Sei imputati, sei richieste di pene per la maxi evasione del "mattone"
Si stringe il cerchio dopo l'operazione "Paradisi perduti" della Guardia di Finanza. Conclusa la requisitoria del pm Michele Ruggiero
sabato 15 giugno 2013
Sei imputati, sei richieste di pene. Il pubblico ministero tranese Michele Ruggiero mantiene ferma la sua linea e chiede al giudice monocratico del Tribunale di Barletta, Francesco Messina, che dichiari colpevoli gli imprenditori edili barlettani ancora coinvolti (altri patteggiarono) nel procedimento "Paradisi Perduti": ovvero la presunta maxi evasione fiscale derivante dalla dichiarazione del minor prezzo di vendita degli immobili.
Il pm ha concluso la requisitoria chiedendo 3 anni e 6 mesi di reclusione per tre imputati: Giuseppe Prascina, il cosiddetto re del mattone di Barletta, Antonio Maria Di Bari ed Antonio Chiarazzo. Due anni e sei mesi, invece, la pena richiesta per il figlio di Prascina, Alfonso, e per Gennaro Ziri. Un anno ed otto mesi, infine, la condanna invocata per Filomena Ziri. Solo il legale di un imputato ha preso la parola dopo la requisitoria del pm; le altre arringhe si succederanno nella prossima udienza calendarizzata al 20 settembre. A carico di Francesco ed Alfonso Prascina e di Filomena e Gennaro Ziri il pm ha chiesto pure la confisca di alcuni beni. Unica "retromarcia" rispetto al capo d'imputazione riguarda la richiesta di assoluzione per una delle contestazioni mosse a Gennaro Ziri.
L'inchiesta, che fu condotta dalla Guardia di Finanza di Barletta, ebbe origine da un servizio mandato in onda dal programma tv "Le Iene". Il 20 marzo 2009 denunciò il sistema del mercato immobiliare barlettano, poi rivelatosi comune in altre città limitrofe contando distinte indagini a carico di altri imprenditori edili. Secondo l'accusa gli imprenditori barlettani tra il 2005 ed il 2009 avrebbero sottratto milioni di euro ad imposizione fiscale grazie al fatto che nei rogiti notarili s'indicava un prezzo di alienazione inferiore rispetto a quello effettivamente pagato dai (non indagati) compratori.
Il pm ha concluso la requisitoria chiedendo 3 anni e 6 mesi di reclusione per tre imputati: Giuseppe Prascina, il cosiddetto re del mattone di Barletta, Antonio Maria Di Bari ed Antonio Chiarazzo. Due anni e sei mesi, invece, la pena richiesta per il figlio di Prascina, Alfonso, e per Gennaro Ziri. Un anno ed otto mesi, infine, la condanna invocata per Filomena Ziri. Solo il legale di un imputato ha preso la parola dopo la requisitoria del pm; le altre arringhe si succederanno nella prossima udienza calendarizzata al 20 settembre. A carico di Francesco ed Alfonso Prascina e di Filomena e Gennaro Ziri il pm ha chiesto pure la confisca di alcuni beni. Unica "retromarcia" rispetto al capo d'imputazione riguarda la richiesta di assoluzione per una delle contestazioni mosse a Gennaro Ziri.
L'inchiesta, che fu condotta dalla Guardia di Finanza di Barletta, ebbe origine da un servizio mandato in onda dal programma tv "Le Iene". Il 20 marzo 2009 denunciò il sistema del mercato immobiliare barlettano, poi rivelatosi comune in altre città limitrofe contando distinte indagini a carico di altri imprenditori edili. Secondo l'accusa gli imprenditori barlettani tra il 2005 ed il 2009 avrebbero sottratto milioni di euro ad imposizione fiscale grazie al fatto che nei rogiti notarili s'indicava un prezzo di alienazione inferiore rispetto a quello effettivamente pagato dai (non indagati) compratori.