbe istigato Distaso a denunciare il falso sinistro. «Il fenomeno criminoso investigativo – ha scritto il pm – è ordito da Doronzo con modalità preoccupanti, in modo dilagante, continuativo, seriale e per questo estremamente allarmante».

Il magistrato inquirente tranese potrebbe trasmettere gli atti d'indagine alla Corte dei Conti per valutare eventuali superficialità e dunque responsabilità di funzionari comunali nel via libera alla liquidazione di alcuni sinistri per cui, alla luce di alcune relazioni, non vi sarebbero stati invece margini di transazione.