San Ruggero, operatore di Pace: l'omelia dell'Arcivescovo Pichierri

L'anonimo cannese: «Era assai pietoso e premuroso per la salute delle anime»

venerdì 30 dicembre 2016 20.29
Il testo dell'omelia tenuta da S.E. mons. Giovan Battista Pichierri, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, per la festa del Santo Patrono di Barletta san Ruggero Vescovo, nella Chiesa di San Ruggero, durante il solenne pontificale delle 11.15.

S. RUGGERO VESCOVO, OPERATORE DI PACE 1060-1129


E' importante inquadrare l'epoca in cui è vissuto il nostro santo Patrono. Siamo nel XI secolo, periodo cruciale per la storia della Chiesa: da una parte si avvertiva il peso dell'influenza dello strapotere civile, che condizionava negativamente la vita di essa causando corruzione e contro testimonianze nell'ambito ecclesiastico; dall'altro si assisteva ad una grande fioritura di santità che faceva ben sperare in una rinascita spirituale. L'esigenza di riforma, ormai diffusa un po' dovunque, di ritornare cioè alla primitiva vita evangelica, di riottenere l'autonomia della Chiesa dal potere temporale, fu fatta propria dal santo Pontefice Gregorio VII, Ildebrando di Soana, per la cui causa pagò di persona morendo esule a Salerno. In quell'arco di storia brillarono altre figure quale S. Pier Damiani, S. benedetto di Chiaravalle, S. Norberto. S. Ruggero si inserisce su questa scia, in quanto concepì l'episcopato con come potere, ma come servizio. Egli visse per il gregge che gli era stato affidato , senza mai spadroneggiare su di esso, facendosi secondo il programma dell'apostolo Paolo "tutto a tutti".

Contribuì alla ricostruzione morale e materiale della città di Canne, restando unico baluardo per la sua gente prostrata dalla miseria e dalla fame. Con instancabile ardore esortò i fedeli e li sostenne spezzando loro il 'pane eucaristico' e la 'parola di Dio". "Era assai pietoso e premuroso per la salute delle anime", ci dice l'anonimo Cannese del XIV sec., fonte popolare della sua vita. Non solo, ma fece della sua casa "un puro hospitio che sempre stava aperto de nocte et de giorno ad alloggiare le viandanti et le pellegrini et le vidue et le pupilli dove trovavino le loro conforto et le loro consolazioni". Per le sue doti, fu stimato perfino da due Pontefici contemporanei: Pasquale II e Gelasio II, i quali gli affidarono incarichi delicati. Povero di beni terreni, Ruggero entrò ricco di meriti in Paradiso il 30 dicembre 1129, all'età di circa 60 anni (vedi "I nostri Santi Patroni", editrice Rotas).

L'attualità della santità di S. Ruggero la ricostruiamo, oggi, dal contesto socio-culturale-religioso in cui viviamo. C'è una crisi diffusa di fede che porta all'indifferenza della vita cristiana. C'è apparenza religiosa e non relazioni sincere, autentiche di rispetto, di stima, di amore fraterno, di attenzione al bene comune, come Gesù di comanda: "Amatevi gli uni gli altri come Io vi ho amato". In questo tempo natalizio cpsì leggiamo dalla 1^ lettera di S. Giovanni Apostolo: " Dio à luce in lui non c'è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità". Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato" (! Gv 1, 5-2,2).

Papa Francesco costantemente ci invita a lasciarci amare da Dio per amarci gli uni gli altri come Egli ci ama. Nel messaggio che egli ci ha consegnato nella 50^ Giornata Mondiale della Pace che celebreremo il 1 gennaio ci dice con la sua autorità magisteriale: "La nonviolenza è lo stile della politica per la pace". Cito: In questa occasione desidero soffermarmi sulla nonviolenza come stile di una politica di pace e chiedo a Dio di aiutare tutti noi ad attingere alla nonviolenza nelle profondità dei nostri sentimenti e valori personali. Che siano la carità e la nonviolenza a guidare il modo con cui trattiamo gli uni gli altri nei rapporti interpersonali, in quelli sociali e in quelli internazionali. Quando sanno resistere alla tentazione della vendetta, le vittime della violenza possono essere i protagonisti più credibili dei processi non violenti della pace. Dal livello locale e quotidiano fino a quello dell'ordine mondiale, possa la nonviolenza diventare lo stile caratteristico delle nostre decisioni, delle nostre relazioni, delle nostre azioni, della politica in tutte le sue forme" (n. 1).

Il messaggio del Papa bisogna leggerlo tutto e meditarlo. Ed è nostro dovere di cristiani conoscere e seguire il magistero ordinario del Papa. Ora, carissimi, voglio soltanto dire a me e a voi: "se diciamo di essere veramente devoti di S. Ruggero, se lo accettiamo come nostro patrono e protettore, non possiamo non imitarlo come operatore di giustizia e di pace seguendo anche noi, come fece lui, la via della nonviolenza che non è ressa, disimpegno, passività, ma come disse Madre Teresa di Calcutta, oggi S. Teresa, quando ricevette il premio Nobel per la pace nel 1979: "Nella nostra famiglia non abbiamo bisogno di bombe e di armi, di distruggere per portare la pace, ma solo di stare insieme, di amarci gli uni gli altri (...). E potremo superare tutto il male che c'è nel mondo" (citazione nel Messaggio del Papa, n. 4).

Lasciamoci, allora, possedere dalla beatitudine 'Beati miti, beati i misericordioso'. Beati i portatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio" e rivolgendoci al santo patrono Ruggero invochiamolo: "S. Ruggero, esperto in umanità e messaggero di giustizia e di pace, che ti distinguesti tra la tua gente quale padre per i poveri, sostegno per i sofferenti e scudo per gli indifesi: riempici dall'amore pure, che non guarda al proprio interesse e ci rende capaci di riconoscere Dio negli ultimi. Amico di Gesù Cristo, che per disposizione divina hai privilegiato a luogo della tua pace e del tuo riposo Barletta, città di Maria, sostienici sempre con la tua intercessione fino a quando , accolti tra le braccia misericordioso del Padre, canteremo in eterno la sua misericordia. Amen"