Raccolta “porta a porta”: come la pensano i cittadini barlettani?
Sì alla novità, ma con timori per la mancanza di senso civico
lunedì 5 maggio 2014
8.34
Dal prossimo 19 maggio partirà la raccolta dei rifiuti "porta a porta" nelle zone del Centro Storico e di Patalini della città di Barletta, sicuramente una grande svolta sia etica che pratica per tutta la cittadinanza. Riuscirà una città poco abituata ad uno stile di vita improntato al rispetto per l'ambiente e alla pratica della differenziata a conformarsi alle nuove regole della raccolta rifiuti? Lo abbiamo chiesto ad alcuni barlettani, rilevandone un'impostazione ideologica piuttosto uniforme, là dove la maggior parte degli intervistati si è mostrata entusiasta per l'iniziativa ma scettica e dubbiosa riguardo alla capacità degli abitanti di rispettare anche gli stessi elementi del kit che sarà messo a disposizione delle famiglie per effettuare la differenziata.
"Cosa ne pensa della raccolta porta a porta che partirà a breve nelle zone del Centro Storico e di Patalini? Crede che Barletta possa essere pronta ad accogliere quest'atto di civilizzazione?"
Il signor Giovanni che vive in zona Patalini ci ha detto: «Credo che questa iniziativa promossa dal comune di Barletta sarebbe dovuta arrivare molto prima (come mai?) come è accaduto nei comuni dei nostri vicini del nord. Comunque meglio tardi che mai, l'importante è che il comune o l'ente di competenza forniscano organizzazione e risorse per permettere ai cittadini un' ottima collaborazione - ha proseguito dicendo - ciò che so per certo è che si tratta di un esperimento (ecco perché l'iniziativa è limitata solo a due quartieri della città) e spero che la mentalità della maggior parte dei cittadini non ancora entrati nell'ottica del riciclo (come me) si convinca o si rassegni ad un nuovo e migliore stile di vita. A difesa di chi è sempre rimasto perplesso sul riciclo voglio sottolineare che viviamo in un sistema in cui la fiducia verso coloro che ci governano e ci amministrano è meno di zero. Da anni la gente è stanca di sentire e di vedere ingiustizie, truffe e scandali nel sistema per cui poca è la fiducia per la nostra amministrazione, ancora minore è la fiducia per le loro iniziative come la raccolta differenziata. Spero questa volta non si tratti di interessi personali ma di rispetto degli interessi collettivi».
La signora Ilaria invece casalinga e studentessa al tempo stesso, ci ha risposto: «Per me la raccolta porta a porta potrebbe essere un passo importante, ma credo che non avrà molto successo questa sua prima sperimentazione. Io sono la prima che fa montagne di raccolta differenziata in casa, ma d'altro canto vedo ancora un alto grado di inciviltà e di ignoranza in materia. Spero possa riuscire questo tentativo, ma se non dovesse vedremmo cumuli di buste di immondizia ammassate vicino ai portoni, magari prese a calci da giovani simpatici passanti, cosa che spesso accade quando la domenica lascio le buste della raccolta della carta sotto casa e puntualmente qualche furbo prende a calci i sacchetti sparpagliandoli per il marciapiede. Si dovrebbero prima istruire i cittadini alla civilizzazione e al rispetto della città, poi si potrebbero prendere tutte le iniziative che si vogliono». Marco ci ha detto: «Mi piace moltissimo l'idea perché innanzitutto c'è una normativa europea che va rispettata e non si può aspettare altro tempo rimandando sempre. Mi piace perchè può essere un buon modo per responsabilizzarci per quanto riguarda il rispetto per l'ambiente e per migliorare la vivibilità della città stessa». Abbiamo posto la nostra domanda a Maurizio, infermiere che vede di buon occhio l'iniziativa, visto anche che -come ha sottolineato- la nostra è una delle ultime città in Italia che si sta indirizzando alla raccolta porta a porta, infatti si è espresso dicendoci: «Non ci sono più scuse per Barletta».
