Schittulli vs Ventola: più che un battibecco, un’arrampicata sugli specchi
Per il presidente della provincia di Bari, la Bat è contro la logica e l’equità. Ventola: «Quella di Schittulli è una semplice caduta di stile»
lunedì 2 luglio 2012
«Aver fatto la Bat, con poco più di 300.000 abitanti, non credo possa essere additato ad esempio di equità e logicità - così Francesco Schittulli, presidente della provincia di Bari e dell'Upi Puglia, in un'intervista di martedì 26 Giugno a "La Gazzetta del Mezzogiorno" - Una Provincia così piccola con addirittura tre capoluoghi? Mi sembra francamente esagerato. È una di quelle cose che rischiano di provocare ancora di più lo scostamento dei cittadini dalla politica. Io ci parlo con la gente di quelle città. Molti vorrebbero tornare alla Madre Patria - aggiunge ancora Schittulli, che poi si lancia in una campagna acquisti dei campanili della Bat - Bisogna guardare la realtà. La Provincia Bat non si è di fatto ancora avviata. Sarebbe interessante fare oggi referendum per dire ai cittadini per chiedere loro: siete soddisfatti o volete tornare a prima? Bisogna sempre ascoltare i cittadini e vedere come rispondono». Frasi che cercano di dotarsi di senso, ma che finiscono poi per perdersi nell'eterno mare del campanilismo nostrano. Schittulli infatti si spinge quasi a proporre ai cittadini dei comuni della sesta provincia pugliese, un referendum con cui esprimere la loro volontà di tornare o meno a far parte delle province d'origine, ovvero Bari e Foggia.
Eppure Schittulli, nella sua veste di presidente Upi (l'unione delle province italiane) per la Puglia, ha esordito, in quest'intervista, esprimendo una posizione chiara, portata avanti a livello nazionale dall'Upi per cercare un'intesa con il governo Monti, che può anche non essere condivisibile integralmente, ma che di certo è dotata di un senso compiuto: «Le Province hanno un ruolo essenziale perché rappresentano l'area vasta. Però, nel corso degli anni, sono diventate un abuso del sistema politico perché sono state parcellizzate. Il numero è notevolmente cresciuto ed è un fatto estremamente negativo. Credo sia un bene che vengano almeno dimezzate».
Ma non possiamo dimenticare che Schittulli è il presidente di una provincia candidata certamente a sparire, nel momento in cui vedranno la luce le aree metropolitane (previste in Italia già dal 1990), una delle quali coinvolgerà il capoluogo pugliese di Bari. Per cui va bene fare analisi generali, ma andrebbe altrettanto bene analizzare la propria specifica situazione. Invece Schittulli non sembra pensare proprio ad un'autovalutazione dell'ente provinciale da lui presieduto, anzi estende la sua campagna acquisti dei campanili anche verso il resto della Puglia, visto il rischio di soppressione e di conseguente accorpamento che corrono anche le province di Brindisi e Taranto. Emblematiche, quanto paradossali e inopportune, sono infatti le sue affermazioni: «Lecce, Brindisi e Taranto potrebbero benissimo stare insieme. Ma io dico anche che Cisternino e Fasano, che erano in Provincia di Bari, potrebbero tornare. Sentiamo i cittadini».
Ovviamente la replica di Francesco Ventola, presidente della Bat, non si è fatta attendere, dichiarandosi «alquanto stupito» delle affermazioni fatte dal "vicino" Schittulli. «In primo luogo, vorrei ricordare al presidente Schittulli che la nostra provincia è composta da quasi 400.000 abitanti e non da appena 300.000. Strano come lui, che sostiene di conoscere molto bene il nostro territorio e di parlare quotidianamente con i cittadini della Bat, non lo sappia - così comincia Ventola, facendo la conta degli abitanti della provincia - Il presidente della provincia di Bari e dell'Upi Puglia afferma poi che quella di far nascere la Bat sia stata una scelta poco equa e logica: forse preferiva che il nostro territorio continuasse ad essere l'estrema periferia delle Province di Bari e Foggia e che i nostri cittadini si ricordassero di far parte di una Provincia solo quando vi erano le elezioni?». Il discorso di Ventola si spinge così verso la riesumazione di due classici alla pugliese: il duello Barletta vs Bari e il duello Barletta vs Foggia. Per poi passare ad una difesa romantica della Bat: «Ritengo che il fatto stesso che un presidente di provincia viva quotidianamente le realtà dei dieci comuni che la compongono, giri le città e ne conosca concretamente dinamiche e problemi, sia un forte segnale di attenzione che i cittadini apprezzano e che mai si era verificato prima della nascita della provincia di Barletta-Andria-Trani. Aver costruito dal nulla una Provincia in appena tre anni, senza poter disporre di una sede, di una scrivania o di una penna con cui lavorare - diciamo che oggi l'oggettistica non manca, anche quella superflua, come ha riportato l'anno scorso un servizio de "L'espresso" di cui anche Barlettalife ha parlato - è stata un'ardua impresa che inevitabilmente può averci esposto a qualche rischio o errore di troppo. Ma i cittadini vedono oggi nella Provincia un interlocutore diretto ed a portata di mano, in grado di rispondere alle loro esigenze, e questo è certamente un risultato importante».
