"Sei di Barletta se", costumi e usi barlettani viaggiano su Facebook
Un gruppo raccoglie post e commenti, tra memoria e ironia
domenica 9 febbraio 2014
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Chi "Barlett c si bell quenn chiov", chi "quelli che le serate al Castello"; chi conosce "il panzerotto fritto dello Studente" e chi "mangia i ricci con il pane e non con il cucchiaino"; ancora, chi "Alla Festa della Madonna tra le bancarelle "u fid du sudor t na fuscii..." E poi senti qualcuno ke esclama dicendo: "e c cos nan s levn???"" e chi quando "faceva fillone andava alla Villa Bonelli". Una fiera di ricordi del passato, usi, citazioni di personaggi "celebri", politici conosciuti e abitudini trite e ritrite. Tutto questo in salsa barlettana, con Eraclio e i suoi "figli" sempre presenti. Questo il succo di "Sei di Barletta se…", gruppo nato su Facebook che sta raccogliendo copiosi consensi: quasi 1300 gli utenti già iscritti in pochi giorni con numeri in crescita costante, figlia della voglia di condivisione e di leggerezza che caratterizza la realtà 2.0. Predomina la voglia di raccontare gli aspetti più comuni della vita cittadina, non manca una sferzante ironia a condire i post più diffusi e commentati, che raccolgono una popolazione eterogenea e genuina, quella vita di piazza che sempre più manca nell'agire quotidiano.
Un engagement costante verso le proprie radici, come la descrizione del gruppo testimonia: "Situazioni, personaggi, detti, dialetto...tutto ciò che ti viene in mente...se sei di Barletta" così viene presentato il gruppo. Basta richiedere l'iscrizione, essere abilitati all'accesso e di lì entrare nella Barletta "virtuale". Un viaggio per il quale basta essere dotati di tastiera, memoria, ironia, mentre- come viene ribadito anche tra le pagine del gruppo- è meglio non "imbarcare" lo scherno verso persone in difficoltà. La nostalgia la fa da padrona, però, a prevalere è l'ironia, il tono scherzoso, il desiderio di trovare un aspetto, una frase, un'usanza che accomuni ogni cittadino di Barletta. D'altronde, condividere informazioni online aiuta a definire la nostra identità, a coltivare nuove e vecchie relazioni personali, contribuendo a sentirci più partecipi di quanto succede intorno a noi: è la base della psicologia della condivisione.
Il piacere di condividere qualcosa di rilevante non nasce con internet, ma è proprio della natura umana: con "Sei di Barletta se..." non facciamo altro che rimarcare la nostra identità nella totalità. E se non vi ritrovate in nessuna delle cose scritte, chiedetevi se siete sul serio di Barletta...
(Twitter: @GuerraLuca88)
Un engagement costante verso le proprie radici, come la descrizione del gruppo testimonia: "Situazioni, personaggi, detti, dialetto...tutto ciò che ti viene in mente...se sei di Barletta" così viene presentato il gruppo. Basta richiedere l'iscrizione, essere abilitati all'accesso e di lì entrare nella Barletta "virtuale". Un viaggio per il quale basta essere dotati di tastiera, memoria, ironia, mentre- come viene ribadito anche tra le pagine del gruppo- è meglio non "imbarcare" lo scherno verso persone in difficoltà. La nostalgia la fa da padrona, però, a prevalere è l'ironia, il tono scherzoso, il desiderio di trovare un aspetto, una frase, un'usanza che accomuni ogni cittadino di Barletta. D'altronde, condividere informazioni online aiuta a definire la nostra identità, a coltivare nuove e vecchie relazioni personali, contribuendo a sentirci più partecipi di quanto succede intorno a noi: è la base della psicologia della condivisione.
Il piacere di condividere qualcosa di rilevante non nasce con internet, ma è proprio della natura umana: con "Sei di Barletta se..." non facciamo altro che rimarcare la nostra identità nella totalità. E se non vi ritrovate in nessuna delle cose scritte, chiedetevi se siete sul serio di Barletta...
(Twitter: @GuerraLuca88)