Sinistra o destra? Per la politica barlettana, zero differenze

La visione "miope" dell'amministrazione. Cambi di casacca e poca trasparenza, più virtuosi i comuni vicini come Andria

venerdì 1 giugno 2012
A cura di Franco Caputo
"Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...", è il ritornello di una bellissima canzone di Giorgio Gaber dal titolo "Destra e Sinistra", ma potrebbe essere anche una buona e difficile domanda che ci si può porre osservando le scelte ed i comportamenti che di volta in volta adottano le nostre amministrazioni locali. Quantomeno per capire se l'attività di una data Amministrazione Comunale possa essere valutata in rapporto alle categorie classiche della politica (destra e sinistra) o se invece è più opportuno considerare altri parametri, magari meno "ideologici" ma più "tangibili" sul piano dei risultati. Ad esempio ci si potrebbe domandare: trasmettere le sedute di Giunta Comunale in diretta (oltre a quelle del Consiglio Comunale), far funzionare le Consulte Comunali o discutere di criteri diversi per la nomina di taluni organismi comunali e non, magari ricorrendo al sorteggio, è di destra o di sinistra? Verrebbe da dire che tendenzialmente si tratta argomenti più cari alla sinistra, ma la realtà dice altro.

Alcuni di questi accenni di cambiamento si sono già verificati nella vicina Città di Andria e in altre Città amministrate dal centrodestra mentre non trovano cittadinanza a Barletta, ancorchè da sempre governi il centrosinistra. Perché? Tante le ipotesi e le possibili risposte o gli ulteriori interrogativi. Ma è forse il caso di azzardarne alcune: saranno i differenti approcci da parte dei Sindaci nell'esercizio della leadership? O la scarsa tendenza ad intraprendere percorsi credibili di trasparenza e di democrazia partecipativa? O ancora, sarà per le ricorrenti mescolanze politiche provocate da esponenti politici dichiaratamente di destra? Quei personaggi della politica (giovani e meno giovani), che a Barletta con impareggiabile disinvoltura scelgono il centrosinistra per puro opportunismo, inquinando la politica e rendendo di fatto politicamente innaturali le maggioranze createsi nel corso di questi anni. E' il caso di tralasciare per pura decenza i trasformismi ed i cambi di casacca all'interno del centrosinistra, a partire dalla "nuova" sinistra. In aggiunta a queste ipotesi andrebbe considerata inoltre, nell'ottica di una certa interpretazione del potere, la diffusa tendenza alla "conservazione" di certi modelli politico-amministrativi. Una strategia che porta a interpretare le funzioni della Pubblica Amministrazione in chiave strettamente legata alle logiche del consenso, quella che alcuni definiscono la strategia dei "filtri politici" o del "collo dell'imbuto".

Quella politica incapace di traguardare prospettive di lungo periodo, che predilige invece l'effetto immediato sul consenso, come fatto fine a se stesso. Una politica molto concentrata sulla gestione del potere in senso "clientelare", sensibile verso certi interessi particolari (spesso in contrasto con il bene comune) e oggettivamente incapace di fornire risposte adeguate ai bisogni complessi della collettività. Quell'interpretazione della politica che fonda i suoi successi sulla "discrezione" e su accordi spesso poco trasparenti di ristretti gruppi di potere, di fatto refrattaria verso i processi aperti alla partecipazione dei cittadini. Quella politica incerta e traccheggiante che vagheggia, nuove regole, promesse e buone pratiche di governo ma che spesso paradossalmente inciampa sui suoi stessi errori.

In questo primo anno di amministrazione non sono poche infatti le Delibere di Giunta o le Determinazioni Dirigenziali annullate, revocate o modificate a causa di palesi illegittimità e/o irregolarità. Autentici "scivoloni" (per metterla in bella) portati all'attenzione della cittadinanza, non certo per meriti dell'inutile e dormiente opposizione, ma solo grazie alla sensibilità degli organi di informazione e di alcuni Movimenti Politici e Associazioni, peraltro ignorati e marginalizzati dall'Amministrazione Maffei. Arroganza politica, approssimazione o dannosa superficialità? Il tutto, come accennato, nell'indifferenza di una opposizione "guardona", a tratti "compiacente", incapace di proporsi quale credibile alternativa per il governo della Città, ancora oggi, nel bel mezzo del "ventennio" del centrosinistra.

Un insieme di criticità che nei fatti indeboliscono il confronto democratico e alimentano soprattutto la sfiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni, con effetti devastanti per la politica (quella buona) di cui ci sarebbe urgente bisogno. In siffatte condizioni quali sarebbero gli elementi di "appeal" ed i connotati della politica locale: i buoni ideali (ideologia sarebbe troppo) o le "buone pratiche amministrative"? A ben guardare forse nessuna delle due. Non giungono buoni segnali e si osservano al contrario atti amministrativi e comportamenti che oggettivamente connotano in modo sempre più problematico l'ibrida politica barlettana. Una "inaffondabile" vecchia nave da crociera priva di bussola, con "nuovi allievi marinai", anche di altre marinerie, sempre pronti al fatidico imbarco.