«Se ci denunci diciamo a tua moglie che sei andato con prostitute»
L’uomo, che non è sposato, viene aiutato dalla Polizia
venerdì 25 luglio 2014
11.57
Tre prostitute di nazionalità romena, poi aiutate da una quarta, avevano avvicinato un uomo sulle cosiddette "Salinelle". Dapprima una, poi le altre, avrebbero chiesto un passaggio all'uomo verso Margherita di Savoia. Si sarebbe trattato di una scusa per sottrarre all'uomo una catenina d'oro che aveva al collo. Di fronte all'inevitabile protesta e tentativi dell'uomo di riappropriarsi del suo, le donne l'avrebbero minacciato di riferire tutto alla moglie. L'uomo però non è sposato e da lì a poco l'intervento della Polizia.
Arrestate dunque le sottoelencate cittadine romene, tutte ritenute responsabili, in concorso tra loro, di rapina impropria:
In particolare riferiva che, mentre a bordo della propria autovettura Opel Corsa, transitava per questa s.p. 21 detta delle salinelle, veniva fermato da una prostituta che si trovava in zona. La stessa, una bionda con i capelli legati a coda, gli chiedeva di darle un passaggio a margherita di savoia per comprare delle sigarette. Contestualmente a tale richiesta, una seconda prostituta, senza il consenso della p.o. [persona offesa ndr] entrava all'interno dell'autovettura accomodandosi sul sedile lato passeggero. La stessa p.o. riferiva che, mentre la prostituta che si era seduta in macchina lo distraeva, quella che gli aveva chiesto il passaggio e che era rimasta affacciata al finestrino del guidatore, cominciava ad accarezzargli il collo. In questo frangente, una terza prostituta si avvicinava dal lato guidatore attuando dei diversivi al fine di distrarre ulteriormente la p.o.. Aggiungeva che, dopo essersi avveduto delle intenzioni delle tre donne, chiedeva a quella seduta in macchina di uscire immediatamente dall'abitacolo.
Mentre si accingeva ad allontanarsi dal posto, si accorgeva che dal collo gli mancava la sua collanina in oro che aveva constatato avere poco prima di essere fermato dalle donne. Pertanto si fermava immediatamente intimando alle tre donne di restituire quello che gli avevano rubato. Mentre rivendicava questo suo diritto, una quarta donna, che fino a quel momento si era tenuta in disparte e che si era avvicinata al terzetto, si allontanava repentinamente dal gruppo nonostante la p.o. le chiedesse insistentemente di fermarsi. Infatti quest'ultima, come riferito dalla stessa p.o., si allontanava fino a perderla di vista. A questo punto la p.o., al fine di rientrare in possesso del maltolto, rivolgendosi alle donne, riferiva loro che avrebbe chiamato le forze dell'ordine. A questa velata minaccia, le donne rispondevano dicendo che se lui avesse chiamato le forze dell'ordine, loro avrebbero contattato la moglie raccontandole che il marito si era fermato con delle prostitute. Saputo dalla p.o. che non era sposato e che non doveva dar conto a nessuno delle sue azioni, le stesse a quel punto gli dicevano che se avesse chiamato le forze dell'ordine, loro lo avrebbero denunciato dicendo di essere state vittime di una rapina a mano armata ad opera dello stesso.
La p.o. per nulla intimorita, contattava a mezzo della propria utenza cellulare il numero di emergenza 113. Presso la sala operativa di questo commissariato rispondeva l'operatore radio, il quale raccoglieva la denuncia orale sporta telefonicamente dalla p.o., che segnalava di trovarsi sulla strada per canne della battaglia (cd. Via delle salinelle) e che alcune ragazze di nazionalità romena, dopo essersi avvicinate con una scusa gli avevano sottratto una catenina in oro. Sempre presso la sala operativa del commissariato di Barletta alle successive ore 10.30, lo stesso operatore riceveva una telefonata da una donna che parlava con cadenza romena. La stessa richiedeva un intervento urgente in località Canne della Battaglia ove, a suo dire, tre persone armate le stavano estorcendo dei soldi. In questi uffici la p.o., oltre a denunciare quanto accaduto, forniva ampia ed articolata descrizione della genesi dei fatti di cui era stato vittima. In particolare riferiva che Militaru Julieta era la donna che lo aveva fermato con la scusa di un passaggio e che poi gli aveva sfilato la collanina dal collo. Aggiungeva che Mustaela Victorita Ionela era colei che senza il suo consenso si era introdotta all'interno dell'abitacolo della sua autovettura con l'intento di distrarlo mentre la Militaru Julieta continuava ad accarezzargli il collo. Inoltre aggiungeva che Lupu Sabina era colei che si era avvicinata alla Militaru e che, rivolgendosi a lui, per distrarlo ulteriormente, gli mostrava la chiave di una serratura dicendogli che quella era la chiave di casa sua. Infine, per quel che riguarda l'indagata Feraru Isabela, la p.o. riferiva che questa, allorquando lui si avvedeva di essere stato derubato, si allontanava dal gruppo in maniera frettolosa, nel probabile intento di andare ad occultare la catenina (vedasi verbale di s.i. e contestuale riconoscimento fotografico).
