"Se non ora, quando?": le donne barlettane chiedono rispetto
Ricorre oggi la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. «Bisogna cominciare a cambiare l'approccio verso le donne»
venerdì 25 novembre 2011
«Un sondaggio ha rivelato che una donna italiana su due ritiene che le nostre città non siano "a misura di donna". La percezione di questo disagio aumenta vertiginosamente man mano che ci si sposta a sud del nostro paese. Oggi, 25 novembre, ricorre la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. E' da qui che vorremmo partire, da quel livido indelebile che marchia a fuoco l'identità, l'anima, l'intera esistenza di troppe donne da troppo tempo. "Non è il colpo, ma purtroppo il livido", canta un noto musicista italiano. E dei lividi nel cuore, per citarne una, di quella giovane dipendente della provincia molestata dal suo dirigente, chissà che ne è. Chissà quando, quelle invisibili ferite, si rimargineranno». A scrivere sono le responsabili del comitato spontaneo "Se non ora, quando?" di Barletta.
«Spesso ci si domanda cosa si possa fare. Poi, quasi per caso, arriva la risposta. Capita di scovare su internet la notizia che in una città danese per giorni ha campeggiato per le strade del centro un cartellone che recitava così: "Teach your son to respect women" (trad.: insegna a tuo figlio a rispettare le donne). Semplice. Per cambiare il sistema bisogna cominciare a cambiare l'approccio alle donne nel proprio micro-sistema, coltivando il seme della cultura di genere, affinché germogli nella coscienza degli uomini e delle donne di domani.
Da pochi giorni, a Barletta, abbiamo istituito formalmente il gruppo locale del "Se non ora, quando?", sottoscrivendone la carta d'identità. Una sorta di manifesto che racchiude le idee, le convinzioni, le volontà delle donne scese nelle piazze di tutta Italia il 13 febbraio scorso: la libertà, la forza e l'autonomia delle donne in tutti i campi; il coinvolgimento delle diverse associazioni di donne e delle organizzazioni professionali delle donne; l'adesione a titolo personale delle donne dei partiti e dei sindacati; la pluralità politica, culturale e di credo; l'esplicita attenzione alle giovani e ai giovani; l'utilizzo di un linguaggio trasversale e plurale nella comunicazione.
L'obiettivo è quello di radunare tutte «quelle donne che nonostante tutto e tutti, non si arrendono e diventano il welfare vivente di questo paese». Così scriveva poche settimane fa Marina Terragni in una lettera indirizzata al Presidente delle Repubblica Napolitano, con l'intenzione di raccontare la fatica di essere un'italiana del XXI secolo.
La realtà è che troppo poco viene fatto a sostegno della cultura di genere.
L'11 dicembre p.v. il comitato nazionale "Se non ora, quando?" ci chiede di tornare in piazza. Barletta ci sarà. Per adesioni scriveteci all'indirizzo di posta elettronica snoq.barletta@libero.it».
«Spesso ci si domanda cosa si possa fare. Poi, quasi per caso, arriva la risposta. Capita di scovare su internet la notizia che in una città danese per giorni ha campeggiato per le strade del centro un cartellone che recitava così: "Teach your son to respect women" (trad.: insegna a tuo figlio a rispettare le donne). Semplice. Per cambiare il sistema bisogna cominciare a cambiare l'approccio alle donne nel proprio micro-sistema, coltivando il seme della cultura di genere, affinché germogli nella coscienza degli uomini e delle donne di domani.
Da pochi giorni, a Barletta, abbiamo istituito formalmente il gruppo locale del "Se non ora, quando?", sottoscrivendone la carta d'identità. Una sorta di manifesto che racchiude le idee, le convinzioni, le volontà delle donne scese nelle piazze di tutta Italia il 13 febbraio scorso: la libertà, la forza e l'autonomia delle donne in tutti i campi; il coinvolgimento delle diverse associazioni di donne e delle organizzazioni professionali delle donne; l'adesione a titolo personale delle donne dei partiti e dei sindacati; la pluralità politica, culturale e di credo; l'esplicita attenzione alle giovani e ai giovani; l'utilizzo di un linguaggio trasversale e plurale nella comunicazione.
L'obiettivo è quello di radunare tutte «quelle donne che nonostante tutto e tutti, non si arrendono e diventano il welfare vivente di questo paese». Così scriveva poche settimane fa Marina Terragni in una lettera indirizzata al Presidente delle Repubblica Napolitano, con l'intenzione di raccontare la fatica di essere un'italiana del XXI secolo.
La realtà è che troppo poco viene fatto a sostegno della cultura di genere.
L'11 dicembre p.v. il comitato nazionale "Se non ora, quando?" ci chiede di tornare in piazza. Barletta ci sarà. Per adesioni scriveteci all'indirizzo di posta elettronica snoq.barletta@libero.it».