Ventola conclude, tornando nuovamente a rievocare le rivalità territoriali, che hanno reso a suo giudizio lo sviluppo amministrativo della Bat, un percorso travagliato: «Indubbiamente se durante la costituzione della provincia di Barletta-Andria-Trani, le province "madri" di Bari e Foggia avessero dimostrato spirito di collaborazione istituzionale, favorendo e non ostacolando la nascita del nuovo ente, forse oggi saremmo in grado di dare ai cittadini risposte ancor più concrete e risultati ancor più evidenti. Invece, come il presidente Schittulli può facilmente ricordare, abbiamo dovuto sudare le famigerate sette camicie per ottenere il tanto agognato trasferimento di risorse economiche dalle province madri. Risorse che pur spettandoci abbiamo incamerato a distanza di anni e solo dopo le nostre forti pressioni. Peccato che tutto questo il presidente Schittulli faccia finta di non ricordarlo - e poi l'ultima stoccata a Schittulli - Ritengo quella del Presidente Schittulli una semplice caduta di stile di un rappresentante istituzionale tanto esperto. Noi che invece siamo dei semplici neofiti, non possiamo ne limitarci a prenderne atto».
Due interventi, due tentativi di mettere in piedi una lucida arringa delle proprie ragioni. Alla fine più che un dibattito politico, sembra essere una gara a chi si arrampica di più sugli specchi. Da un lato Schittulli, che rileva giustamente dei problemi, ma che non si sogna minimamente di analizzare quale dovrà essere l'evoluzione della provincia di Bari da lui presieduta, in vista della tanto attesa nascita delle aree metropolitane. Dall'altro lato Ventola, che riporta a galla i vecchi, ma evidentemente mai sopiti, dissapori campanilistici con Bari e Foggia, oltre a fare poi una strenua difesa della Bat, dipingendola quasi come un "self-made man" della tradizione anglosassone, evitando invece di soffermarsi su quello che è il reale dibattito sulle province. Non possiamo andare da nessuna parte se gli atteggiamenti non cambiano e rimangono sempre gli stessi. C'è solo un modo d'agire da adottare, in attesa che finalmente da Roma giungano i giusti provvedimenti: basta col tirare acqua al proprio mulino, al proprio campanile, alla propria provincia.
Eppure Schittulli, nella sua veste di presidente Upi (l'unione delle province italiane) per la Puglia, ha esordito, in quest'intervista, esprimendo una posizione chiara, portata avanti a livello nazionale dall'Upi per cercare un'intesa con il governo Monti, che può anche non essere condivisibile integralmente, ma che di certo è dotata di un senso compiuto: «Le Province hanno un ruolo essenziale perché rappresentano l'area vasta. Però, nel corso degli anni, sono diventate un abuso del sistema politico perché sono state parcellizzate. Il numero è notevolmente cresciuto ed è un fatto estremamente negativo. Credo sia un bene che vengano almeno dimezzate».
Ma non possiamo dimenticare che Schittulli è il presidente di una provincia candidata certamente a sparire, nel momento in cui vedranno la luce le aree metropolitane (previste in Italia già dal 1990), una delle quali coinvolgerà il capoluogo pugliese di Bari. Per cui va bene fare analisi generali, ma andrebbe altrettanto bene analizzare la propria specifica situazione. Invece Schittulli non sembra pensare proprio ad un'autovalutazione dell'ente provinciale da lui presieduto, anzi estende la sua campagna acquisti dei campanili anche verso il resto della Puglia, visto il rischio di soppressione e di conseguente accorpamento che corrono anche le province di Brindisi e Taranto. Emblematiche, quanto paradossali e inopportune, sono infatti le sue affermazioni: «Lecce, Brindisi e Taranto potrebbero benissimo stare insieme. Ma io dico anche che Cisternino e Fasano, che erano in Provincia di Bari, potrebbero tornare. Sentiamo i cittadini».
