Rapinò gioielleria in via della Spiga a Milano, arrestato 53enne barlettano

I fatti risalgono al 5 febbraio 2011. Giuseppe Marchisella, 53 anni, arrestato con altri tre uomini

giovedì 13 dicembre 2012
C'era anche un 53enne di origini barlettane tra gli esecutori della rapina compiuta il 5 febbraio 2011 a danno della nota gioielleria Scavia, in via della Spiga, nel cuore di Milano. Le indagini della Squadra Mobile della Polizia di Stato, coordinate dal pm milanese Giuseppe D'Amico, dopo l'arresto degli organizzatori della rapina, avvenuto lo scorso 23 maggio, hanno condotto nella mattinata dell'11 dicembre all'esecuzione un'ordinanza di custodia cautelare in carcere anche nei confronti dei tre autori materiali. Salgono così a 17 le persone coinvolte nella rapina milionaria del Quadrilatero milanese.

Gli esecutori materiali del colpo sono stati individuati attraverso l'analisi dei tabulati telefonici e delle immagini riprese dalle telecamere. I tre fermati sono Giuseppe Vacca, 66enne di Ceglie Messapica residente a Corsico, Giuseppe Marchisella, 53enne nato a Barletta e residente a Milano e Andrea Giannetti, 71enne di Potenza e residente a Zibido San Giacomo. I tre sono indagati, a vario titolo, di rapina aggravata, sequestro di persona, porto abusivo di armi e ricettazione. In manette è finito il quarto complice, il 46enne Nicola Donato Gaetano Dapoto, ritenuto dagli investigatori l'intermediario tra i tre esecutori materiali e gli organizzatori. Il barlettano Marchisella, geometra, ha accumulato precedenti penali sin dal 1976 ed era già stato condannato per l'omicidio di una guardia giurata a Gaggiano. Tutti e tre gli arrestati hanno comunque lunghi precedenti alle spalle.

Secondo la ricostruzione fornita dalla Polizia di Stato, i rapinatori, nel dettaglio il Vacca e il Marchisella sarebbero entrati nella gioielleria fingendosi vigili urbani: attesero un dipendente nel vano scale, per poi spingerlo all'interno del negozio, minacciandolo e tenendogli legata alla gamba una finta bomba. Pochi minuti dopo sarebbe entrato in azione il Giannetti, che avrebbe saccheggiato l'attività per un'ora e mezza, fuggendo poi col bottino milionario per via Sant'Andrea. In base alle ricostruzioni della PS, gli organizzatori avevano utilizzato un gruppo esterno di rapinatori, al fine di evitare ogni collegamento diretto tra loro stessi e il colpo milionario.