Save The Beach

Una soluzione alternativa ed ecocompatibile per l’erosione delle coste. Da Jesolo a Barletta, forse…

giovedì 7 giugno 2012
A cura di Alessandro Porcelluzzi
Ho fatto un sogno. Camminavo sulla lunghissima litoranea di Jesolo, il paese in cui è nata mia madre. A destra i pontili e il mare a perdita d'occhio. A sinistra gli alberghi, i residence, un paio di torri imponenti. E ristoranti, locali, case basse, campeggi. Poi di colpo la visuale cambiava. Spiagge libere senza alcun servizio e lidi privati pieni di cemento alla mia destra. Alla mia sinistra palazzoni degni delle peggiori fantasie dei peggiori architetti. Saracinesche a chiudere la vista del mare. Microaziende frammiste ai centri abitati. Fumi di cementeria, auto ovunque. Non ero più a Jesolo, ma a Barletta.

Jesolo è una cittadina del Nord Est. Pochi, pochissimi i punti di contatto con Barletta. Jesolo ha una storia urbana relativamente recente. Ha trovato una propria configurazione precisa, persino nel suo nome definitivo, solo nel primo dopoguerra. Si è data fin da subito una chiara vocazione turistica. La città, che d'inverno ha una popolazione di 25mila abitanti, accoglie un flusso turistico che ha raggiunto i 6 milioni di visitatori l'anno, e raggiunge una popolazione media, nei mesi estivi, di 500mila tra abitanti, turisti ospitati dalle strutture alberghiere e pendolari. Al variare del colore politico delle amministrazioni (Psi negli anni '80, Pds all'inizio della Seconda Repubblica, 10 anni di Lega, 5 di una civica di centrodestra fino ad un accordo PDL-PD-UDC che ha vinto alle elezioni di meno di un mese fa), non è cambiato l'orientamento pro-turismo della politica e della società civile che conta.

Un punto di contatto tra Barletta e Jesolo invece c'è. Si sta discutendo in queste settimane a livello regionale e cittadino del Piano Coste. Le due soluzioni su cui si sta discutendo per far fronte all'erosione delle coste sono il ripascimento e i frangiflutti. Jesolo entra in questa storia attraverso lo studio della dottoressa Rosa Cascella. Dopo aver incontrato due esperti locali (il prof. Ruggiero Dellisanti, a favore del ripascimento, e il dott. Marco Barone, propenso a una soluzione mista ripascimento/frangiflutti), e dopo aver verificato che la Regione Puglia finanzia, con 2 milioni di euro, solo la soluzione frangiflutti, Cascella ha avviato una ricerca su sistemi nuovi e alternativi per la soluzione di questo problema. Incontrando il Beach regeneration system e la società Save the beach, che possiede il brevetto per l'Italia di tale metodo. Il Brs consiste in pennelli amovibili che possono essere adattati anche durante la fase di utilizzazione. Installato durante l'inverno, viene rimosso all'inizio della stagione estiva, in modo da non creare ostacoli per l'utilizzo della spiaggia. E non crea danni né alla flora né alla fauna marina. Il progetto, attivo in alcune località degli Stati Uniti, è stato sperimentato quest'anno per la prima volta in Italia a Jesolo con ottimi risultati. La dottoressa Cascella e il consigliere regionale Mennea hanno ospitato a Barletta una delegazione della società STB (Paolo Zuccon, socio STB, Stefano Berton e Antonio Pasian, tecnici). Dal sopralluogo emergerà una proposta di intervento che il Consigliere regionale Mennea ha intenzione di sottoporre alla Regione e al Comune, affinché si dotino di questo strumento innovativo.