Sicurezza per chi fa sicurezza
«Ogni giorno siamo esposti anche noi al rischio contagio da COVID-19»
martedì 14 aprile 2020
12.40
Non solo medici, non solo infermieri. C'è un lungo elenco di lavoratori e lavoratrici che non vengono chiamati "eroi", ma che ogni giorno devono uscire di casa e lavorare a contatto con il pubblico. Non sono alla ricerca di attenzione o commiserazione, ma anche loro meritano riconoscenza e rispetto.
Il grande disegnatore italiano Milo Manara sta dedicando la sua arte per omaggiare i mestieri in prima linea nell'emergenza Coronavirus. Senza nulla togliere all'immenso lavoro degli operatori sanitari, sono in tanti a essere esposti, a svolgere lavori delicati o a contatto con il pubblico: corrieri, impiegati delle Poste, bancari, addetti alle pulizie, operatori delle onoranze funebri, forze dell'ordine, e anche guardie giurate e operatori dei servizi fiduciari.
Nei giorni scorsi ci è giunta in redazione la lettera di Salvatore Recchia, residente a Barletta, coordinatore di una Società di servizi di Sicurezza Fiduciari, che opera su tutto il territorio nazionale. Le sue parole si innestano nella riflessione avanzata dalle principali sigle sindacali che a livello nazionale hanno richiesto maggiori tutele per il comparto della vigilanza privata, un settore che conta ben 70mila addetti. Si legge in una nota: «Questi lavoratori, anche durante l'emergenza pandemica, continuano con impegno e professionalità a presidiare tutti i luoghi, garantendo la sicurezza dei beni ma anche la nostra salute, contrastando anche gli assembramenti di persone».
Guardie giurate e addetti ai servizi di sicurezza fiduciari dimenticati, rimasti fuori dall'alveo delle attività essenziali, in quanto di stretto supporto a quelle ritenute tali dal DPCM.
«Molte categorie hanno avuto attenzione mediatica e, a buon diritto, sono stati definiti categorie indispensabili… E noi? L'attuale situazione di emergenza nazionale registra un non indifferente impegno di comunicazione del sistema Governo - Istituzioni nei confronti del Cittadino, dell'Utente, degli Operatori delle varie categorie produttive del Paese. Il nostro comparto della Vigilanza privata, e dei Servizi Fiduciari di Sicurezza, registra però un assordante silenzio nei propri confronti, atteso che norme precettive di carattere generale non possono ritenersi esaustive delle specifiche indicazioni ed attenzioni che ad un comparto come quello della Sicurezza complementare, nelle sue ormai innumerevoli articolazioni, non possono non essere dedicate. Articolazioni di attività che, tra l'altro, nella loro poliedrica complessità, integrano e completano, e in altre situazioni sostituiscono, l'attività delle Forze dell'Ordine di emanazione statuale».
«In questo momento non cerchiamo visibilità, ma la giusta considerazione per una categoria di lavoratori, che come alcune altre, stanno rischiando la propria incolumità per garantire un servizio importante alla società, e alla nazione».
Il grande disegnatore italiano Milo Manara sta dedicando la sua arte per omaggiare i mestieri in prima linea nell'emergenza Coronavirus. Senza nulla togliere all'immenso lavoro degli operatori sanitari, sono in tanti a essere esposti, a svolgere lavori delicati o a contatto con il pubblico: corrieri, impiegati delle Poste, bancari, addetti alle pulizie, operatori delle onoranze funebri, forze dell'ordine, e anche guardie giurate e operatori dei servizi fiduciari.
Nei giorni scorsi ci è giunta in redazione la lettera di Salvatore Recchia, residente a Barletta, coordinatore di una Società di servizi di Sicurezza Fiduciari, che opera su tutto il territorio nazionale. Le sue parole si innestano nella riflessione avanzata dalle principali sigle sindacali che a livello nazionale hanno richiesto maggiori tutele per il comparto della vigilanza privata, un settore che conta ben 70mila addetti. Si legge in una nota: «Questi lavoratori, anche durante l'emergenza pandemica, continuano con impegno e professionalità a presidiare tutti i luoghi, garantendo la sicurezza dei beni ma anche la nostra salute, contrastando anche gli assembramenti di persone».
Guardie giurate e addetti ai servizi di sicurezza fiduciari dimenticati, rimasti fuori dall'alveo delle attività essenziali, in quanto di stretto supporto a quelle ritenute tali dal DPCM.
E i servizi fiduciari?
Riportiamo le parole del nostro lettore. «Tanti lavoratori e lavoratrici di questo settore sono esposti al rischio contagio da COVID-19. Conosciamo bene gli operatori che operano in prima linea per fronteggiare il Coronavirus o per garantire i servizi essenziali. Lode a Loro. Tuttavia esiste una categoria di lavoratori, esposta a grave rischio contagio, che spesso viene dimenticata da istituzioni, stampa e opinione pubblica: sono gli addetti alla Vigilanza privata, e Servizi di Sicurezza Fiduciari, lavoratori che insieme alle forze dell'ordine, garantiscono la sicurezza dei nostri beni, la sicurezza nei luoghi pubblici e privati, in questo momento così delicato».«Molte categorie hanno avuto attenzione mediatica e, a buon diritto, sono stati definiti categorie indispensabili… E noi? L'attuale situazione di emergenza nazionale registra un non indifferente impegno di comunicazione del sistema Governo - Istituzioni nei confronti del Cittadino, dell'Utente, degli Operatori delle varie categorie produttive del Paese. Il nostro comparto della Vigilanza privata, e dei Servizi Fiduciari di Sicurezza, registra però un assordante silenzio nei propri confronti, atteso che norme precettive di carattere generale non possono ritenersi esaustive delle specifiche indicazioni ed attenzioni che ad un comparto come quello della Sicurezza complementare, nelle sue ormai innumerevoli articolazioni, non possono non essere dedicate. Articolazioni di attività che, tra l'altro, nella loro poliedrica complessità, integrano e completano, e in altre situazioni sostituiscono, l'attività delle Forze dell'Ordine di emanazione statuale».
«In questo momento non cerchiamo visibilità, ma la giusta considerazione per una categoria di lavoratori, che come alcune altre, stanno rischiando la propria incolumità per garantire un servizio importante alla società, e alla nazione».