Sfilate sulle piste ciclabili, un’occasione per mostrarsi a Barletta

Via Ruggiero Vitrani, la via più esposta all’incognita

mercoledì 10 marzo 2010
A cura di Ester Binetti
Ci si chiede, sempre più, se le piste ciclabili siano il frutto di una reale politica intelligente o il risultato di uno studio inutile. Quante volte capita di vedere scene in cui i ciclisti trafficano accanto alle piste ciclabili? Oppure, pedoni sulle piste e i ciclisti nella corsia? Quante volte ci si è chiesti il motivo per cui alcune piste si trovano più in alto rispetto alla corsia o perchè le piste non ricoprono l'intera città, ma solo alcune zone, e quando incrociano altre strade magicamente si dissolvono?

Tanti gli interrogativi e tante le scene esilaranti che i cittadini vivono ogni giorno.Ma la strada che è da più tempo sotto la mia osservazione è via Vitrani. Una strada che ha da un lato un classico marciapiede e dall'altro una pista ciclabile. La questione è evidente: il lato della pista ciclabile è utilizzata soprattutto da pedoni. Questo perché è stato eliminato, per la realizzazione della pista, il marciapiede prima esistente, o per meglio dire, è stato ridotto "ad un minuscolo spazio vitale".

Il dubbio era così acceso che sono andata ad informarmi sul DECRETO MINISTERIALE 30 novembre 1999, n. 557 (pubblicato nella G.U. solo il 26.09.2000) per avere qualche risposta. E la mia attenzione non si è non potuta fermare sull'art. 3, di cui al paragrafo 5 si dice che: "I percorsi promiscui pedonali e ciclabili, identificabili con la figura II 92/b del decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495, sono realizzati, di norma, all'interno di parchi o di zone a traffico prevalentemente pedonale, nel caso in cui l'ampiezza della carreggiata o la ridotta entità del traffico ciclistico non richiedano la realizzazione di specifiche piste ciclabili. I percorsi promiscui pedonali e ciclabili possono essere altresì realizzati, previa apposizione della suddetta segnaletica, su parti della strada esterne alla carreggiata, rialzate o altrimenti delimitate e protette, usualmente destinate ai pedoni, qualora le stesse parti della strada non abbiano dimensioni sufficienti per la realizzazione di una pista ciclabile e di un contiguo percorso pedonale e gli stessi percorsi si rendano necessari per dare continuità alla rete di itinerari ciclabili programmati. In tali casi, si ritiene opportuno che la parte della strada che si intende utilizzare quale percorso promiscuo pedonale e ciclabile abbia:
a) larghezza adeguatamente incrementata rispetto ai minimi fissati per le piste ciclabili all'articolo 7;
b) traffico pedonale ridotto ed assenza di attività attrattrici di traffico pedonale quali itinerari commerciali, insediamenti ad alta densità abitativa, ecc.".

Ma a parte questo paragrafo, vorrei sottolineare che nello stesso articolo, paragrafo 7, vien detto che:
"Al fine di garantire nel tempo l'accessibilità degli itinerari e la sicurezza della circolazione, le piste ed i percorsi promiscui devono essere costantemente oggetto di interventi di manutenzione".

Non vorremo commentare oltre.
Via Vitrani © Ester Binetti
Via Vitrani © Ester Binetti