Razzie di fiori e lumini nel cimitero di Barletta: non c’è pace all’ombra dei cipressi
La barbarie, reiterata ogni anno a novembre, non risparmia il cimitero del nostro comune
lunedì 31 ottobre 2016
08.40
In prossimità della ricorrenza dei morti non ci sfugga una riflessione, cara a chi vorrà recarsi con anima sincera lì dove giacciono i nostri cari ma anche a chi assiste a episodi per nulla piacevoli che si consumano proprio all'ombra dei cipressi.
È proprio il caso di dirlo, non c'è pace nemmeno in quei luoghi e ad onor di cronaca non fa eccezione neppure il cimitero del nostro comune per ragioni molteplici. Al contrario, proprio tra quelle tombe si consumano le più basse delle ruberie: dai fiori freschi –spariti nell'arco delle sole 24 ore – ai lumini, ai piccoli oggetti dal valore il più delle volte simbolico e affettivo che puntualmente spariscono causando mestizia in un cuore già sofferente.
Una barbarie reiterata con maggior frequenza ogni anno, specie con l'arrivo del mese di novembre, che va a sommarsi ai numerosi disservizi quali la carenza di sicurezza e di un ufficio comunale (nonostante l'avanzamento della proposta annunciata in consiglio di procedere per sopperire a tale mancanza).
Non meritano alcun commento questi cleptomani senza scrupoli, se non la preghiera di pensare almeno una volta a cosa farebbero se fossero loro le vittime di quegli atti beceri. Non una parola in più per loro, perché vuota come vuoto è il senso delle loro azioni. Il pensiero però raggiunga tutti coloro che si recheranno in questi giorni tristi per rivolgere una preghiera ai propri defunti. Che non badino a null'altro se non a trovar pace nel silenzio rassicurante per rispetto dei propri figli, padri, madri che paiono lontani da noi. Che almeno in quei giorni sia il rispetto a regnare. Ai problemi, ai disservizi, ai ladri siano i giorni seguenti a pensarci; almeno per qualche giorno, che resti il candore dei pensieri rivolti all'altrove, la limpidezza di un cuore puro, di un gesto, un pensiero o una preghiera sincera.
È proprio il caso di dirlo, non c'è pace nemmeno in quei luoghi e ad onor di cronaca non fa eccezione neppure il cimitero del nostro comune per ragioni molteplici. Al contrario, proprio tra quelle tombe si consumano le più basse delle ruberie: dai fiori freschi –spariti nell'arco delle sole 24 ore – ai lumini, ai piccoli oggetti dal valore il più delle volte simbolico e affettivo che puntualmente spariscono causando mestizia in un cuore già sofferente.
Una barbarie reiterata con maggior frequenza ogni anno, specie con l'arrivo del mese di novembre, che va a sommarsi ai numerosi disservizi quali la carenza di sicurezza e di un ufficio comunale (nonostante l'avanzamento della proposta annunciata in consiglio di procedere per sopperire a tale mancanza).
Non meritano alcun commento questi cleptomani senza scrupoli, se non la preghiera di pensare almeno una volta a cosa farebbero se fossero loro le vittime di quegli atti beceri. Non una parola in più per loro, perché vuota come vuoto è il senso delle loro azioni. Il pensiero però raggiunga tutti coloro che si recheranno in questi giorni tristi per rivolgere una preghiera ai propri defunti. Che non badino a null'altro se non a trovar pace nel silenzio rassicurante per rispetto dei propri figli, padri, madri che paiono lontani da noi. Che almeno in quei giorni sia il rispetto a regnare. Ai problemi, ai disservizi, ai ladri siano i giorni seguenti a pensarci; almeno per qualche giorno, che resti il candore dei pensieri rivolti all'altrove, la limpidezza di un cuore puro, di un gesto, un pensiero o una preghiera sincera.