Scatigno e il collettivo Exit : «Silenzio completo della politica, non ci meraviglia»

Analisi dell'evasione fiscale dei 7 imprenditori barlettani. Rapporto sempre più stretto tra affari e politica

mercoledì 25 maggio 2011
«L'operazione portata avanti qualche giorno fa dalla Guardia di Finanza, con l'arresto di 7 imprenditori barlettani del settore edile per frode fiscale continuata, perpetrata dal 2005 al 2009, per un valore di 43 milioni di euro, non ci meraviglia assolutamente». E' l'amara conclusione di Francesco Scatigno, del collettivo Exit, che quasi con disincanto analizza una situazione che sembra essere sempre di più un "segreto di Pulcinella", Scatigno in accordo a quanto da noi notificato su un colpevole e assordante silenzio della politica nostrana, continua così. «Come non ci meraviglia il completo silenzio della classe politica istituzionale della nostra città,che fino ad oggi non ha espresso nessun giudizio,come se la questione non investisse direttamente anche le istituzioni e soprattutto il rapporto sempre più stretto tra affari e politica. Perché su questo aspetto che secondo noi va focalizzata l'attenzione per cercare di scardinare un sistema che viene reciprocamente alimentato in uno scambio continuo tra classe padronale e casta politica. Non può sfuggire il fatto che mentre la maggior parte delle persone a Barletta è costretta a subire gli effetti di una crisi economica devastante che produce sempre più precarietà e miseria,si assiste invece ad una elitè che, su un bene primario come la casa, continua ad arricchirsi e lo fa, non solo cementificando ampie porzioni del nostro territorio,ma anche taglieggiando e strozzando quelle famiglie che stentano ad arrivare alla fine del mese».

«Tutto ciò avviene con la complicità della classe politica barlettana che ha la sfacciataggine di ergere ad emblema del proprio operato l'idea di legalità. Concetto che viene brandito come una clava se a "trasgredire" le regole sono gli ultimi della società che magari praticano l'illegalità per pura sopravvivenza,mentre se a farlo è un capitalismo di rapina, nessuno muove un dito. Non stiamo qui a invocare la "forca", visto che non crediamo alle istituzioni carcerarie come possibilità per redimere gli esseri umani,ma pensiamo che vada preso atto come il mondo delle imprese oggi rappresenti un corpo separato dalla società capace solo di privatizzare i profitti e collettivizzare al massimo le perdite. In tutto questo la politica ha una grossa responsabilità, perché non è capace di costruire un progetto autonomo di sviluppo del territorio fuori dalla logica di asservimento ai poteri forti».

«Per questo chiediamo all'Amministrazione di costituirsi parte civile nel processo, visto che l'evasione fiscale ha comportato un danno alla collettività per quanto riguarda risorse che potevano essere investite in servizi per i cittadini. Inoltre va smantellato quel sistema di potere che ha ramificazioni anche all'interno dell'Ufficio Tecnico del Comune, che ormai opera più come una succursale delle imprese che come ufficio per la cittadinanza. Su queste questioni vorremmo che il Sindaco e l'intero centro-sinistra diano delle risposte immediate, perché non è possibile più nascondersi dietro un astratto concetto di legalità quando invece nella nostra città manca qualsiasi idea di giustizia sociale».