Sede legale della Bat, la proposta del consigliere Caffarella
«Necessario un tavolo interistituzionale permanente»
lunedì 17 maggio 2010
Nel mentre il Consiglio Provinciale, rispettando il dettato legislativo, per la verità un tantino pilatesco, sembra si appresti a fare quella scelta che il legislatore non certo per insipienza, ma per il quieto vivere del momento, non fece,individuando la sede legale della provincia, lo spunto di riflessione sugli assetti della Bat, merita apprezzamento e proposte da parte dei soggetti a vario titolo interessati a far decollare questa provincia. La mia esperienza amministrativa, in questi dieci anni o poco più di impegno politico nelle Istituzioni della Città, mi hanno portato a vivere, su questo argomento, le piu' svariate sensazioni.
«E' indubbio, però, che dal famoso incontro dei Sindaci e di alcuni amministratori di quella che sarebbe divenuta la Bat (c'erano anche Corato e Ruvo che poi non hanno aderito) con l'allora Presidente Del Consiglio Massimo D'Alema, all'aereoporto di Palese, da cui giustamente si parte nella storia recente della provincia, lo spirito unitario di quei giorni è stato soppiantato dalle spinte campanilistiche. Ad un anno dalla elezione del primo Consiglio Provinciale, il fatto che ci si attardi ancora sulle scelte della sede legale come per l'indicazione degli uffici delle Amministrazioni dello Stato è il segnale evidente di un percorso difficile nel quale non tutti hanno giocato a pieno il proprio ruolo. La mia riflessione sull'argomento e spero la partecipazione ad una proposta di governance, non può non partire dal ruolo della mia città.
Trani città co-capoluogo, nella singolar tenzone per le sedi della provincia ha avuto un atteggiamento troppo distaccato all'insegna di una noblesse obblige che sinora non ha portato ad alcun significativo riconoscimento né nella individuazione delle sedi della provincia, né nella assunzione condivisa di un ruolo nelle strategie di area vasta. I pochi segnali di allarme lanciati sull'argomento, sinora, non sembrano aver trovato breccia nella classe politica come nei cittadini. E' ora di cambiar pagina. Giunti al momento delle scelte, anche Trani deve far conoscere come la pensa sui futuri assetti del territorio, che, inevitabilmente, ne segneranno la storia dei prossimi decenni. Quella che sembra essere il ruolo disegnato dal Consiglio Provinciale per la Città di Trani, merita delle puntualizzazioni. La tripartizione dei poteri, che vedrebbe in Trani il polo giudiziario, lasciando alle altre due città co-capoluogo le funzioni della pubblica amministrazione "attiva" di competenza delle Province è una forzatura priva di sostegno giuridico. L'organizzazione della funzione giurisdizionale costituisce espressione di un potere autonomo che davvero in modo arbitrario viene ripetutamente introdotta nella annosa questione delle sedi della Provincia.
Sappiamo bene che la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari non coincide obbligatoriamente con la circoscrizione amministrativa. Proprio la neonata Bat ne è la prova provata con comuni non rientranti nella provincia Bat (Corato,Ruvo, Terlizzi e Molfetta) che hanno chiesto di restare aggregati al Tribunale di Trani che semmai potrà estendere la sua giurisdizione ai centri del sud foggiano (Margherita, Trinitapoli e San Ferdinando) se l'organizzazione della Giustizia sul territorio lo richiederà.Il presunto polo giudiziario riconosciuto alla città di Trani ha solo l'effetto di escludere una delle tre città capoluogo dall'insediamento degli uffici propri della nuova Provincia. Quanto alle altre appendici, il cosiddetto polo finanziario si è evaporato quando a febbraio di quest'anno, la Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate è stata assegnata a Barletta e non a Trani, come da intese tra i Sindaci, e Trani, paradossalmente, è passata da essere una sede provinciale in pectore a perdere la giurisdizione su Corato con forte rischio di chiusura di quello che è divenuto poco più di uno sportello. Il polo culturale e quello turistico non sono mai stati corroborati da un progetto di identità territoriale che ponesse concretamente in Trani l'ubicazione di sedi di formazione anche post universitaria o individuasse nella città la sede dell'Azienda di Promozione Turistica. La Provincia Bat dopo aver chiesto, giustamente, il proprio patrimonio dalle province di Bari e Foggia (una bella dote fatta non solo di personale, strade e scuole ma anche di Aziende silvo-pastorali, quota parte di Biblioteca e Pinacoteca Provinciale, partecipazioni societarie varie, Stp, Moda Mediterranea, Seap, Tecnopolis, Gal, Consorzio Asi, Fiera del Levante, Ipres ecc.) non è stata capace fino ad oggi di mettere a frutto cotanto patrimonio, probabilmente per l'accidentato percorso della individuazione della sede legale.