Sulla scorta di quanto sopra, atteso che in questo ultimo periodo nella stessa località era stato denunciato un analogo episodio da parte di un ciclista residente a San Ferdinando di Puglia, questa p.g. riusciva a rintracciare lo stesso e ad invitarlo presso questo commissariato per procedere ad una individuazione fotografica. In questi uffici, l'uomo di San Ferdinando di Puglia, riferiva che nella mattinata del 03.03.2014, mentre a bordo della propria bicicletta da corsa, si trovava a transitare per via delle salinelle, giunto al bivio con la ss. 16 veniva fermato da cinque prostitute che lo accerchiavano letteralmente. Nella ricostruzione dei fatti che lo avevano visto vittima di analogo reato, riferiva lo stesso modus operandi posto in essere dalle donne nella rapina della mattina del 23 luglio. In particolare riferiva che mentre una prostituta bionda con codino gli slacciava la catenina senza che lui se ne accorgesse, un'altra prostituta più robusta, lo distraeva facilitando il compito alla sua complice. Lo stesso riferiva che, dopo essersi accorto del furto, si rivolgeva alle prostitute dicendo loro che se non avessero restituito la catenina, avrebbe chiamato la polizia. Anche in questa circostanza la risposta delle donne era stata che se lui avesse chiamato la polizia, loro lo avrebbero denunciato dicendo agli agenti che era stato lui a rapinarle. Anche in questa circostanza venivano individuate Militaru Julieta e Lupu Sabina, quali autrici della rapina ai danni del ciclista.
Stante la flagranza di reato e le inconfutabili fonti di prova raccolte a carico delle quattro donne, le stesse venivano tratte in arresto per il reato di rapina impropria in concorso ed associate presso la casa circondariale di Trani , sezione femminile, a disposizione del p.m. di turno dr. Antonio Savasta.
Arrestate dunque le sottoelencate cittadine romene, tutte ritenute responsabili, in concorso tra loro, di rapina impropria:
- Militaru julieta di anni 34, romena domiciliata a barletta.
- Mustaela victorita ionela di anni 19, romena domiciliata a barletta.
- Lupu sabina di anni 34, romena domiciliata a barletta.
- Feraru isabela di anni 26, romena domiciliata a barletta.
In particolare riferiva che, mentre a bordo della propria autovettura Opel Corsa, transitava per questa s.p. 21 detta delle salinelle, veniva fermato da una prostituta che si trovava in zona. La stessa, una bionda con i capelli legati a coda, gli chiedeva di darle un passaggio a margherita di savoia per comprare delle sigarette. Contestualmente a tale richiesta, una seconda prostituta, senza il consenso della p.o. [persona offesa ndr] entrava all'interno dell'autovettura accomodandosi sul sedile lato passeggero. La stessa p.o. riferiva che, mentre la prostituta che si era seduta in macchina lo distraeva, quella che gli aveva chiesto il passaggio e che era rimasta affacciata al finestrino del guidatore, cominciava ad accarezzargli il collo. In questo frangente, una terza prostituta si avvicinava dal lato guidatore attuando dei diversivi al fine di distrarre ulteriormente la p.o.. Aggiungeva che, dopo essersi avveduto delle intenzioni delle tre donne, chiedeva a quella seduta in macchina di uscire immediatamente dall'abitacolo.