Per la signora Mary che gestisce un'azienda di ristorazione «la raccolta differenziata è un essenziale mezzo per poter rispettare l'ambiente e preservarlo per le future generazioni che hanno il diritto inviolabile di vivere su un pianeta bello e pulito. Ovviamente la raccolta differenziata non è utile è "necessaria". Viviamo in un mondo di sprechi, dove le risorse sono infinite, quelle che abbiamo le dobbiamo preservare come reliquie. Spero che Barletta porti avanti questa e ripeto spero, parlo cosi proprio perché la raccolta differenziata non fa parte del nostro presente, la gente non ci pensa, prende consuma e butta, solo negli ultimi anni alcune persone hanno iniziato a capire seriamente il problema. La raccolta differenziata sarà invece tranquillamente praticata dalle generazioni future, in quanto già adesso i bambini sanno come comportarsi, spesso meglio degli adulti e saranno i primi a farla senza necessità di messaggi o campagne pubblicitarie».
Il signor Luigi ci racconta di aver giù vissuto la "porta a porta" ad Andria, città in cui si sposta spesso per lavoro. La considera fondamentale ma nutre seri dubbi sulla riuscita pratica di questo tipo di raccolta, considerandola non molto semplice da effettuare. Ha detto inoltre: «Non credo che i barlettani siano pronti se consideriamo che si gettano ancora le cose dal finestrino dell'auto. Il rispetto per l'ambiente manca e continuerà a mancare per una serie di motivi che non sto ad elencarvi». Gianni invece considera la questione nella maniera opposta sostenendo: «Se ci sono riusciti ad Andria non vedo perché ci debbano essere problemi a Barletta, vero è che qualsiasi tipo di cambiamento suscita titubanza nella gente ma secondo me superati i primi periodi di confusione ci abitueremo in fretta, ogni tanto la fanno una cosa buona». Per Elisa la raccolta porta a porta «sarà difficile da realizzare perché il cambiamento richiede sempre impegno e non facile adeguamento, però potrebbe funzionare e dimostrarsi un' ottima idea benefica per l' ambiente e i cittadini. Credo anche però che Barletta potrebbe esser pronta solo se si affianchino ai cittadini delle figure in grado di dimostrarne il funzionamento e benefici stessi».
Tutto sommato dalle nostre interviste è emerso un quadro fortemente orientato verso la sperimentazione delle nuova pratica di raccolta, ciò nonostante chiari sono i segni di sfiducia nei confronti di un senso civico collettivo sino ad ora piuttosto latente. Riusciranno i barlettani a tradire le aspettative dei concittadini da noi intervistati, rivelando grandi abilità nel differenziarsi dalla cattiva idea che si ha delle loro capacità? Si spera di si, auspicando con questo piccolo primo cambiamento una ripresa comune e una sterzata della città verso uno stile di vita ecosostenibile.
"Cosa ne pensa della raccolta porta a porta che partirà a breve nelle zone del Centro Storico e di Patalini? Crede che Barletta possa essere pronta ad accogliere quest'atto di civilizzazione?"
Il signor Giovanni che vive in zona Patalini ci ha detto: «Credo che questa iniziativa promossa dal comune di Barletta sarebbe dovuta arrivare molto prima (come mai?) come è accaduto nei comuni dei nostri vicini del nord. Comunque meglio tardi che mai, l'importante è che il comune o l'ente di competenza forniscano organizzazione e risorse per permettere ai cittadini un' ottima collaborazione - ha proseguito dicendo - ciò che so per certo è che si tratta di un esperimento (ecco perché l'iniziativa è limitata solo a due quartieri della città) e spero che la mentalità della maggior parte dei cittadini non ancora entrati nell'ottica del riciclo (come me) si convinca o si rassegni ad un nuovo e migliore stile di vita. A difesa di chi è sempre rimasto perplesso sul riciclo voglio sottolineare che viviamo in un sistema in cui la fiducia verso coloro che ci governano e ci amministrano è meno di zero. Da anni la gente è stanca di sentire e di vedere ingiustizie, truffe e scandali nel sistema per cui poca è la fiducia per la nostra amministrazione, ancora minore è la fiducia per le loro iniziative come la raccolta differenziata. Spero questa volta non si tratti di interessi personali ma di rispetto degli interessi collettivi».
