Scoperto un focolaio di xylella nelle campagne della Bat
Onofrio Spagnoletti Zeuli: «Non è il caso di allarmarsi»
venerdì 18 dicembre 2020
10.48
Un nuovo focolaio di Xylella fastidiosa è stato purtroppo scoperto a Canosa di Puglia. È il primo rilevamento sul territorio della Bat. Quanto riscontrato non è certo confortante per gli operatori del comparto agricolo biscegliese e del territorio, in particolare per gli imprenditori olivicoli.
Sul sito istituzionale emergenza Xylella è stata pubblicata la determinazione n° 179 del 14 Dicembre con l'aggiornamento delle aree delimitate alla Xylella fastidiosa Pausa ST53. Il focolaio in agro di Canosa è costituito da 8 campioni pool (campioni multipli) di piante di Dodonaea viscosa "purpurea" distribuite in due siti, raccolti in un "centro produttivo", distanti tra loro circa 500 metri e anch'esse infette da Xylella della sottospecie Pauca.
"Non è il caso di allarmarsi, ma c'è da essere seriamente preoccupati: la xylella al momento è presente in un vivaio di Canosa, e non in un oliveto, per questo motivo si può circoscrivere subito questo focolaio. Occorre immediatamente chiudere la struttura e distruggere tutte le piante, ricostruendo la tracciabilità dei prodotti in ingresso e in uscita, e prevedendo naturalmente un giusto ristoro per il vivaio stesso. La Regione Puglia non perda nemmeno un secondo di tempo, non possiamo mettere a repentaglio il polmone olivicolo italiano rappresentato dalle province di Bari e Bat, occorre dare sicurezza e certezza per il futuro delle imprese".
Così Onofrio Spagnoletti Zeuli, imprenditore agricolo portavoce dell'associazione Restart, realtà che racchiude le maggiori aziende olivicole pugliesi nata dall'esperienza dei gilet arancioni dell'agricoltura del 2019.
Sul sito istituzionale emergenza Xylella è stata pubblicata la determinazione n° 179 del 14 Dicembre con l'aggiornamento delle aree delimitate alla Xylella fastidiosa Pausa ST53. Il focolaio in agro di Canosa è costituito da 8 campioni pool (campioni multipli) di piante di Dodonaea viscosa "purpurea" distribuite in due siti, raccolti in un "centro produttivo", distanti tra loro circa 500 metri e anch'esse infette da Xylella della sottospecie Pauca.
"Non è il caso di allarmarsi, ma c'è da essere seriamente preoccupati: la xylella al momento è presente in un vivaio di Canosa, e non in un oliveto, per questo motivo si può circoscrivere subito questo focolaio. Occorre immediatamente chiudere la struttura e distruggere tutte le piante, ricostruendo la tracciabilità dei prodotti in ingresso e in uscita, e prevedendo naturalmente un giusto ristoro per il vivaio stesso. La Regione Puglia non perda nemmeno un secondo di tempo, non possiamo mettere a repentaglio il polmone olivicolo italiano rappresentato dalle province di Bari e Bat, occorre dare sicurezza e certezza per il futuro delle imprese".
Così Onofrio Spagnoletti Zeuli, imprenditore agricolo portavoce dell'associazione Restart, realtà che racchiude le maggiori aziende olivicole pugliesi nata dall'esperienza dei gilet arancioni dell'agricoltura del 2019.