Mentre si accingeva ad allontanarsi dal posto, si accorgeva che dal collo gli mancava la sua collanina in oro che aveva constatato avere poco prima di essere fermato dalle donne. Pertanto si fermava immediatamente intimando alle tre donne di restituire quello che gli avevano rubato. Mentre rivendicava questo suo diritto, una quarta donna, che fino a quel momento si era tenuta in disparte e che si era avvicinata al terzetto, si allontanava repentinamente dal gruppo nonostante la p.o. le chiedesse insistentemente di fermarsi. Infatti quest'ultima, come riferito dalla stessa p.o., si allontanava fino a perderla di vista. A questo punto la p.o., al fine di rientrare in possesso del maltolto, rivolgendosi alle donne, riferiva loro che avrebbe chiamato le forze dell'ordine. A questa velata minaccia, le donne rispondevano dicendo che se lui avesse chiamato le forze dell'ordine, loro avrebbero contattato la moglie raccontandole che il marito si era fermato con delle prostitute. Saputo dalla p.o. che non era sposato e che non doveva dar conto a nessuno delle sue azioni, le stesse a quel punto gli dicevano che se avesse chiamato le forze dell'ordine, loro lo avrebbero denunciato dicendo di essere state vittime di una rapina a mano armata ad opera dello stesso.
La p.o. per nulla intimorita, contattava a mezzo della propria utenza cellulare il numero di emergenza 113. Presso la sala operativa di questo commissariato rispondeva l'operatore radio, il quale raccoglieva la denuncia orale sporta telefonicamente dalla p.o., che segnalava di trovarsi sulla strada per canne della battaglia (cd. Via delle salinelle) e che alcune ragazze di nazionalità romena, dopo essersi avvicinate con una scusa gli avevano sottratto una catenina in oro. Sempre presso la sala operativa del commissariato di Barletta alle successive ore 10.30, lo stesso operatore riceveva una telefonata da una donna che parlava con cadenza romena. La stessa richiedeva un intervento urgente in località Canne della Battaglia ove, a suo dire, tre persone armate le stavano estorcendo dei soldi. In questi uffici la p.o., oltre a denunciare quanto accaduto, forniva ampia ed articolata descrizione della genesi dei fatti di cui era stato vittima. In particolare riferiva che Militaru Julieta era la donna che lo aveva fermato con la scusa di un passaggio e che poi gli aveva sfilato la collanina dal collo. Aggiungeva che Mustaela Victorita Ionela era colei che senza il suo consenso si era introdotta all'interno dell'abitacolo della sua autovettura con l'intento di distrarlo mentre la Militaru Julieta continuava ad accarezzargli il collo. Inoltre aggiungeva che Lupu Sabina era colei che si era avvicinata alla Militaru e che, rivolgendosi a lui, per distrarlo ulteriormente, gli mostrava la chiave di una serratura dicendogli che quella era la chiave di casa sua. Infine, per quel che riguarda l'indagata Feraru Isabela, la p.o. riferiva che questa, allorquando lui si avvedeva di essere stato derubato, si allontanava dal gruppo in maniera frettolosa, nel probabile intento di andare ad occultare la catenina (vedasi verbale di s.i. e contestuale riconoscimento fotografico).
Sulla scorta di quanto sopra, atteso che in questo ultimo periodo nella stessa località era stato denunciato un analogo episodio da parte di un ciclista residente a San Ferdinando di Puglia, questa p.g. riusciva a rintracciare lo stesso e ad invitarlo presso questo commissariato per procedere ad una individuazione fotografica. In questi uffici, l'uomo di San Ferdinando di Puglia, riferiva che nella mattinata del 03.03.2014, mentre a bordo della propria bicicletta da corsa, si trovava a transitare per via delle salinelle, giunto al bivio con la ss. 16 veniva fermato da cinque prostitute che lo accerchiavano letteralmente. Nella ricostruzione dei fatti che lo avevano visto vittima di analogo reato, riferiva lo stesso modus operandi posto in essere dalle donne nella rapina della mattina del 23 luglio. In particolare riferiva che mentre una prostituta bionda con codino gli slacciava la catenina senza che lui se ne accorgesse, un'altra prostituta più robusta, lo distraeva facilitando il compito alla sua complice. Lo stesso riferiva che, dopo essersi accorto del furto, si rivolgeva alle prostitute dicendo loro che se non avessero restituito la catenina, avrebbe chiamato la polizia. Anche in questa circostanza la risposta delle donne era stata che se lui avesse chiamato la polizia, loro lo avrebbero denunciato dicendo agli agenti che era stato lui a rapinarle. Anche in questa circostanza venivano individuate Militaru Julieta e Lupu Sabina, quali autrici della rapina ai danni del ciclista.
Stante la flagranza di reato e le inconfutabili fonti di prova raccolte a carico delle quattro donne, le stesse venivano tratte in arresto per il reato di rapina impropria in concorso ed associate presso la casa circondariale di Trani , sezione femminile, a disposizione del p.m. di turno dr. Antonio Savasta.