Scuole "D'Azeglio" e "Manzoni": uno sguardo oltre la facciata
Quanti pericoli si celano dietro queste strutture scolastiche?. Storie di restauri fatti e da farsi
giovedì 16 febbraio 2012
22.34
La scuola, rifugio sicuro e istruttivo per i bambini e i ragazzi di tutte le età, dai 5 ai 18 anni. In alcuni casi solo in apparenza, però. Possono mamme e papà essere davvero certi di mandare quotidianamente i propri pargoli in edifici scolastici "a prova di bomba", tanto per riverberare un'espressione tanto cara agli eroi dei fumetti polizieschi che tanti pargoli amano sfogliare? A Barletta forse in alcuni casi no. Basta dare uno sguardo e studiare un pò le carte che hanno per riferimento due scuole prese a caso, la scuola elementare "Massimo D'Azeglio" e la scuola media inferiore "Alessandro Manzoni", per sollevare più di qualche dubbio e alcune legittime perplessità. Due scuole quasi "coetanee": le date di costruzione della " D'Azeglio" e della "Manzoni" variano di qualche anno, risalgono entrambe agli anni '20 del XX secolo, riportano lo stesso stemma e si rifanno allo stesso stile. Ne ripercorriamo in breve la recente storia di restauri e interventi murari.
Della scuola "D'Azeglio" appaiono subito con evidenza i problemi sui tetti: si intervenne per un restauro circa 4 anni fa, a seguito delle segnalazioni della dirigenza della scuola in merito alle infiltrazioni di acqua dal tetto verso le aule. Ci furono così dei sopralluoghi del Comune e della Bar.sa., e come risultato si ebbe il rifacimento di tegolato, legnami e parti di travi sull'intera superficie dei 1500mq di tetto. E qui nasce il problema: chi si occupò del restauro quattro anni fa forse non si accorse dei danni alle facciate, perché il restauro precedente le aveva coperte con del colore. Il tetto non suscitava grandi patemi, ma la facciata denunciava all'occhio nudo la sua "precarietà", come oggi avviene: quando piove, nelle cornici, dal parapetto e dal cornicione penetra acqua, probabilmente perchè non adeguatamente isolati illo tempore.
Il tetto della "D'Azeglio"- All'epoca dei detti interventi il tetto non presentava quindi problematiche importanti quanto quelli della facciata. Nel periodo di costruzione del tetto, sono state poste lamiere e profili sui parapetti, ma ormai i muri si erano imbevuti di acqua. Oggi i cornicioni apicali sono del tutto inesistenti. Quattro anni fa i danni al tetto non erano importanti quanto quelli della facciata, oggi completamente cadente: 100.000 euro sono stati stanziati in tempi recenti per il rifacimento della parte della "D'Azeglio" che si affaccia tra Via 24 maggio e Corso Garibaldi, i lati maggiormente malridotti. Il risultato di tutto ciò? Nella peggiore delle ipotesi futuribili, potremmo assistere alla caduta di pezzi in caso di neve o di violentissime piogge. Quando piove il tufo non intonacato si imbeve di acqua, e può ghiacciarsi, diventando pericoloso: le parti apicali stonacate potrebbero addirittura staccarsi e cadere da un'altezza pari a 15 metri circa.
Al termine di questo breve ma inesorabile excursus, resta necessaria la proposta di una soluzione: per quanto riguarda la scuola "Massimo D'Azeglio" non sarebbe possibile installare una visiera del perimetro e della larghezza della scalinata d'ingresso, onde parare i ragazzi e i professori che accedono ed escono dall'edificio scolastico da eventuali cadute di calcinacci e tegole? Una modifica certo temporanea, ma quantomeno utile.
Capitolo-"Manzoni": all'occhio attento che osserva l'edificio, non sfuggiranno diverse parti cadenti nelle facciate, in particolare sul cornicione apicale. Anche qui il tetto è stato sostituito: oggi c'è un solaio piano, ma in facciata vi sono grossi problemi. Ogni 2-3 mesi, ci riferiscono, cade più o meno un pezzo. Oggi la scuola è transennata nel suo intero perimetro per evitare che i ragazzi si rechino sotto il muro possano incorrere in spiacevoli "incidenti", il tutto finchè non saranno fatti i dovuti lavori. Anche per la "Manzoni" erano stati stanziati 100.000 euro, però si è poi deciso di operare sul tetto realizzando degli abbassamenti, e intervenendo così sui controsoffitti. Sono stati quindi tolti i controsoffitti in laterizio, e gli sono stati preferiti quelli in cartongesso, certamente più leggeri. Resta però il pericolo immediato per quanto riguarda le facciate, mentre per quanto concerne le aule della scuola non c'è pericolo imminente, non ci sono punti di flesso o lesioni; resterebbe però evidente il bisogno di manutenzione. Ricapitolando: ora della gloriosa scuola dedicata all'autore de "I promessi sposi" è rimasta solo una decadente facciata, ormai integralmente transennata, con lesioni visibili anche a occhio nudo. A quando gli auspicati interventi?