A mio modesto avviso, la quadratura del cerchio, pur difficile, ci potrà essere se il presidente Ventola, "sentiti" anche i Sindaci del territorio, porrà con decisione la richiesta al Governo nazionale, peraltro dello stesso colore della Amministrazione Provinciale, di istituire un tavolo interistituzionale permanente che possa garantire di assecondare le vocazioni territoriali andando oltre la semplice dislocazione degli uffici della Presidenza, della Giunta e del Consiglio Provinciale. Un tavolo che sappia garantire la presenza delle varie amministrazioni dello Stato con propri uffici nel territorio, che individui i modi ed i tempi per un piano della formazione e degli studi universitari in questa provincia individuando tra le altre, una sede per il Provveditorato agli Studi ed una possibile città sede universitaria, insomma, che accompagni la nascita del nuovo Ente, al di là delle targhe su questo o quel Palazzo. Questo è particolarmente necessario per Trani che necessita di scelte di ben altri livelli istituzionali per dar corso pienamente al ruolo culturale, turistico e finanziario (potenziando il polo giudiziario esistente), che sembrerebbe profilarsi nello Statuto. Se la discussione si fermerà solo sul tavolo provinciale qualsiasi scelta sarà fatta scontenterà piu' d'uno. Certamente non premierà Trani negli anni a venire. E di questo per rispetto del mandato ricevuto dai cittadini, piu' d'uno dovrà dar conto».
«E' indubbio, però, che dal famoso incontro dei Sindaci e di alcuni amministratori di quella che sarebbe divenuta la Bat (c'erano anche Corato e Ruvo che poi non hanno aderito) con l'allora Presidente Del Consiglio Massimo D'Alema, all'aereoporto di Palese, da cui giustamente si parte nella storia recente della provincia, lo spirito unitario di quei giorni è stato soppiantato dalle spinte campanilistiche. Ad un anno dalla elezione del primo Consiglio Provinciale, il fatto che ci si attardi ancora sulle scelte della sede legale come per l'indicazione degli uffici delle Amministrazioni dello Stato è il segnale evidente di un percorso difficile nel quale non tutti hanno giocato a pieno il proprio ruolo. La mia riflessione sull'argomento e spero la partecipazione ad una proposta di governance, non può non partire dal ruolo della mia città.
Trani città co-capoluogo, nella singolar tenzone per le sedi della provincia ha avuto un atteggiamento troppo distaccato all'insegna di una noblesse obblige che sinora non ha portato ad alcun significativo riconoscimento né nella individuazione delle sedi della provincia, né nella assunzione condivisa di un ruolo nelle strategie di area vasta. I pochi segnali di allarme lanciati sull'argomento, sinora, non sembrano aver trovato breccia nella classe politica come nei cittadini. E' ora di cambiar pagina. Giunti al momento delle scelte, anche Trani deve far conoscere come la pensa sui futuri assetti del territorio, che, inevitabilmente, ne segneranno la storia dei prossimi decenni. Quella che sembra essere il ruolo disegnato dal Consiglio Provinciale per la Città di Trani, merita delle puntualizzazioni. La tripartizione dei poteri, che vedrebbe in Trani il polo giudiziario, lasciando alle altre due città co-capoluogo le funzioni della pubblica amministrazione "attiva" di competenza delle Province è una forzatura priva di sostegno giuridico. L'organizzazione della funzione giurisdizionale costituisce espressione di un potere autonomo che davvero in modo arbitrario viene ripetutamente introdotta nella annosa questione delle sedi della Provincia.
