Ritardi nell'erogazione dei buoni spesa a Barletta, troppe famiglie in attesa
L'intervista al consigliere comunale Doronzo: «Chiedo al sindaco di mettere da parte ogni cavillo burocratico e di procedere urgentemente alla consegna»
venerdì 24 aprile 2020
20.07
Sono tante le realtà familiari che hanno serie difficoltà economiche a causa del lockdown per l'emergenza Coronavirus. Non sono distanti, potrebbero riguardare proprio il vicino di casa. Le associazioni di Barletta hanno unito le proprie forze, tessendo una fitta rete solidale per la raccolta e consegna di alimenti e beni di prima necessità. Il contributo "maggiore" è assegnato dal Comune mediante i "buoni spesa", un aiuto reso possibile grazie all'azione del Governo e della Regione Puglia. Un beneficio al quale il cittadino meno abbiente può far richiesta e, valutati alcuni criteri, si procede all'erogazione. Ma quanto è lunga questa attesa? Troppo! Questa "pausa di riflessione" non riguarda solo la distribuzione ma anche la comunicazione dell'accettazione della domanda. E quindi si resta in sospeso… Abbiamo affrontato la questione e guardato alla nuova Fase con il consigliere comunale Carmine Doronzo di Coalizione Civica, il quale aveva sollevato il tappeto già durante la penultima seduta consiliare.
Il Governo guarda alla "Fase 2", alla ripresa in scaglioni per le imprese e a quel ritorno a quotidianità "regolata" per il singolo cittadino. Barletta è pronta a guardare questo obiettivo?
«Barletta deve essere pronta ad affrontare la cosiddetta Fase 2. Gli enormi sacrifici fatti in questi mesi dai nostri concittadini non possono risultare inutili. Mi riferisco alle attività commerciali e imprenditoriali ma anche a tutti quei genitori che hanno dovuto limitare alcuni momenti fondamentali per lo svago, la formazione e la crescita dei propri figli. Il lockdown era urgente e necessario perché di fronte ad un pericolo nuovo e quasi totalmente sconosciuto le misure di prevenzione non sono mai troppe e devo dire che, nonostante molti casi di cittadini irrispettosi delle regole generali di sicurezza, la grande maggioranza della cittadinanza sta rispondendo con responsabilità e grande spirito di sacrificio. Oggi, proprio in virtù di questi sforzi, non possiamo farci trovare impreparati rispetto alle riaperture, perché mentre a livello nazionale si discute di date e criteri generali, è solo con un'azione sinergica sul nostro territorio che potremo aggiungere elementi specifici e qualificanti, oltre che soluzioni pratiche con l'obiettivo ultimo di non lasciare indietro nessuno. Rispetto a questo non ci sono solo le fabbriche, penso all'accesso ai parchi, alle spiagge, ai mercati, ai bar e alle attività di ristorazione, alle aree adibite allo sport. Altro grande tema è quello dell'accesso alla cultura in un territorio ricco di monumenti, musei, teatri, cinema e altri luoghi di fondamentale importanza per chi ne fruisce ma soprattutto per chi all'interno degli stessi ci lavora. È doveroso guardare agli interventi che Ue, Stato e regione metteranno in campo, ma se non attiviamo una cabina di regia con tutti gli attori pubblici e privati della nostra provincia che mettano in moto energie ed intelligenze locali, lavorando 24/24h alla ricerca delle migliori strategie per un rilancio socio-economico, dubito che potremo evitare la catastrofe. E questo dobbiamo farlo con urgenza perché siamo già molto in ritardo».
Durante il penultimo consiglio comunale in streaming, ha sollevato la questione dei ritardi nella consegna dei buoni spesa. Quale sarebbe la causa?
«Migliaia di nostri concittadini sono rimasti senza lavoro a causa dell'emergenza sanitaria da COVID-19. Altro che Fase2, da questo punto di vista nella città di Barletta non riusciamo ancora a passare completamente alla Fase 1,5 offrendo un minimo di sollievo economico a tutte quelle persone che a causa di mancanza di liquidità hanno urgente bisogno di poter acquistare viveri e beni di prima necessità. Al comune di Barletta sono state assegnate importanti risorse sia dal Governo (850.000 €) sia dalla Regione Puglia (300.000€) proprio per far fronte all'assegnazione e distribuzione dei cosiddetti "buoni spesa". Sono trascorsi più di 20 giorni dall'apertura delle procedure per fare domanda di buoni spesa e, ad oggi, un numero molto elevato di nostri concittadini non ha mai ricevuto un riscontro (positivo o negativo) e continua ad aspettare con la speranza che ogni giorno arriverà il proprio turno.
In un momento così drammatico non è mia intenzione fare polemica né con l'amministrazione, né con i dirigenti, né tanto meno con il personale dei Servizi Sociali che si è ritrovato da un giorno all'altro a dover fronteggiare una mole così grande di richieste. Sicuramente è stato quest'ultimo il motivo dei ritardi. Al tempo stesso però voglio fare da cassa di risonanza al grido di dolore di tante famiglie che non sanno più come andare avanti e ci contattano ogni giorno chiedendoci di aiutarle. A loro vanno date risposte concrete, non solo "spiegazioni"».
Quale indirizzo dovrebbe assumere l'amministrazione comunale di Barletta in merito alla problematica?