Tanti interrogativi restano in merito alla situazione di queste scuole: ogni 30 anni si realizzano sistematicamente restauri agli edifici privati, ma le scuole di Barletta quanti restauri hanno avuto? Per motivi specifici può intervenire la Regione Puglia, che ad ora ha finanziato otto scuole per problemi di vulnerabilità. Perchè la "D'Azeglio" non ha avuto un restauro efficace e radicale? Perché non fu data priorità alle facciate? Queste e tante altre domande circolano nell'aria mentre i bambini e i docenti entrano ed escono quotidianamente, incuranti del silente pericolo che corrono, nelle e dalle mura che li accolgono. Sarebbe quantomeno auspicabile che i cittadini partecipino a questi discorsi, evitando un silenzio che a volte può risultare deleterio o addirittura massacrante.
Della scuola "D'Azeglio" appaiono subito con evidenza i problemi sui tetti: si intervenne per un restauro circa 4 anni fa, a seguito delle segnalazioni della dirigenza della scuola in merito alle infiltrazioni di acqua dal tetto verso le aule. Ci furono così dei sopralluoghi del Comune e della Bar.sa., e come risultato si ebbe il rifacimento di tegolato, legnami e parti di travi sull'intera superficie dei 1500mq di tetto. E qui nasce il problema: chi si occupò del restauro quattro anni fa forse non si accorse dei danni alle facciate, perché il restauro precedente le aveva coperte con del colore. Il tetto non suscitava grandi patemi, ma la facciata denunciava all'occhio nudo la sua "precarietà", come oggi avviene: quando piove, nelle cornici, dal parapetto e dal cornicione penetra acqua, probabilmente perchè non adeguatamente isolati illo tempore.
Il tetto della "D'Azeglio"- All'epoca dei detti interventi il tetto non presentava quindi problematiche importanti quanto quelli della facciata. Nel periodo di costruzione del tetto, sono state poste lamiere e profili sui parapetti, ma ormai i muri si erano imbevuti di acqua. Oggi i cornicioni apicali sono del tutto inesistenti. Quattro anni fa i danni al tetto non erano importanti quanto quelli della facciata, oggi completamente cadente: 100.000 euro sono stati stanziati in tempi recenti per il rifacimento della parte della "D'Azeglio" che si affaccia tra Via 24 maggio e Corso Garibaldi, i lati maggiormente malridotti. Il risultato di tutto ciò? Nella peggiore delle ipotesi futuribili, potremmo assistere alla caduta di pezzi in caso di neve o di violentissime piogge. Quando piove il tufo non intonacato si imbeve di acqua, e può ghiacciarsi, diventando pericoloso: le parti apicali stonacate potrebbero addirittura staccarsi e cadere da un'altezza pari a 15 metri circa.
Al termine di questo breve ma inesorabile excursus, resta necessaria la proposta di una soluzione: per quanto riguarda la scuola "Massimo D'Azeglio" non sarebbe possibile installare una visiera del perimetro e della larghezza della scalinata d'ingresso, onde parare i ragazzi e i professori che accedono ed escono dall'edificio scolastico da eventuali cadute di calcinacci e tegole? Una modifica certo temporanea, ma quantomeno utile.
Capitolo-"Manzoni": all'occhio attento che osserva l'edificio, non sfuggiranno diverse parti cadenti nelle facciate, in particolare sul cornicione apicale. Anche qui il tetto è stato sostituito: oggi c'è un solaio piano, ma in facciata vi sono grossi problemi. Ogni 2-3 mesi, ci riferiscono, cade più o meno un pezzo. Oggi la scuola è transennata nel suo intero perimetro per evitare che i ragazzi si rechino sotto il muro possano incorrere in spiacevoli "incidenti", il tutto finchè non saranno fatti i dovuti lavori. Anche per la "Manzoni" erano stati stanziati 100.000 euro, però si è poi deciso di operare sul tetto realizzando degli abbassamenti, e intervenendo così sui controsoffitti. Sono stati quindi tolti i controsoffitti in laterizio, e gli sono stati preferiti quelli in cartongesso, certamente più leggeri. Resta però il pericolo immediato per quanto riguarda le facciate, mentre per quanto concerne le aule della scuola non c'è pericolo imminente, non ci sono punti di flesso o lesioni; resterebbe però evidente il bisogno di manutenzione. Ricapitolando: ora della gloriosa scuola dedicata all'autore de "I promessi sposi" è rimasta solo una decadente facciata, ormai integralmente transennata, con lesioni visibili anche a occhio nudo. A quando gli auspicati interventi?
Tanti interrogativi restano in merito alla situazione di queste scuole: ogni 30 anni si realizzano sistematicamente restauri agli edifici privati, ma le scuole di Barletta quanti restauri hanno avuto? Per motivi specifici può intervenire la Regione Puglia, che ad ora ha finanziato otto scuole per problemi di vulnerabilità. Perchè la "D'Azeglio" non ha avuto un restauro efficace e radicale? Perché non fu data priorità alle facciate? Queste e tante altre domande circolano nell'aria mentre i bambini e i docenti entrano ed escono quotidianamente, incuranti del silente pericolo che corrono, nelle e dalle mura che li accolgono. Sarebbe quantomeno auspicabile che i cittadini partecipino a questi discorsi, evitando un silenzio che a volte può risultare deleterio o addirittura massacrante.