Rari reperti archeologici ritrovati nell'agro di Canosa
Operazione della Guardia di Finanza di Barletta. Nella zona si stavano effettuando scavi abusivi
venerdì 13 maggio 2011
Nell'ambito dell'attività di controllo economico del territorio, militari della Guardia di Finanza di Barletta, in seguito ad un autonoma attività investigativa, hanno effettuato una perlustrazione nell'agro di Canosa di Puglia, zona notoriamente ricca di giacimenti archeologici, in cui alcuni soggetti , tra cui anche un pregiudicato, stavano effettuando scavi archeologici abusivi.
Questo monitoraggio ha permesso di individuare un'area, sita in zona soggetta a vincolo archeologico, nella quale erano stati effettuati solchi, tracce e scavi per una profondità di circa tre metri. La circostanza accertata lasciava presupporre uno scavo archeologico clandestino rimasto incompiuto nei giorni precedenti; pertanto, i militari delle fiamme gialle hanno presidiato la zona al fine di individuare i soggetti responsabili dei predetti scavi ed eventuali attivita' di completamento di dette opere illecite, non autorizzate da competente soprintendenza, comunque finalizzate a rinvenire ed asportare materiale archeologico.
Presso l'area monitorata sopraggiugevano tre persone munite di idonea attrezzatura che proseguivano, anche con un mezzo escavatore professionale, attività scavo e ricerca clandestina. Dopo diverse ore lavoro, i soggetti in argomento – sotto continua osservazione e monitoraggio occulto da parte dei militari della gdf appostati nei pressi del vigneto adiacente – iniziavano a portare alla luce diversi reperti archeologici con evidente soddisfazione predetti soggetti, tutti risalenti tra il V e VI secolo a.C.
Queste operazioni di trafugazione sono state videoriprese da militari operanti anche al fine di consentire la compiuta identificazione delle persone coinvolte prima dell'intervento repressivo che, anche in ragione della vasta zona ove questi operavano, avrebbe potuto sfociare nella fuga dei soggetti responsabili, poi, comunque scongiurata dal puntuale, immediato repentino intervento militari operanti che grazie all'effetto sorpresa bloccavano in flagranza di reato i tre responsabili, poi, condotti presso il gruppo gdf di Barletta per la redazione degli atti di rito.
L'operazione è culminata con il sequestro di un escavatore; una di tre tombe risalente al VI-V secolo a.C. e numerosi reperti archeologici di rilevanti valore storico e archelogico, tra cui:
- rarissima spada in bronzo completa di anello di mantenimento e fodero in una tomba presumibilmente appartenuta ad un "guerriero";
- frammenti vari;
- unguentari;
- cratere a figure rosse;
- olle;
- kilyx;
- piattini a v.n.;
- lekam;
- brocchette acromo;
- gluthus;
- anforette;
- brocchette a v.n.;
- lucerna;
- olle con decorazioni;
L'operazione di servizio si è concluso con l'ampliamento dei lavori di scavo (già avviati abusivamente) da parte della soprintendenza di Taranto che ha anche stanziato i primi fondi necessari (circa 25 mila euro) proprio a dimostrazione dell'elevato interesse storico ed archeologico. L'attività investigativa è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani (dott. Antonio Savasta) ed è culminata - al momento - con il deferimento dei 3 soggetti per la violazione agli artt. 175 – 176 d.lgs. 42/2004 ed art. 110 c.p.; non e' escluso il coinvolgimento di altri complici o esperti di archeologia.
Questo monitoraggio ha permesso di individuare un'area, sita in zona soggetta a vincolo archeologico, nella quale erano stati effettuati solchi, tracce e scavi per una profondità di circa tre metri. La circostanza accertata lasciava presupporre uno scavo archeologico clandestino rimasto incompiuto nei giorni precedenti; pertanto, i militari delle fiamme gialle hanno presidiato la zona al fine di individuare i soggetti responsabili dei predetti scavi ed eventuali attivita' di completamento di dette opere illecite, non autorizzate da competente soprintendenza, comunque finalizzate a rinvenire ed asportare materiale archeologico.
Presso l'area monitorata sopraggiugevano tre persone munite di idonea attrezzatura che proseguivano, anche con un mezzo escavatore professionale, attività scavo e ricerca clandestina. Dopo diverse ore lavoro, i soggetti in argomento – sotto continua osservazione e monitoraggio occulto da parte dei militari della gdf appostati nei pressi del vigneto adiacente – iniziavano a portare alla luce diversi reperti archeologici con evidente soddisfazione predetti soggetti, tutti risalenti tra il V e VI secolo a.C.
Queste operazioni di trafugazione sono state videoriprese da militari operanti anche al fine di consentire la compiuta identificazione delle persone coinvolte prima dell'intervento repressivo che, anche in ragione della vasta zona ove questi operavano, avrebbe potuto sfociare nella fuga dei soggetti responsabili, poi, comunque scongiurata dal puntuale, immediato repentino intervento militari operanti che grazie all'effetto sorpresa bloccavano in flagranza di reato i tre responsabili, poi, condotti presso il gruppo gdf di Barletta per la redazione degli atti di rito.
L'operazione è culminata con il sequestro di un escavatore; una di tre tombe risalente al VI-V secolo a.C. e numerosi reperti archeologici di rilevanti valore storico e archelogico, tra cui:
- rarissima spada in bronzo completa di anello di mantenimento e fodero in una tomba presumibilmente appartenuta ad un "guerriero";
- frammenti vari;
- unguentari;
- cratere a figure rosse;
- olle;
- kilyx;
- piattini a v.n.;
- lekam;
- brocchette acromo;
- gluthus;
- anforette;
- brocchette a v.n.;
- lucerna;
- olle con decorazioni;
L'operazione di servizio si è concluso con l'ampliamento dei lavori di scavo (già avviati abusivamente) da parte della soprintendenza di Taranto che ha anche stanziato i primi fondi necessari (circa 25 mila euro) proprio a dimostrazione dell'elevato interesse storico ed archeologico. L'attività investigativa è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani (dott. Antonio Savasta) ed è culminata - al momento - con il deferimento dei 3 soggetti per la violazione agli artt. 175 – 176 d.lgs. 42/2004 ed art. 110 c.p.; non e' escluso il coinvolgimento di altri complici o esperti di archeologia.