Sappiamo bene che la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari non coincide obbligatoriamente con la circoscrizione amministrativa. Proprio la neonata Bat ne è la prova provata con comuni non rientranti nella provincia Bat (Corato,Ruvo, Terlizzi e Molfetta) che hanno chiesto di restare aggregati al Tribunale di Trani che semmai potrà estendere la sua giurisdizione ai centri del sud foggiano (Margherita, Trinitapoli e San Ferdinando) se l'organizzazione della Giustizia sul territorio lo richiederà.Il presunto polo giudiziario riconosciuto alla città di Trani ha solo l'effetto di escludere una delle tre città capoluogo dall'insediamento degli uffici propri della nuova Provincia. Quanto alle altre appendici, il cosiddetto polo finanziario si è evaporato quando a febbraio di quest'anno, la Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate è stata assegnata a Barletta e non a Trani, come da intese tra i Sindaci, e Trani, paradossalmente, è passata da essere una sede provinciale in pectore a perdere la giurisdizione su Corato con forte rischio di chiusura di quello che è divenuto poco più di uno sportello. Il polo culturale e quello turistico non sono mai stati corroborati da un progetto di identità territoriale che ponesse concretamente in Trani l'ubicazione di sedi di formazione anche post universitaria o individuasse nella città la sede dell'Azienda di Promozione Turistica. La Provincia Bat dopo aver chiesto, giustamente, il proprio patrimonio dalle province di Bari e Foggia (una bella dote fatta non solo di personale, strade e scuole ma anche di Aziende silvo-pastorali, quota parte di Biblioteca e Pinacoteca Provinciale, partecipazioni societarie varie, Stp, Moda Mediterranea, Seap, Tecnopolis, Gal, Consorzio Asi, Fiera del Levante, Ipres ecc.) non è stata capace fino ad oggi di mettere a frutto cotanto patrimonio, probabilmente per l'accidentato percorso della individuazione della sede legale.
A mio modesto avviso, la quadratura del cerchio, pur difficile, ci potrà essere se il presidente Ventola, "sentiti" anche i Sindaci del territorio, porrà con decisione la richiesta al Governo nazionale, peraltro dello stesso colore della Amministrazione Provinciale, di istituire un tavolo interistituzionale permanente che possa garantire di assecondare le vocazioni territoriali andando oltre la semplice dislocazione degli uffici della Presidenza, della Giunta e del Consiglio Provinciale. Un tavolo che sappia garantire la presenza delle varie amministrazioni dello Stato con propri uffici nel territorio, che individui i modi ed i tempi per un piano della formazione e degli studi universitari in questa provincia individuando tra le altre, una sede per il Provveditorato agli Studi ed una possibile città sede universitaria, insomma, che accompagni la nascita del nuovo Ente, al di là delle targhe su questo o quel Palazzo. Questo è particolarmente necessario per Trani che necessita di scelte di ben altri livelli istituzionali per dar corso pienamente al ruolo culturale, turistico e finanziario (potenziando il polo giudiziario esistente), che sembrerebbe profilarsi nello Statuto. Se la discussione si fermerà solo sul tavolo provinciale qualsiasi scelta sarà fatta scontenterà piu' d'uno. Certamente non premierà Trani negli anni a venire. E di questo per rispetto del mandato ricevuto dai cittadini, piu' d'uno dovrà dar conto».