«Ragazze e alunni benestanti favoriti a scuola»
Ricerca Ocse sui test di Pisa. Fenomeno italiano "preoccupante"
martedì 19 marzo 2013
«Gli insegnanti favoriscono le ragazze e gli studenti benestanti o provenienti da ambiti socio-culturali più favorevoli». La denuncia di questo fenomeno arriva direttamente da uno studio effettuato dall'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), un'organizzazione internazionale che interviene in maniera consultiva sui suoi stati membri, che sono i paesi democratici con una più sviluppata economia di mercato.
L'Ocse ha condotto un approfondimento sui test Pisa (lettura, matematica e scienze). Il risultato di tale analisi punta il dito accusatorio verso l'imparzialità dei docenti italiani nell'attribuire i voti. Si sa, i criteri di giudizio dei professori sono da sempre tema di confronto tra questi ultimi e gli studenti, alunni e genitori e questi, soprattutto negli ultimi anni, e i prof. Infatti, la maggior parte dei ricorsi dei genitori alla fine dell'anno riguardano proprio le valutazioni degli insegnanti.
Tale ricerca è stata eseguita in diversi paesi europei, tra cui l'Italia. Nel nostro Paese «Gli insegnanti - è scritto nella ricerca - tendono ad attribuire alle ragazze e agli studenti provenienti da ambiti socio-economici più favorevoli migliori voti a scuola, anche se non hanno una migliore performance, rispetto ai ragazzi e agli studenti provenienti da ambiti socio-economici svantaggiati». L'aspetto è preoccupante sia perché dona l'immagine della Pubblica Istruzione come iniqua, e sia poiché tali valutazioni vanno a influenzare le scelte future dei ragazzi.
«Gli studenti - spiegano dall'Ocse - fondano spesso le loro aspirazioni, in termini di studi e di carriera, sui voti che ottengono a scuola; da un'altra parte, i sistemi educativi utilizzano i voti nella selezione degli studenti per l'accesso ad un indirizzo di studi e, successivamente, per l'accesso all'università».
L'Ocse ha condotto un approfondimento sui test Pisa (lettura, matematica e scienze). Il risultato di tale analisi punta il dito accusatorio verso l'imparzialità dei docenti italiani nell'attribuire i voti. Si sa, i criteri di giudizio dei professori sono da sempre tema di confronto tra questi ultimi e gli studenti, alunni e genitori e questi, soprattutto negli ultimi anni, e i prof. Infatti, la maggior parte dei ricorsi dei genitori alla fine dell'anno riguardano proprio le valutazioni degli insegnanti.
Tale ricerca è stata eseguita in diversi paesi europei, tra cui l'Italia. Nel nostro Paese «Gli insegnanti - è scritto nella ricerca - tendono ad attribuire alle ragazze e agli studenti provenienti da ambiti socio-economici più favorevoli migliori voti a scuola, anche se non hanno una migliore performance, rispetto ai ragazzi e agli studenti provenienti da ambiti socio-economici svantaggiati». L'aspetto è preoccupante sia perché dona l'immagine della Pubblica Istruzione come iniqua, e sia poiché tali valutazioni vanno a influenzare le scelte future dei ragazzi.
«Gli studenti - spiegano dall'Ocse - fondano spesso le loro aspirazioni, in termini di studi e di carriera, sui voti che ottengono a scuola; da un'altra parte, i sistemi educativi utilizzano i voti nella selezione degli studenti per l'accesso ad un indirizzo di studi e, successivamente, per l'accesso all'università».