«Chiedo al primo cittadino di mettere da parte ogni cavillo tecnico o burocratico e di procedere urgentemente con il reperimento straordinario di assistenti sociali affinché tutte le pratiche siano evase e tutti i buoni consegnati entro e non oltre questo fine settimana, in modo da recuperare i ritardi e mettersi in pari con le nuove domande. A tal fine si potrebbero impiegare straordinariamente assistenti sociali disoccupati o basterebbe scorrere l'elenco degli idonei al recente concorso pubblico promosso dal Comune di Barletta. Qualsiasi soluzione, anche diversa da quella proposta, andrebbe bene, purché si faccia in fretta».
Il Governo guarda alla "Fase 2", alla ripresa in scaglioni per le imprese e a quel ritorno a quotidianità "regolata" per il singolo cittadino. Barletta è pronta a guardare questo obiettivo?
«Barletta deve essere pronta ad affrontare la cosiddetta Fase 2. Gli enormi sacrifici fatti in questi mesi dai nostri concittadini non possono risultare inutili. Mi riferisco alle attività commerciali e imprenditoriali ma anche a tutti quei genitori che hanno dovuto limitare alcuni momenti fondamentali per lo svago, la formazione e la crescita dei propri figli. Il lockdown era urgente e necessario perché di fronte ad un pericolo nuovo e quasi totalmente sconosciuto le misure di prevenzione non sono mai troppe e devo dire che, nonostante molti casi di cittadini irrispettosi delle regole generali di sicurezza, la grande maggioranza della cittadinanza sta rispondendo con responsabilità e grande spirito di sacrificio. Oggi, proprio in virtù di questi sforzi, non possiamo farci trovare impreparati rispetto alle riaperture, perché mentre a livello nazionale si discute di date e criteri generali, è solo con un'azione sinergica sul nostro territorio che potremo aggiungere elementi specifici e qualificanti, oltre che soluzioni pratiche con l'obiettivo ultimo di non lasciare indietro nessuno. Rispetto a questo non ci sono solo le fabbriche, penso all'accesso ai parchi, alle spiagge, ai mercati, ai bar e alle attività di ristorazione, alle aree adibite allo sport. Altro grande tema è quello dell'accesso alla cultura in un territorio ricco di monumenti, musei, teatri, cinema e altri luoghi di fondamentale importanza per chi ne fruisce ma soprattutto per chi all'interno degli stessi ci lavora. È doveroso guardare agli interventi che Ue, Stato e regione metteranno in campo, ma se non attiviamo una cabina di regia con tutti gli attori pubblici e privati della nostra provincia che mettano in moto energie ed intelligenze locali, lavorando 24/24h alla ricerca delle migliori strategie per un rilancio socio-economico, dubito che potremo evitare la catastrofe. E questo dobbiamo farlo con urgenza perché siamo già molto in ritardo».
Durante il penultimo consiglio comunale in streaming, ha sollevato la questione dei ritardi nella consegna dei buoni spesa. Quale sarebbe la causa?
«Migliaia di nostri concittadini sono rimasti senza lavoro a causa dell'emergenza sanitaria da COVID-19. Altro che Fase2, da questo punto di vista nella città di Barletta non riusciamo ancora a passare completamente alla Fase 1,5 offrendo un minimo di sollievo economico a tutte quelle persone che a causa di mancanza di liquidità hanno urgente bisogno di poter acquistare viveri e beni di prima necessità. Al comune di Barletta sono state assegnate importanti risorse sia dal Governo (850.000 €) sia dalla Regione Puglia (300.000€) proprio per far fronte all'assegnazione e distribuzione dei cosiddetti "buoni spesa". Sono trascorsi più di 20 giorni dall'apertura delle procedure per fare domanda di buoni spesa e, ad oggi, un numero molto elevato di nostri concittadini non ha mai ricevuto un riscontro (positivo o negativo) e continua ad aspettare con la speranza che ogni giorno arriverà il proprio turno.
In un momento così drammatico non è mia intenzione fare polemica né con l'amministrazione, né con i dirigenti, né tanto meno con il personale dei Servizi Sociali che si è ritrovato da un giorno all'altro a dover fronteggiare una mole così grande di richieste. Sicuramente è stato quest'ultimo il motivo dei ritardi. Al tempo stesso però voglio fare da cassa di risonanza al grido di dolore di tante famiglie che non sanno più come andare avanti e ci contattano ogni giorno chiedendoci di aiutarle. A loro vanno date risposte concrete, non solo "spiegazioni"».
Quale indirizzo dovrebbe assumere l'amministrazione comunale di Barletta in merito alla problematica?
«Chiedo al primo cittadino di mettere da parte ogni cavillo tecnico o burocratico e di procedere urgentemente con il reperimento straordinario di assistenti sociali affinché tutte le pratiche siano evase e tutti i buoni consegnati entro e non oltre questo fine settimana, in modo da recuperare i ritardi e mettersi in pari con le nuove domande. A tal fine si potrebbero impiegare straordinariamente assistenti sociali disoccupati o basterebbe scorrere l'elenco degli idonei al recente concorso pubblico promosso dal Comune di Barletta. Qualsiasi soluzione, anche diversa da quella proposta, andrebbe bene, purché si faccia in fretta».