Scomparsa Cilli, il legale: «In città si mormora ma nessuno parla»

Cocchiarole: «Ipotizziamo reato legato alla criminalità organizzata»

giovedì 3 febbraio 2022 14.08
A cura di Giuseppe Di Bisceglie
A venti giorni dalla scomparsa di Michele Cilli il riserbo sulle indagini è strettissimo. L'ultima importante novità risale alla giornata di ieri quando alla famiglia del 24enne è stata recapitata una agghiacciante lettera in cui si fanno precise accuse, inquadrando la scomparsa del giovane in un presunto contesto legato allo spaccio di stupefacenti.

«Una lettera importante» ha spiegato il criminologo Gianni Spoletti che, insieme all'avvocato Michele Cocchiarole, sta svolgendo indagini per conto della famiglia di Michele Cilli.

««Abbiamo messo nelle mani della Procura e degli investigatori la missiva giunta alla famiglia Cilli. Si tratta di una missiva molto importante da valutare attentamente, perché può darci delle indicazioni importanti» spiega il criminologo veronese che ormai da diversi giorni si trova a Barletta alla ricerca di elementi che possano essere utili alle indagini.

Le indagini delle forze dell'ordine e della Procura procedono nel massimo riserbo anche nei confronti della famiglia dello scomparso. ««La collaborazione con la Procura è limitata alla presentazione delle memorie» spiega l'avvocato Cocchiarole. Bocche cucite che lasciano immaginare che la direzione delle indagini sia quella della criminalità organizzata. «È una questione di procedura penale» fa notare il legale. «Per reati legati alla criminalità organizzata la Procura ha la possibilità di limitare l'accesso alle informazioni sulle indagini. Al momento più che una presentazione di memorie e scambi di indizi probatori non siamo mai stati chiamati in Procura per cooperare o collaborare alle indagini» continua.

La lettera, le taniche di acido muriatico, degli indumenti: sinora sono questi gli elementi raccolti dagli investigatori. Nessuno parla. «In città si mormora, c'è brusio, ma nessuno parla» commenta l'avvocato Cocchiarole.