Ovviamente la replica di Francesco Ventola, presidente della Bat, non si è fatta attendere, dichiarandosi «alquanto stupito» delle affermazioni fatte dal "vicino" Schittulli. «In primo luogo, vorrei ricordare al presidente Schittulli che la nostra provincia è composta da quasi 400.000 abitanti e non da appena 300.000. Strano come lui, che sostiene di conoscere molto bene il nostro territorio e di parlare quotidianamente con i cittadini della Bat, non lo sappia - così comincia Ventola, facendo la conta degli abitanti della provincia - Il presidente della provincia di Bari e dell'Upi Puglia afferma poi che quella di far nascere la Bat sia stata una scelta poco equa e logica: forse preferiva che il nostro territorio continuasse ad essere l'estrema periferia delle Province di Bari e Foggia e che i nostri cittadini si ricordassero di far parte di una Provincia solo quando vi erano le elezioni?». Il discorso di Ventola si spinge così verso la riesumazione di due classici alla pugliese: il duello Barletta vs Bari e il duello Barletta vs Foggia. Per poi passare ad una difesa romantica della Bat: «Ritengo che il fatto stesso che un presidente di provincia viva quotidianamente le realtà dei dieci comuni che la compongono, giri le città e ne conosca concretamente dinamiche e problemi, sia un forte segnale di attenzione che i cittadini apprezzano e che mai si era verificato prima della nascita della provincia di Barletta-Andria-Trani. Aver costruito dal nulla una Provincia in appena tre anni, senza poter disporre di una sede, di una scrivania o di una penna con cui lavorare - diciamo che oggi l'oggettistica non manca, anche quella superflua, come ha riportato l'anno scorso un servizio de "L'espresso" di cui anche Barlettalife ha parlato - è stata un'ardua impresa che inevitabilmente può averci esposto a qualche rischio o errore di troppo. Ma i cittadini vedono oggi nella Provincia un interlocutore diretto ed a portata di mano, in grado di rispondere alle loro esigenze, e questo è certamente un risultato importante».
Ventola conclude, tornando nuovamente a rievocare le rivalità territoriali, che hanno reso a suo giudizio lo sviluppo amministrativo della Bat, un percorso travagliato: «Indubbiamente se durante la costituzione della provincia di Barletta-Andria-Trani, le province "madri" di Bari e Foggia avessero dimostrato spirito di collaborazione istituzionale, favorendo e non ostacolando la nascita del nuovo ente, forse oggi saremmo in grado di dare ai cittadini risposte ancor più concrete e risultati ancor più evidenti. Invece, come il presidente Schittulli può facilmente ricordare, abbiamo dovuto sudare le famigerate sette camicie per ottenere il tanto agognato trasferimento di risorse economiche dalle province madri. Risorse che pur spettandoci abbiamo incamerato a distanza di anni e solo dopo le nostre forti pressioni. Peccato che tutto questo il presidente Schittulli faccia finta di non ricordarlo - e poi l'ultima stoccata a Schittulli - Ritengo quella del Presidente Schittulli una semplice caduta di stile di un rappresentante istituzionale tanto esperto. Noi che invece siamo dei semplici neofiti, non possiamo ne limitarci a prenderne atto».
Due interventi, due tentativi di mettere in piedi una lucida arringa delle proprie ragioni. Alla fine più che un dibattito politico, sembra essere una gara a chi si arrampica di più sugli specchi. Da un lato Schittulli, che rileva giustamente dei problemi, ma che non si sogna minimamente di analizzare quale dovrà essere l'evoluzione della provincia di Bari da lui presieduta, in vista della tanto attesa nascita delle aree metropolitane. Dall'altro lato Ventola, che riporta a galla i vecchi, ma evidentemente mai sopiti, dissapori campanilistici con Bari e Foggia, oltre a fare poi una strenua difesa della Bat, dipingendola quasi come un "self-made man" della tradizione anglosassone, evitando invece di soffermarsi su quello che è il reale dibattito sulle province. Non possiamo andare da nessuna parte se gli atteggiamenti non cambiano e rimangono sempre gli stessi. C'è solo un modo d'agire da adottare, in attesa che finalmente da Roma giungano i giusti provvedimenti: basta col tirare acqua al proprio mulino, al proprio campanile, alla propria provincia.