Ricominciare da qui
Il dolore e l’indignazione composta ai funerali in Piazza Aldo Moro. Barletta si stringe attorno alle sue cinque sorelle
sabato 8 ottobre 2011
Ricominciare da qui. Da una comunità solidale, stretta attorno a cinque famiglie a cui il crollo del palazzo di via Roma ha strappato figlie, compagne, sorelle, madri. Una città insolitamente silenziosa, rispettosa, discreta. Giovani, giovanissimi, famiglie, anziani. Solo gli applausi che hanno prima accolto e alla fine salutato l'arrivo dei feretri hanno interrotto un silenzio insieme di emozione e dignità.
La scelta saggia di lasciare solo al vescovo le parole per raccogliere il dolore e quelle per lenirlo. La presenza doverosa del governo nazionale (con la ministra Carfagna), della Regione (il presidente Vendola accompagnato da diversi assessori e consiglieri), la Provincia (Ventola), molti comuni vicini, i sindacati confederali (Bonanni e Camusso). E l'amministrazione comunale al completo guidata dal sindaco Maffei.
Ricominciare anche da qui. Dagli striscioni: "Muore chi fa il suo dovere per colpa di chi non l'ha mai fatto" e "E adesso vogliamo la verità" e ancora "Dolore e indignazione", "Verità e giustizia". Panni neri in segno di lutto. Un lutto amaro, dove frustrazione e senso di impotenza si mescola alla rabbia nei confronti di coloro che di questo crollo portano la responsabilità.
Ricominciare da qui. Dal saluto ad Antonella, Matilde, Giovanna, Maria, Tina. Per loro e per le loro famiglie, ma anche per una comunità ferita, bisogna assicurare giustizia. Non diminuirà il dolore, non riporterà indietro l'orologio implacabile che segna il tempo della vita e lo separa dall'eternità della morte. Ma servirà a creare una memoria condivisa. Questa tragedia non può, non deve rimanere l'ennesimo episodio di vittime senza responsabili, senza colpevoli.
Ricominciare da qui. È vero, l'indignazione non basta. Ma oggi in quella piazza gremita di occhi rossi per il pianto, in quel dolore ancora impastato del sangue, della polvere, del gas del crollo troppo vicino, troppo recente, l'indignazione ha pietrificato una intera città. Sia di monito a coloro che da domani dovranno rispondere. È finito il tempo di chiudere un occhio, è finito il tempo del dire e non dire. Chiarezza, verità e giustizia.
Ricominciare da qui. Da Antonella, Matilde, Giovanna, Maria e Tina.
La scelta saggia di lasciare solo al vescovo le parole per raccogliere il dolore e quelle per lenirlo. La presenza doverosa del governo nazionale (con la ministra Carfagna), della Regione (il presidente Vendola accompagnato da diversi assessori e consiglieri), la Provincia (Ventola), molti comuni vicini, i sindacati confederali (Bonanni e Camusso). E l'amministrazione comunale al completo guidata dal sindaco Maffei.
Ricominciare anche da qui. Dagli striscioni: "Muore chi fa il suo dovere per colpa di chi non l'ha mai fatto" e "E adesso vogliamo la verità" e ancora "Dolore e indignazione", "Verità e giustizia". Panni neri in segno di lutto. Un lutto amaro, dove frustrazione e senso di impotenza si mescola alla rabbia nei confronti di coloro che di questo crollo portano la responsabilità.
Ricominciare da qui. Dal saluto ad Antonella, Matilde, Giovanna, Maria, Tina. Per loro e per le loro famiglie, ma anche per una comunità ferita, bisogna assicurare giustizia. Non diminuirà il dolore, non riporterà indietro l'orologio implacabile che segna il tempo della vita e lo separa dall'eternità della morte. Ma servirà a creare una memoria condivisa. Questa tragedia non può, non deve rimanere l'ennesimo episodio di vittime senza responsabili, senza colpevoli.
Ricominciare da qui. È vero, l'indignazione non basta. Ma oggi in quella piazza gremita di occhi rossi per il pianto, in quel dolore ancora impastato del sangue, della polvere, del gas del crollo troppo vicino, troppo recente, l'indignazione ha pietrificato una intera città. Sia di monito a coloro che da domani dovranno rispondere. È finito il tempo di chiudere un occhio, è finito il tempo del dire e non dire. Chiarezza, verità e giustizia.
Ricominciare da qui. Da Antonella, Matilde, Giovanna, Maria e Tina.