Sesso in cambio di foto osè, sei anni per un uomo arrestato a Barletta

Un 35enne cerignolano minacciò una 24enne di pubblicare foto compromettenti su Facebook. Il verdetto del Tribunale di Trani

giovedì 7 marzo 2013 0.01
Sei anni di reclusione. E' questo il verdetto del giudice monocratico del Tribunale di Trani, Francesco Messina, in merito al caso che nello scorso marzo aveva visto un cerignolano di 35 anni, Alberico Di Noia, colpevole di aver reso la vita impossibile a una 24enne di Ruvo di Puglia, prima via web poi de visu. Le indagini erano state avviate a marzo 2012: l'uomo aveva adescato la ragazza sul social network Badoo con una falsa identità, un nome diverso ("Gianni") e una foto attraente che non corrispondeva al vero. Di conseguenza, la ragazza aveva inviato in risposta via mail ben cinque foto che la ritraevano nuda: al momento dell'incontro dal vivo, la ragazza era però rimasta visibilmente delusa e aveva espresso volontà di non vedere più il ragazzo, che vedendosi respinto, le aveva anche scagliato contro un cellulare. Ma il cerignolano non aveva desistito, minacciando di pubblicare quelle foto su Facebook, e costringendola a raggiungerlo al villaggio turistico di Ippocampo per poter consumare il rapporto sessuale.

La 24enne in risposta fissò un appuntamento presso la stazione di Barletta, ma all'incontro si presentò scortata da alcuni agenti della Polizia di Corato: lì ebbe il via un inseguimento ai danni del Di Noia, che cercò anche di investire i due agenti a bordo della sua auto, pur di non essere tratto in arresto, dandosi alla fuga per le vie di Barletta. L' uomo fu inseguito dagli agenti fino a Zapponeta dove, con la collaborazione del personale della stazione dei Carabinieri, è stato bloccato nei pressi della sua abitazione dove fu sequestrato il computer con le foto della donna. Due poliziotti riportarono lesioni durante l'inseguimento, mentre Di Noia fu rinchiuso nel carcere di Trani: nel giugno 2012 il pm Fabio Buquicchio aveva chiesto che il giovane, accusato di tentata violenza sessuale, tentato omicidio, lesioni personali aggravate e oltraggio a pubblico ufficiale, fosse sottoposto a processo immediato: a otto mesi di distanza, è così maturata la dura condanna inflitta dal giudice Messina.