La signora Ilaria invece casalinga e studentessa al tempo stesso, ci ha risposto: «Per me la raccolta porta a porta potrebbe essere un passo importante, ma credo che non avrà molto successo questa sua prima sperimentazione. Io sono la prima che fa montagne di raccolta differenziata in casa, ma d'altro canto vedo ancora un alto grado di inciviltà e di ignoranza in materia. Spero possa riuscire questo tentativo, ma se non dovesse vedremmo cumuli di buste di immondizia ammassate vicino ai portoni, magari prese a calci da giovani simpatici passanti, cosa che spesso accade quando la domenica lascio le buste della raccolta della carta sotto casa e puntualmente qualche furbo prende a calci i sacchetti sparpagliandoli per il marciapiede. Si dovrebbero prima istruire i cittadini alla civilizzazione e al rispetto della città, poi si potrebbero prendere tutte le iniziative che si vogliono». Marco ci ha detto: «Mi piace moltissimo l'idea perché innanzitutto c'è una normativa europea che va rispettata e non si può aspettare altro tempo rimandando sempre. Mi piace perchè può essere un buon modo per responsabilizzarci per quanto riguarda il rispetto per l'ambiente e per migliorare la vivibilità della città stessa». Abbiamo posto la nostra domanda a Maurizio, infermiere che vede di buon occhio l'iniziativa, visto anche che -come ha sottolineato- la nostra è una delle ultime città in Italia che si sta indirizzando alla raccolta porta a porta, infatti si è espresso dicendoci: «Non ci sono più scuse per Barletta».
Per la signora Mary che gestisce un'azienda di ristorazione «la raccolta differenziata è un essenziale mezzo per poter rispettare l'ambiente e preservarlo per le future generazioni che hanno il diritto inviolabile di vivere su un pianeta bello e pulito. Ovviamente la raccolta differenziata non è utile è "necessaria". Viviamo in un mondo di sprechi, dove le risorse sono infinite, quelle che abbiamo le dobbiamo preservare come reliquie. Spero che Barletta porti avanti questa e ripeto spero, parlo cosi proprio perché la raccolta differenziata non fa parte del nostro presente, la gente non ci pensa, prende consuma e butta, solo negli ultimi anni alcune persone hanno iniziato a capire seriamente il problema. La raccolta differenziata sarà invece tranquillamente praticata dalle generazioni future, in quanto già adesso i bambini sanno come comportarsi, spesso meglio degli adulti e saranno i primi a farla senza necessità di messaggi o campagne pubblicitarie».
Il signor Luigi ci racconta di aver giù vissuto la "porta a porta" ad Andria, città in cui si sposta spesso per lavoro. La considera fondamentale ma nutre seri dubbi sulla riuscita pratica di questo tipo di raccolta, considerandola non molto semplice da effettuare. Ha detto inoltre: «Non credo che i barlettani siano pronti se consideriamo che si gettano ancora le cose dal finestrino dell'auto. Il rispetto per l'ambiente manca e continuerà a mancare per una serie di motivi che non sto ad elencarvi». Gianni invece considera la questione nella maniera opposta sostenendo: «Se ci sono riusciti ad Andria non vedo perché ci debbano essere problemi a Barletta, vero è che qualsiasi tipo di cambiamento suscita titubanza nella gente ma secondo me superati i primi periodi di confusione ci abitueremo in fretta, ogni tanto la fanno una cosa buona». Per Elisa la raccolta porta a porta «sarà difficile da realizzare perché il cambiamento richiede sempre impegno e non facile adeguamento, però potrebbe funzionare e dimostrarsi un' ottima idea benefica per l' ambiente e i cittadini. Credo anche però che Barletta potrebbe esser pronta solo se si affianchino ai cittadini delle figure in grado di dimostrarne il funzionamento e benefici stessi».
Tutto sommato dalle nostre interviste è emerso un quadro fortemente orientato verso la sperimentazione delle nuova pratica di raccolta, ciò nonostante chiari sono i segni di sfiducia nei confronti di un senso civico collettivo sino ad ora piuttosto latente. Riusciranno i barlettani a tradire le aspettative dei concittadini da noi intervistati, rivelando grandi abilità nel differenziarsi dalla cattiva idea che si ha delle loro capacità? Si spera di si, auspicando con questo piccolo primo cambiamento una ripresa comune e una sterzata della città verso uno stile di vita ecosostenibile.