Revolving, tre avvisi di garanzia alla Barclay’s Italia
Nuovo capitolo dell'indagine della procura di Trani. I reati contestati sono quelli di truffa ed usura aggravate
giovedì 31 marzo 2011
A sei mesi di stanza dalla notifica degli avvisi ci conclusione delle indagini preliminari svolte nei confonti di American Express, la procura di Trani non si ferma. In eguito all'attività investigativa condotta con l'ausilio degli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Bari, sono state notificate tre informazioni di garanzia ed inviti a presentarsi per rendere interrogatorio a dirigenti apicali in Italia della Barclay's bank, Istituto di credito internazionale. I reati contestati sono quelli di truffa ed usura aggravate e continuate in danno di cittadini residenti nel circondario della procura tranese.
In particolare, l'indagine, coordinata dal pm Michele Ruggiero, ha accertato che la Barclay's bank, dopo aver elargito prestiti di denaro attraverso il rilascio di carte di credito del tipo revolving, denominate «Carta Barclaycard» (gold e classic) e predisposto unilateralmente le corrispondenti clausole contrattuali, fra queste aveva contemplato quella denominata «Credito protetto», inerente una copertura assicurativa facoltativa (a carico del titolare della carta) che prevede l'addebito di un premio pari allo 0,69% del saldo mensile. Per attivare la clausola assicurativa, l'Istituto necessitava di un apposito e documentato consenso da parte del cliente o attraverso la sottoscrizione della specifica clausola o mediante il telemarketing (ritenuto meccanismo non valido dagli inquirenti).
La procura tranese, attraverso i suoi consulenti e dopo aver eseguito perquisizioni e sequestri nella sede di Milano di Barclay's, ha analizzato 439 casi del nostro territorio, prendendo in considerazione un periodo che va dal 2008 al 2009. Le indagini hanno dimostrato che in 10 casi la clausola era stata attivata all'oscuro del cliente, mentre in altri 323 casi l'Istituto ha asserito di aver fatto ricorso al consenso orale non avendo però in 200 casi le registrazioni delle conversazioni. Secondo la procura, così operando, la banca, attraverso una società di assicurazione (la Cardif) si faceva corrispondere dai clienti titolari della carta Barclaycard, degli interessi di carattere usurario.
In sostanza, la procura ritiene illecito l'addebito del premio assicurativo, considerandolo un onere aggiuntivo collegato all'erogazione del credito, la cui contabilizzazione determinava il superamento del tasso soglia previsto con riguardo agli interessi corrispettivi. Ad essere colpiti (a loro insaputa) molti piccoli risparmiatori.
I fatti sono resi ancor più gravi per essere stati commessi dalla banca agendo nell'esercizio di un'attività professionale bancaria e di intermediazione finanziaria mobiliare e con abuso di poteri e violazione di doveri inerenti un pubblico servizio quale l'attività bancaria e di intermediazione finanziaria autorizzata.
Il procuratore capo, Carlo Maria Capristo, ha sottolineato che è volontà dell'ufficio inquirente di continuare ad indagare su condotte analoghe a quelle finora investigate da parte di altri Istituti. Dell'indagine su Barclay's è stato informato anche il governatore della banca d'Italia per le determinazioni di legge di competenza
In particolare, l'indagine, coordinata dal pm Michele Ruggiero, ha accertato che la Barclay's bank, dopo aver elargito prestiti di denaro attraverso il rilascio di carte di credito del tipo revolving, denominate «Carta Barclaycard» (gold e classic) e predisposto unilateralmente le corrispondenti clausole contrattuali, fra queste aveva contemplato quella denominata «Credito protetto», inerente una copertura assicurativa facoltativa (a carico del titolare della carta) che prevede l'addebito di un premio pari allo 0,69% del saldo mensile. Per attivare la clausola assicurativa, l'Istituto necessitava di un apposito e documentato consenso da parte del cliente o attraverso la sottoscrizione della specifica clausola o mediante il telemarketing (ritenuto meccanismo non valido dagli inquirenti).
La procura tranese, attraverso i suoi consulenti e dopo aver eseguito perquisizioni e sequestri nella sede di Milano di Barclay's, ha analizzato 439 casi del nostro territorio, prendendo in considerazione un periodo che va dal 2008 al 2009. Le indagini hanno dimostrato che in 10 casi la clausola era stata attivata all'oscuro del cliente, mentre in altri 323 casi l'Istituto ha asserito di aver fatto ricorso al consenso orale non avendo però in 200 casi le registrazioni delle conversazioni. Secondo la procura, così operando, la banca, attraverso una società di assicurazione (la Cardif) si faceva corrispondere dai clienti titolari della carta Barclaycard, degli interessi di carattere usurario.
In sostanza, la procura ritiene illecito l'addebito del premio assicurativo, considerandolo un onere aggiuntivo collegato all'erogazione del credito, la cui contabilizzazione determinava il superamento del tasso soglia previsto con riguardo agli interessi corrispettivi. Ad essere colpiti (a loro insaputa) molti piccoli risparmiatori.
I fatti sono resi ancor più gravi per essere stati commessi dalla banca agendo nell'esercizio di un'attività professionale bancaria e di intermediazione finanziaria mobiliare e con abuso di poteri e violazione di doveri inerenti un pubblico servizio quale l'attività bancaria e di intermediazione finanziaria autorizzata.
Il procuratore capo, Carlo Maria Capristo, ha sottolineato che è volontà dell'ufficio inquirente di continuare ad indagare su condotte analoghe a quelle finora investigate da parte di altri Istituti. Dell'indagine su Barclay's è stato informato anche il governatore della banca d'Italia per le determinazioni di legge di competenza