Si è spento l’ex sindaco di Barletta Aldo Bernardini
Fu più volte assessore, divenne sindaco nel 1985. Il sindaco Maffei:«Ci ha lasciato una grande attestazione di serietà e di dedizione»
mercoledì 9 febbraio 2011
È di qualche giorno fa la notizia della scomparsa dell'ex sindaco di Barletta Aldo Bernardini.
Assoluto protagonista della politica barlettana per circa trent'anni, Aldo Bernardini ha attivamente contribuito alla crescita sociale, amministrativa e politica della Città della Disfida. Democristiano della prima ora, notevole fu il suo impegno nella direzione del suo partito, offrendo il meglio di sé ogni qual volta fu chiamato a ricoprire ruoli di notevole spessore.
Fu assessore nel monocolore Palmitessa (1956-60), e poi anche nelle amministrazioni Morelli (1964-67), Tupputi (1970-73), Lionetti (1980-83), Russo (1984). Lui stesso indossò la fascia tricolore nella Giunta 1984-85, mandato amministrativo che concluse una lunga stagione di testimonianza politica, nobilitata dalla Commenda di Merito, conferitagli dal Presidente della Repubblica.
A lui si deve fra la fine dell'84 e la prima metà dell'85, la riattivazione del cantiere dell'Ospedale, la risoluzione di problematiche del servizio di Nettezza Urbana, la localizzazione delle nuove aree di 167, l'avvio a soluzione del problema degli sfrattati. Nel corso di quell'anno Aldo tentò, sia pure in mezzo a innumerevoli difficoltà di bilancio, di impostare le celebrazioni dell'anniversario della nascita del grande concittadino Giuseppe De Nittis e ad aprile festeggiò solennemente - nel Teatro Curci - i settant'anni del maestro Carlo Maria Giulini, donando all'illustre concittadino il suo certificato di nascita riprodotto in argento.
Notevole fu il suo contributo anche nell'ambito sociale - funzionario delle Ferrovie dello Stato - iniziò il suo impegno sociale prima come delegato del sindacato ferrovieri, poi come presidente della Comunità Braccianti di Barletta, per terminarlo con la Presidenza Provinciale dell'Associazione Combattenti e Reduci alla quale dedicherà gran parte delle sue energie negli ultimi anni.
Questo il ricordo dell'attuale sindaco di Barletta Nicola Maffei: «Per come lo ricordo io, Aldo non alzava mai la voce, non portava mai rancore verso nessuno, e in un mondo - come quello politico - dominato dalle passioni, non era un prevaricatore delle altrui opinioni, ma preferiva ragionare sulle cose e dire il suo punto di vista magari anche con una venatura di ironia. Né amava ostentare le sue qualità e con gli amici conservò sempre un rapporto saldissimo e sincero. Nel perseguimento di un obiettivo era tenace e paziente, così come negli incontri politici concedeva poco o nulla al superfluo, ma, con sobrietà di argomentazioni, preferiva soffermarsi sulle cose essenziali, quelle che contano veramente. E di fronte a un successo suo o della sua parte politica, non amava i toni trionfalistici, così come, di fronte alla amarezza di una delusione, preferiva un discreto silenzio. Aldo Bernardini ci ha lasciato una grande attestazione di serietà e di dedizione, e noi lo ricorderemo sempre con rispetto e simpatia per le sue doti di equilibrio e di cordialità, ma soprattutto ricorderemo in lui un esemplare testimone del suo tempo che seppe interpretare la politica come servizio e non come mestiere. Alla moglie Carmela e ai figlioli Antonio (stimato ambasciatore presso l'ONU), Ernesto (apprezzato dirigente del nostro Comune) alla figlia Angela ed ai familiari tutti, vanno le più affettuose espressioni del cordoglio di sindaco e di amico, unitamente a quelle della città della quale ci facciamo sinceri interpreti».
Assoluto protagonista della politica barlettana per circa trent'anni, Aldo Bernardini ha attivamente contribuito alla crescita sociale, amministrativa e politica della Città della Disfida. Democristiano della prima ora, notevole fu il suo impegno nella direzione del suo partito, offrendo il meglio di sé ogni qual volta fu chiamato a ricoprire ruoli di notevole spessore.
Fu assessore nel monocolore Palmitessa (1956-60), e poi anche nelle amministrazioni Morelli (1964-67), Tupputi (1970-73), Lionetti (1980-83), Russo (1984). Lui stesso indossò la fascia tricolore nella Giunta 1984-85, mandato amministrativo che concluse una lunga stagione di testimonianza politica, nobilitata dalla Commenda di Merito, conferitagli dal Presidente della Repubblica.
A lui si deve fra la fine dell'84 e la prima metà dell'85, la riattivazione del cantiere dell'Ospedale, la risoluzione di problematiche del servizio di Nettezza Urbana, la localizzazione delle nuove aree di 167, l'avvio a soluzione del problema degli sfrattati. Nel corso di quell'anno Aldo tentò, sia pure in mezzo a innumerevoli difficoltà di bilancio, di impostare le celebrazioni dell'anniversario della nascita del grande concittadino Giuseppe De Nittis e ad aprile festeggiò solennemente - nel Teatro Curci - i settant'anni del maestro Carlo Maria Giulini, donando all'illustre concittadino il suo certificato di nascita riprodotto in argento.
Notevole fu il suo contributo anche nell'ambito sociale - funzionario delle Ferrovie dello Stato - iniziò il suo impegno sociale prima come delegato del sindacato ferrovieri, poi come presidente della Comunità Braccianti di Barletta, per terminarlo con la Presidenza Provinciale dell'Associazione Combattenti e Reduci alla quale dedicherà gran parte delle sue energie negli ultimi anni.
Questo il ricordo dell'attuale sindaco di Barletta Nicola Maffei: «Per come lo ricordo io, Aldo non alzava mai la voce, non portava mai rancore verso nessuno, e in un mondo - come quello politico - dominato dalle passioni, non era un prevaricatore delle altrui opinioni, ma preferiva ragionare sulle cose e dire il suo punto di vista magari anche con una venatura di ironia. Né amava ostentare le sue qualità e con gli amici conservò sempre un rapporto saldissimo e sincero. Nel perseguimento di un obiettivo era tenace e paziente, così come negli incontri politici concedeva poco o nulla al superfluo, ma, con sobrietà di argomentazioni, preferiva soffermarsi sulle cose essenziali, quelle che contano veramente. E di fronte a un successo suo o della sua parte politica, non amava i toni trionfalistici, così come, di fronte alla amarezza di una delusione, preferiva un discreto silenzio. Aldo Bernardini ci ha lasciato una grande attestazione di serietà e di dedizione, e noi lo ricorderemo sempre con rispetto e simpatia per le sue doti di equilibrio e di cordialità, ma soprattutto ricorderemo in lui un esemplare testimone del suo tempo che seppe interpretare la politica come servizio e non come mestiere. Alla moglie Carmela e ai figlioli Antonio (stimato ambasciatore presso l'ONU), Ernesto (apprezzato dirigente del nostro Comune) alla figlia Angela ed ai familiari tutti, vanno le più affettuose espressioni del cordoglio di sindaco e di amico, unitamente a quelle della città della quale ci facciamo sinceri interpreti».