Rivoluzione nelle farmacie per la spending review

Nuove ricette con il principio attivo, ma pochi i cambiamenti. Potrebbero sparire i nomi e le marche dei medicinali

martedì 21 agosto 2012 1.58
A cura di Paolo Doronzo
Non bastava il sole della caldissima estate 2012 a 'picchiare', ci si mette anche la spending review: si è intervenuti anche in campo sanitario, per ammodernare il Paese, cercando di migliorare la situazione economica dello Stato e delle famiglie italiane, già stremate dalla crisi e dalle continue richieste di sacrificio da parte del Governo nazionale.

Si è dato il via a una tacita rivoluzione, in cui tutti i cittadini sono coinvolti: da qualche giorno, infatti, il medico di famiglia dovrà indicare sulla ricetta 'rosa' solo il nome del principio attivo del farmaco prescritto invece del nome commerciale. Potrà essere aggiunto, oltre alla sostanza contenuta nel farmaco, anche il nome specifico di un medicinale solo nel caso in cui sia specificata la "non sostituibilità'", giustificata da una sintetica motivazione del medico. La motivazione potrà anche essere semplice, magari legata alla specifica richiesta del paziente. Il cambiamento sembra innocuo, quasi impercettibile per il paziente. Sono esclusi i malati cronici, già in terapia, che non vedranno variazioni sulle loro ricette.

Il passaggio alle nuove ricette non ha ancora preso il sopravvento nelle farmacie cittadine, vuoi perché molti medici di base non hanno avuto neanche il tempo di aggiornare i loro computer, visto che non hanno ricevuto i database aggiornati dai gruppi farmaceutici, o perché qualcuno già inseriva il principio attivo nelle ricette, come ci spiegano alcuni medici barlettani, quindi non cambierà niente. Il cambiamento, insomma, sarà graduale. Il tempo necessario per adeguarsi. Sicuramente qualche settimana di tolleranza da parte di medici e, soprattutto, dei farmacisti. La confusione rischia di creare qualche problema agli anziani o ai più distratti, che vedranno cambiare la confezione (colore e forma) per farmaci praticamente uguali. Perciò importante sarà il ruolo dell'informazione, anche per chiarire ai pazienti diffidenti che i farmaci 'non griffati' sono comunque validi, come gli originali, in più dovrebbero far risparmiare abbastanza i consumatori.

L'obiettivo dell'operazione è incentivare il consumo di farmaci «non firmati», noti come equivalenti o generici, per i quali l'Italia occupa uno degli ultimi posti nel mondo, e per comprare i quali le famiglie italiane spendono circa 800 milioni in più ogni anno. In Europa e in molti Paesi extraeuropei i medici sono già obbligati a scrivere sulla ricetta solo il principio attivo e non un farmaco specifico, già da diversi anni. I medici di famiglia di Barletta, inoltre, denunciano di non aver ricevuto nessuna comunicazione ufficiale dalla ASL, ma solo dai sindacati di categoria.