Sabino, il barlettano positivo al Covid da 25 giorni: «Mi sento abbandonato»
La storia del fotografo barlettano: «Il Covid fa male due volte: al fisico e alle tasche»
sabato 14 novembre 2020
8.43
Dal 22 ottobre la vita di Sabino Balestrucci, fotografo con una storia trentennale e titolare di uno studio di Barletta, è cambiata. E la luce in fondo al tunnel ancora non si vede. Tutto a causa di una positività al Covid-19. Ancora oggi, a più di tre settimane da quel giorno, la sua quotidianità è un calvario.
«Il 19 ottobre ho avuto i primi sintomi, febbre alta e dolori vari - racconta il diretto interessato - ho fatto il tampone in ospedale il 22 ottobre mattina. Nello stesso giorno mi hanno chiamato dall'ospedale dicendomi che ero positivo e che di lì a breve sarei stato contattato dall'ufficio igiene per sapere come comportarmi. Tutto questo non è mai avvenuto».
Di lì è stato l'inizio di un percorso complicatissimo: il 25 ottobre Balestrucci ha accusato un malore. «Abbiamo chiamato il 118 che mi ha immediatamente dato la terapia e consigliato di associarla all'ossigeno. Il 26 sera ho avuto un'altra crisi respiratoria e abbiamo nuovamente chiamato il 118 - spiega - mi hanno nuovamente controllato e mi hanno confermato di continuare la terapia e ossigenarmi, consigliandomi di sentire l'Usca a e l'ufficio igiene per far venire un medico che mi tenesse giornalmente sotto controllo».
Richiesta che, spiega Sabino, non è stata accolta: «Ufficio igiene, Usca e Asl da giorni non rispondono al telefono e neanche alle e-mail che ho mandato. Mi sento da 20 giorni abbandonato! L'8 novembre, avendo finito la terapia assegnata dal 118 in collaborazione del medico curante, ha avuto il via una regressione della malattia tanto che nella notte del 9 novembre mi sono ritrovato nuovamente in una crisi respiratoria: allora ho deciso di richiamare nuovamente a richiamare il 118 che mi ha fatto riprendere la terapia».
Alla mancanza di un'adeguata assistenza sanitaria si sommano i guai sul lavoro. «Sono senza la documentazione necessaria e stando ancora male non posso riaprire l'attività, al pubblico e nemmeno ai miei dipendenti - denuncia - nonostante abbia fatto sanificare gli ambienti. Il Covid fa male due volte: al fisico e alle tasche. Chi viene colpito oltre al danno subisce la beffa».
Una richiesta di aiuto e comprensione che attende risposte. Un invito con i fatti a chi non crede agli effetti nefasti di questa malattia. «Indossiamo le mascherine e rispettiamo il distanziamento: solo così potremo rivedere la luce».
«Il 19 ottobre ho avuto i primi sintomi, febbre alta e dolori vari - racconta il diretto interessato - ho fatto il tampone in ospedale il 22 ottobre mattina. Nello stesso giorno mi hanno chiamato dall'ospedale dicendomi che ero positivo e che di lì a breve sarei stato contattato dall'ufficio igiene per sapere come comportarmi. Tutto questo non è mai avvenuto».
Di lì è stato l'inizio di un percorso complicatissimo: il 25 ottobre Balestrucci ha accusato un malore. «Abbiamo chiamato il 118 che mi ha immediatamente dato la terapia e consigliato di associarla all'ossigeno. Il 26 sera ho avuto un'altra crisi respiratoria e abbiamo nuovamente chiamato il 118 - spiega - mi hanno nuovamente controllato e mi hanno confermato di continuare la terapia e ossigenarmi, consigliandomi di sentire l'Usca a e l'ufficio igiene per far venire un medico che mi tenesse giornalmente sotto controllo».
Richiesta che, spiega Sabino, non è stata accolta: «Ufficio igiene, Usca e Asl da giorni non rispondono al telefono e neanche alle e-mail che ho mandato. Mi sento da 20 giorni abbandonato! L'8 novembre, avendo finito la terapia assegnata dal 118 in collaborazione del medico curante, ha avuto il via una regressione della malattia tanto che nella notte del 9 novembre mi sono ritrovato nuovamente in una crisi respiratoria: allora ho deciso di richiamare nuovamente a richiamare il 118 che mi ha fatto riprendere la terapia».
Alla mancanza di un'adeguata assistenza sanitaria si sommano i guai sul lavoro. «Sono senza la documentazione necessaria e stando ancora male non posso riaprire l'attività, al pubblico e nemmeno ai miei dipendenti - denuncia - nonostante abbia fatto sanificare gli ambienti. Il Covid fa male due volte: al fisico e alle tasche. Chi viene colpito oltre al danno subisce la beffa».
Una richiesta di aiuto e comprensione che attende risposte. Un invito con i fatti a chi non crede agli effetti nefasti di questa malattia. «Indossiamo le mascherine e rispettiamo il distanziamento: solo così potremo rivedere la luce».